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«Associazione Castelli del Trentino» – Di Daniela Larentis

Il prof. Antonio Lurgio parlerà di Dante, teologo del terzo millennio. L’incontro del 9 dicembre a causa dell’emergenza sanitaria si terrà online alle 17 – L’intervista

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Ary Scheffer, Le ombre di Paolo e Francesca appaiono a Dante e Virgilio, 1855.
 
Ci fa molto piacere comunicare che il ciclo di eventi culturali organizzati dall’Associazione Castelli del Trentino, denominato Gli incontri del giovedì, curato dal presidente dell’associazione Bruno Kaisermann e dal vicepresidente Pietro Marsilli, non verrà sospeso a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ma proseguirà in modalità online.
Per il momento la giornata degli Incontri virtuali non sarà più il giovedì alle ore 20.30, ma il mercoledì alle 17.00; per chi non potesse assistere sarà invece possibile ascoltare la registrazione che verrà messa a disposizione sul sito dell’Associazione.

Quest’anno gli incontri si coordinano attorno ad un unico tema: Dante Alighieri, specificatamente nei suoi rapporti con il Trentino, a settecento anni dalla sua morte (1321-2021).
Protagonista del prossimo incontro online, fissato mercoledì 9 dicembre alle 17.00, Antonio Lurgio, teologo e docente al Liceo G. Galilei di Trento e all’Università della Terza età e del tempo disponibile (Utetd) del Trentino, il quale parlerà di Dante Alighieri, teologo del terzo millennio. Ecco il link per entrare nella stanza virtuale (si consiglia di collegarsi un quarto d’ora prima): https://us02web.zoom.us/j/89736053563.
 
Come abbiamo anticipato, sarà possibile assistere anche ai prossimi interventi, solitamente fissati il terzo giovedì di ciascun mese nella Sala Spaur di p.zza Erbe, a Mezzolombardo, tramite il collegamento in video-conferenza garantito dall’app Zoom, grazie anche alla cortese disponibilità dell’Associazione Rosmini di Trento che utilizza la sala virtuale messa a disposizione dalla Fondazione Cassa Risparmio di Trento e Rovereto. Verrà comunicata ogni volta anticipatamente il link con il quale accedere alla conferenza: basterà cliccare sullo stesso e sarà possibile anche interagire con il relatore.
 
Da oltre trent’anni l’associazione è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa.
A riprova della stima di cui è circondata, le iniziative godono del patrocinio, fra gli altri, della PAT, dell’Accademia roveretana degli Agiati e della Società di Studi trentini di Scienze storiche e sono riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase.
Abbiamo il piacere di rivolgere al prof. Antonio Lurgio alcune domande.
 

Sandro Botticelli, Dante e Beatrice contemplano le stelle fisse (Par 21), 1480-95.
 
Il tema dell’incontro online di mercoledì 9 dicembre è Dante Alighieri, teologo del Terzo Millennio. Su quali aspetti focalizzerà maggiormente l’attenzione?
«L’obiettivo non è porre attenzione al percorso teologico di Dante, anche perché molto complesso e con il poco tempo a disposizione si potrebbe solo avanzare qualche balbettio, né alle molteplici teologie presenti. Vorrei spingermi a intuire quei tentativi di problematizzazione che Dante ha posto alla teologia del suo tempo attraverso la poesia.
«Non si tratta di opporre una struttura di pensiero teologico ben definito alle teologie scolastiche del suo tempo. Dante non scrive trattati, ma con la sua poesia, abbeverata alla fonte della bibbia, pone forti interrogativi alla teologia del suo tempo e molti giungono fino a noi oggi. Il tentativo è quello di far venire alla luce alcune di queste domande.»
 
In Dante, la teologia riveste un ruolo fondamentale. Che rapporto c’è tra la poesia di Dante e la sua teologia?
«Dante nel suo profondo è e resta un poeta, ma un poeta che parla del reale che è essenzialmente molteplice. Quindi parla di teologia, di filosofia e altro. La teologia amata da Dante non ha il vertice nella dogmatica, ma nella spiritualità e nella mistica.
«Non contiene la dottrina tomista della subordinazione delle scienze alla teologia, ma si nutre alla fonte della Scrittura. E la poesia diventa lo strumento più efficace sia per penetrarne il senso profondo sia per metterlo a disposizione del lettore.
«In tal modo Dante può rischiare di andare oltre l’ermeneutica del suo tempo in alcune questioni teologiche. La poesia offre questa libertà. Occorre però saperne penetrare i sensi.»
 
Le questioni teologiche affrontate da Dante hanno dato vita nel tempo a numerose dispute, che compito si è assunto scrivendo la Divina Commedia?
«Uno dei problemi importanti riguarda l’ecclesiologia e soprattutto il rapporto fra Scrittura e tradizione, che troviamo nel De Monarchia, testo finito all’indice dei libri proibiti.
«La Divina commedia è il cammino di un uomo che si interessa della propria specie. Con le domande di sempre e i rischi delle risposte. E più si avvicina all’umano, più scorge il divino espresso dalla teologia e dalla Scrittura. E non sempre questo percorso è simmetrico.»
 
Inos Biffi, nel suo saggio «Di luce in luce - Teologia e bellezza nel paradiso di Dante» (edito da Jaca Book), ricorda che «Dante è un poeta, la sua poesia abbellisce la teologia, la rappresenta come un canto, nella sua lirica e nella sua estetica». Può condividere con noi qualche pensiero a tal riguardo?
«La poesia, la musica e la pittura sono certamente le arti più appropriate per parlare del paradiso e la poesia di Dante ha offerto ad entrambe enormi possibilità.
«Dante coi suoi versi non solo ha abbellito la teologia, ma l’ha tirata fuori da una certa aridità e stancante eloquenza. Ne ha sintetizzato il pensiero e lo ha nobilitato.»

  Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

«Quante pagine occorrono per dire con la teologia delle scuole la stessa cosa? Ottenendo però lo stesso risultato tra i posteri?
«E completare il cammino dell’uomo là, da dove tutto ha avuto inizio con parole che nessuno, una volta lette o ascoltate, le ha mai più dimenticate»:

  A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ’l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.

«Non è l’onnipotenza a creare, ma l’amore. Ma gli autori di Genesi 1 l’avevano già compreso.»
 
Come si pone in Dante il rapporto Filosofia-Teologia?
«Bella domanda, ma difficile la risposta anche perché ne abbiamo più di una. Per il Dante della prima ora è ovvia non solo la distinzione ma anche la separazione. La filosofia serve qui ed ora per il cammino verso la felicità terrena mentre la teologia serve al fine ultimo della vicenda umana e cioè la beatitudine celeste.
«L’aver messo Sigieri in paradiso ci dice di questa separazione anche perché costui professava la piena autonomia della ragione e considerava la teologia ancella della filosofia. Era in sostanza un averroista.
«Ma Dante non lo era. In un secondo momento si rende disponibile ad una relazione fra le due a causa della stessa origine. Ma in che modo la relazione.
«Il superamento dell’esame di teologia nel Paradiso non vuol dire la totale accettazione della teologia del tempo da parte di Dante. Si rende conto che ci sono dottrine che non hanno una solida base argomentativa sul versante biblico. Anche se spesso condivide l’esegesi del suo tempo, in molti casi invece segue una lettura diversa e la offre ai propri lettori con particolari accorgimenti poetici.»
 
L’Italia è ancora alle prese con la gestione della pandemia di Covid-19. Da docente come sta vivendo questa situazione?
«Non bene, ma anche per i ragazzi è la stessa cosa. C’è da parte di tutti la consapevolezza che si tratta di una situazione estremamente particolare per cui occorre fare ogni sforzo per tirare fuori il meglio ma sperando fortemente in un ritorno alla normalità dopo le vacanze natalizie. Ci stiamo rendendo conto della ricchezza della scuola in presenza e da questo punto di vista le videolezioni non sono state del tutto negative.»
 
A cosa sta lavorando/progetti futuri?
«Per ora nessun particolare progetto, ma il prosieguo dell’insegnamento al liceo Galilei e all’università della terza età. Una volta in pensione, al massimo fra tre anni, mi piacerebbe rivedere le cose scritte a mo’ di appunti e tradurle in libri, preparare delle guide per un percorso artistico-teologico e un canale youtube per divulgare il tutto.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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