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Bruno Lucchi, «Zum Licht|Verso la luce» – Di Daniela Larentis

Da poco inaugurata alla Spectrum Kirche di Passau, in Baviera, la mostra del noto scultore trentino, visitabile dal 30 novembre 2021 al 02 febbraio 2022 – L’intervista

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Inaugurata il 30 novembre 2021 a Passau, in Baviera, «Zum Licht|Verso la luce», l’ultima personale di Bruno Lucchi. Allestita nella suggestiva ambientazione della Spectrum Kirche, sarà visitabile fino al 02 febbraio 2022.
In mostra splendidi disegni ispirati ad alcuni versetti del Vangelo, ma anche enormi figure in terracotta, a portare un po’ di luce e di speranza in un periodo buio e difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia.
Sottolinea Carmela Perucchetti nel catalogo che accompagna la mostra, in un passo del suo intervento critico.

«Con le dieci chine che vanno a illustrare i vangeli del Natale, lo scultore Bruno Lucchi torna alla mai sopita passione per la grafica, che da sempre accompagna silenziosamente la sua ricerca di nuove forme ed espressività. Nella continuità di un percorso narrativo nitido e concentrato sui dati essenziali, l’artista trentino va ad evidenziare due elementi ricorrenti, una sorta di trait d’union interiore: la presenza costante di una Luce («Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo», Gv, 1,9) in forma di astro raggiato, ad indicare nell’Incarnazione la dimensione verticale che unisce cielo e terra, e la presenza della figura angelica, un soggetto particolarmente caro all’artista che lo ha realizzato in più versioni nella sua opera scultorea.»
 

 
Alcuni cenni biografici prima di passare all’intervista, anche se Bruno Lucchi non ha certo bisogno di presentazioni, titolare peraltro per la nostra testata, L’Adigetto.it, della seguitissima rubrica intitolata «Cartoline».
Nato nel 1951 a Levico Terme, Trento, dove vive e lavora, Bruno Lucchi è un artista noto, molto apprezzato sia a livello nazionale che internazionale.
È autore di importanti opere pubbliche di grandi dimensioni, le sue sculture solcano anche i mari, a bordo di ben quattro navi della Costa Crociere.
Dagli inizi degli anni Novanta conta al suo attivo più di duecento esposizioni personali e seicento collettive, realizzate in importanti sedi pubbliche e private e in prestigiose gallerie d’arte italiane ed estere.

Racconta Lucchi, parlando della sua arte: «La mia ricerca abbraccia diverse tecniche, sicuramente quella più riconoscibile è la scultura: figure allungate, capigliature particolari, visi piccolissimi, corpi asessuati, superficie lavorata come la marezzatura del lago, forme sempre in armonia, pur nelle loro sproporzioni, come le versioni delle prosperose Perle.
«La terra è da sempre la materia da cui nascono le mie figure che con il rito del fuoco trasformo, nel mio atelier, in terracotta per divenire, poi, bronzi e porcellane. Recentemente la mia ricerca ha abbracciato nuovi materiali.
«Con l’acciaio Corten, da solo o abbinato al semire [impasto per ceramiche – NdR], mi cimento nella realizzazione di grandi installazioni, opere che trasmettono una rinnovata passione con l’utilizzo di questo nuovo materiale.»
 
In occasione dell’esposizione, abbiamo avuto il piacere di rivolgergli alcune domande.
 

 
«Zum Licht|Verso la luce». Perché è stato scelto questo titolo per rappresentare la mostra?
«Stiamo vivendo uno dei periodi più bui. Non accadeva da tempo. L’economia sta precipitando, i rapporti fra le persone sono sempre più difficili. Da due anni, a causa della pandemia, il mondo è nell’oscurità, in attesa della Buona Novella che lo illumini.
«Verso la luce è appunto il titolo di questa mostra natalizia; tutti i disegni esposti hanno un elemento in comune: una stella che brilla e illumina la scena.»
 
Dove è ospitata e fino a quando sarà visitabile?
«Alla Spectrum Kirche, diretta da Mons. Dott. Bernhard Kirchgessner, Centro spirituale della Diocesi di Passau. Due volte all’anno propongono una mostra nei periodi più rilevanti dell’anno liturgico: Natale e Pasqua. Nel 2014, con il loro patrocinio ho presentato l’importante mostra Dialogo con la Fede al Museo Diocesano a Passau.
«L’anno seguente sono stato chiamato per la mostra pasquale nella Cappella dello Spirito Santo, cuore del centro, con l’esposizione Il Pane spezzato.
«Quest’anno mi è stato proposto di interpretare, con la tecnica del disegno, alcuni versetti dei Vangeli per la mostra della Pastorale degli Artisti della Diocesi 2021-2022.
«Inaugurata il 30/11/21, la mostra sarà visitabile fino al 02 febbraio 2022.»
 

 
Come è stato pensato il percorso espositivo?
«Nella bellissima cappella della Spectrum Kirche, sui pilastri della grande vetrata i dieci disegni ispirati al Vangelo. A fianco dell’ambone la grande scultura, rappresentante Giuseppe e Maria incinta, In Cammino verso Betlemme. Vicino all’altare il Bambinello in fasce.
«Le pietre miliari, rappresentanti le antifone maggiori - i canti della liturgia dell’Avvento - ci accompagnano nell’ultima settimana precedente il Natale indicando il percorso, dall’ingresso della cappella all’altare.
«All’esterno, nel salone d’ingresso, il gruppo scultoreo dell’Annunciazione; alle pareti gli altri dieci disegni sempre in tema, mentre all’ingresso un mio presepio contemporaneo.
«L’Angelo della luce è stato collocato sull’altare, è rivolto verso Maria e Giuseppe in cammino, il 24 dicembre guarderà Gesù bambino.»
 
Quante sono le opere esposte e con che tecnica sono state realizzate?
«Sono 20 disegni inediti su carta, eseguiti con la mia cara penna stilografica. Lavoro eseguito durante il lungo confinamento forzato, un ritorno alla mia prima passione. È stato come ringiovanire e tornare ai miei vent’anni.
«Sono 14 le sculture di grandi dimensioni in semire, un semirefrattario molto resistente; le figure di Maria Giuseppe e l’Angelo sono alte più di due metri, opere che avevo presentato nel 2017-18 al Forte delle Benne a Levico Terme, nell’importante mostra per il centenario della Grande Guerra.»
 

 
Quale elemento le accomuna?
«Nei disegni è la cometa che illumina e indica la strada. Tutte le opere sono ispirate dal Vangelo, in particolare dai passi della Natività, dell’Annunciazione, del Battesimo di Gesù e del Martirio di Santo Stefano.»
 
C’è un messaggio che ha voluto trasmettere in particolare?
«Il messaggio è sicuramente quello della Speranza; ma non è mio, è una rappresentazione di un testo sacro, il messaggio è nel Vangelo, nella nascita e venuta di Gesù Salvatore. Un grande Libro da leggere e rileggere.»
 

 
Lei ha ritratto diverse figure di angeli. Può condividere qualche pensiero a riguardo?
«Sono molto legato all’angelo, una figura di luce che vigila su di noi dal nostro primo respiro, fino all’ultimo. È legato ai ricordi della mia infanzia e a persone vicine e care, Angela e Angelina. È un soggetto che ho ripreso più volte nel tempo, come l’arcangelo Gabriele, con le ali a forma di cuore. Sono soggetti che mi piacciono, che stimolano la mia creatività.
«Trovare nuove forme e soluzioni diverse è impegnativo ma gratifica molto. Quando affronto un nuovo soggetto cerco di farlo mio; renderlo personale e riconoscibile non è semplice, ci vuole molto lavoro, molto studio.
«La scultura ha un modo lento per procedere, ha bisogno di tecnica, pazienza e ricerca. In corso d’opera cerco di non cambiare l’idea iniziale, preferisco terminare il lavoro e realizzarne un altro, seguendo la nuova idea. Lavoro sempre per cicli.»
 
Può commentare «Armonia dell'unione», un’opera che rinvia al valore della famiglia?
«È dedicata al legame profondo, tenero e amorevole della famiglia. Il Bambinello, Maria e Giuseppe in un abbraccio che fonde tre figure in una sola, la vera unione.
«Ho lavorato molto sul Bacio e soprattutto sull’Abbraccio, le manifestazioni di affetto che più ci sono mancate, in questo periodo di pandemia.»
 

 
Ad impreziosire l’esposizione un esaustivo catalogo. Chi vi ha collaborato?
«Sì, sono molto soddisfatto di questo catalogo, non è stato semplice abbinare disegni, sculture e testi in armonia, ma con il prezioso lavoro dell’amico e grafico Matteo Lorenzi (compositore, cantante, musicista, da qualche anno anche scrittore di successo) assieme allo splendido team della Publistampa, ne è uscito un piccolo gioiello. Grazie anche alla splendida foto della cover del fotografo e amico Aldo Gabbana.»
 
A cosa sta lavorando/Progetti futuri?
«Sono finalmente riprese le esposizioni e le fiere, se non ricadremo nell’oscurità ho ancora in agenda parecchi appuntamenti. In questo periodo, sono particolarmente impegnato nel restauro del Molo 51 con la costruzione del nuovo studio, dove spero di traslocare il prossimo anno. Mi spiace lasciare il mio splendido atelier, ma lì sarà tutto più semplice e pratico.»
 
Un’ultima domanda: la pandemia ha messo a dura prova l’intero mondo della cultura. Tornerà la luce?
«Tornerà la Luce, certamente, è sempre successo. Non solo il mondo della cultura è stato messo a dura prova in questo complicatissimo periodo, noi artisti delle arti visive siamo stati più colpiti di altri, anche se per le istituzioni siamo invisibili e totalmente ignorati... fortunatamente abbiamo un importante sostegno che non tutti hanno: la passione per ciò che facciamo.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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