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Mart, «Giovanni Boldini-Il Piacere» – Di Daniela Larentis

Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto riapre con una straordinaria mostra sul pittore italiano morto novant’anni fa

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Come disposto dal recente DPCM, finalmente il Mart riapre con la straordinaria mostra «Giovanni Boldini. Il Piacere», una retrospettiva sul pittore italiano di cui ricorre proprio in questi giorni il novantesimo anniversario della morte, nata da un’idea del Presidente Vittorio Sgarbi, curata dalla curatrice Mart Beatrice Avanzi, esperta in arte italiana dell’Ottocento e del Novecento, e da Tiziano Panconi, specialista dell’opera di Giovanni Boldini al quale ha dedicato studi, mostre e pubblicazioni.
«Il Mart di Rovereto – sottolinea Sgarbi – è il primo museo d’Italia che riapre al pubblico dopo la lunga chiusura di questi mesi di restrizioni e lo fa con grandi progetti e continue sorprese.»
 
I biglietti potranno essere acquistati online, gli ingressi saranno contingentati, in modo da garantire il distanziamento fisico.
Gli orari sono i seguenti: dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18, venerdì dalle 10 alle 21. Per quanto riguarda le modalità di accesso: ingresso su appuntamento (archives@mart.tn.it).
Per chi non potesse recarsi a visitare la mostra personalmente, in assoluta sicurezza, sarà comunque possibile accedervi digitalmente: è già online l'audioguida gratuita disponibile sulla piattaforma izi.travel o sull'omonima app.
 
In primavera l'esposizione sarà poi riallestita a Parigi, al Petit Palais.
Sgarbi ha inoltre comunicato l'arrivo di una importante opera attribuita a Caravaggio, la «Maddalena in estasi»: «Di questo capolavoro – dice – esistono diverse copie, al Mart arriverà da Londra quella che a parere mio e di molti importanti studiosi è l'originale, la più bella versione conosciuta e recentemente ritrovata in una collezione privata».
La Maddalena andrà ad arricchire l'esposizione Caravaggio. Il Contemporaneo prorogata fino al 5 aprile, data di chiusura anche della mostra di Boldini.
 

G. Boldini, Giovane donna in déshabillé - La toilette - 1880 c. olio su tela, 87x67 - Collezione privata.
 
L’esposizione su Giovanni Boldini, visitabile al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, è impreziosita da un ricco catalogo con saggi di Vittorio Sgarbi, Beatrice Avanzi e Tiziano Panconi, di Pietro Di Natale (direttore della Fondazione Ferrara Arte), di Giordano Bruno Guerri (direttore della Fondazione Vittoriale degli Italiani e membro del Comitato Scientifico del Mart) e degli storici dell’arte Elena Di Raddo, Leo Lecci, Marina Mattei, Gioia Mori, Lucio Scardino.
Per favorire l’immersione del visitatore nelle atmosfere boldiniane, il percorso espositivo è accompagnato da una sonorizzazione site-specific realizzata per il Mart dal pianista e compositore Cesare Picco e dal violinista Luca Giardini.
 
Esposte più di 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali appartenenti al patrimonio del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2012.
Tra i più virtuosi e fecondi pittori del suo tempo, Boldini coglie l’essenza di un ambiente sfolgorante, di cui è uno dei più importanti protagonisti.
Da Ferrara a Parigi, passando per Firenze e Londra, il maestro italiano studia Raffaello, frequenta i Macchiaioli e il Caffè Michelangelo a Firenze, conosce Courbet, Manet, Degas e, stabilendosi definitivamente a Parigi, si afferma come uno degli artisti più richiesti.
Grazie anche a una spiccata intraprendenza e a notevoli doti relazionali, Boldini diventa il pittore dei ritratti di società. I suoi dipinti finiscono per descrivere e allo stesso tempo definire lo stile, le tendenze e l’estetica della Ville Lumière, indiscussa capitale europea.
 
La mostra prende il via con i primi lavori realizzati a Ferrara.
Nel 1864, in pieno Risorgimento e in un’Italia appena nata, Boldini si trasferisce a Firenze e aderisce ai moti dei Macchiaioli.
Instaura collaborazioni con Telemaco Signorini, Vito D’Ancona, Cristiano Banti e Giovanni Fattori.
La luce potente della macchia, con le sue forti contrapposizioni chiaroscurali, rimane per il pittore una sorta di ossatura compositiva sulla quale si innestano via via i successivi aggiornamenti stilistici.
A Firenze frequenta anche il pittore Marcellin Desboutin.
 

G. Boldini, Busto di giovane sdraiata, 1912 c. olio su tela 65x80,5 - Cà la Ghironda - ModernArtMuseum.
 
Nel 1871 si trasferisce a Parigi dove si lega al potente mercante Adolphe Goupil.
Successivamente l’artista intensifica i suoi rapporti con l’alta borghesia e con la nobiltà parigina, frequenta gli ambienti più esclusivi e intreccia importanti relazioni con figure di rilievo del mondo culturale, come quella di Edgar Degas.
A partire dagli anni Novanta Boldini si dedica alla produzione di ritratti a grandezza naturale.
 
Vittorio Sgarbi scrive in catalogo: «Ricordo ancora quel 1963, io poco più di un bambino, il nome di Boldini tornare con frequenza nelle conversazioni con un’aura magica… Nella piccola città provinciale erano arrivati i quadri di un grande pittore, internazionale, amico degli Impressionisti.
«Fu la prima delle grandi mostre e non ancora in quello che sarebbe stato un centro all’avanguardia nella promozione della cultura, Palazzo dei Diamanti, ma in un convento, in un chiostro […].»
 
Al Mart l’attività dell’artista viene ricostruita nella sua completezza attraverso un ricco percorso cronologico, che lascia spazio all’approfondimento di alcuni temi e relazioni che ne hanno segnato la lunga e proficua carriera.
In particolare, in mostra vengono analizzati i rapporti con il poeta Gabriele d’Annunzio, attraverso figure di comuni muse ispiratrici come la Divina Marchesa Luisa Casati, colta e trasgressiva, interprete dell’eleganza della Belle Époque.
 

Il paggio, giochi con levriero, 1869 olio su tela, 34,7x53,8 cm Raccolte Frugone - Musei di Nervi, Genova.
 
Beatrice Avanzi evidenzia nel suo saggio Giovanni Boldini, un’altra modernità – Le ragioni di una mostra: «Il piacere, evocato dal titolo di questa mostra, allude non soltanto a un clima condiviso tra la pittura di Giovanni Boldini e l’opera letteraria di Gabriele D’Annunzio, qui ricostruito attraverso suggestioni comuni, frequentazioni e possibili incontri sullo sfondo dell’ambiente raffinato e decadente della Parigi fin-de-siècle.
«Esso evoca anche quel mondo di eleganza, voluttà, seduzione, cui i dipinti di Boldini sono indissolubilmente associati: donne di suprema bellezza, muse eccentriche, divine mondane furono i soggetti prediletti nella lunga carriera dell’artista, originario di Ferrara e affermatosi come ritrattista di fama internazionale, al pari di Sargent, Whistler, Sorolla, Zorn […].»
 
Spiega la curatrice più avanti: «Già alla morte dell’artista - avvenuta nel 1931 - il concittadino Filippo de Pisis scriveva: «Boldini fu un indiavolato talento. Fu un disegnatore di una felicità, di un brio, di una sicurezza (non oso dire profondità, non oso dire forza), spesso di una grazia sorprendente. E pittore fu come pochi dei contemporanei […]».
Sottolinea inoltre: «La percezione di una pittura allo stesso tempo affascinante e imbarazzante è stata colta, con suggestiva efficacia, da Eugenio Riccomini, che, confessando di essere appartenuto a una generazione che prendeva il treno di notte per recarsi a vedere i dipinti di Boldini a Parigi, quasi di nascosto, così come in segreto si leggevano i libri di d’Annunzio.»
«A scuola, naturalmente, ci hanno insegnato a detestarlo. I nostri migliori maestri, quelli cui tutto dobbiamo, ci hanno messo in guardia nei confronti di quell’abilità così sfacciatamente esibita, e mica poco sbruffona. […]
«Ma questo ferrarese fuggito dalla sua città del silenzio, e fugace e anomalo compagno dei macchiaioli, è forse l’ultimo dei virtuosi italiani nella pittura; l’ultimo a stupire il suo pubblico, a lasciarlo a bocca aperta, a strappare l’applauso. L’incanto è innegabile […]»
Abbiamo avuto il piacere di visitare questa importante mostra, è davvero notevole, non deluderà certo i visitatori.

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

Giovanni Boldini, Miss Bell, 1903, olio su tela, 205x101 cm Raccolte Frugone - Musei di Nervi, Genova.

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