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Claudio Foradori e Carla Decarli, «Blumen» – Di Daniela Larentis

La mostra dei due artisti trentini è visitabile a Trento nella Cattedrale di San Vigilio, Aula San Giovanni, fino al 6 giugno 2022

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È in corso a Trento la 36ª esposizione in Cattedrale San Vigilio, la personale degli artisti trentini Claudio Foradori e Carla Decarli.
Inaugurata lo scorso 13 maggio in Aula San Giovanni (con presentazione di Mons. Lodovico Maule, Decano del Capitolo della Cattedrale, e Nicoletta Tamanini per Claudio Foradori) sarà visitabile fino al 6 giugno 2022 nei seguenti orari di apertura: orari 9.00 - 12.00 / 14.30 - 18.00.
 
Il Duomo di Trento, dedicato al vescovo tridentino Vigilio, patrono della città, vanta una storia antica e complessa ed è un vero e proprio scrigno di arte sacra, con testimonianze scultoree e pittoriche dall’età paleocristiana al XIX secolo, un luogo di preghiera straordinario che colpisce il visitatore per l’austera bellezza.
Nella stupenda Cappella Alberti, costruita in stile barocco sulla parete sud della Cattedrale tra il 1682 e il 1687 per volere del principe vescovo Francesco Alberti Poja, è possibile fra l’altro ammirare l’altare con il magnifico crocifisso ligneo, davanti al quale furono proclamati i decreti del Concilio (Crocifisso del Concilio).
 
Spiega Mons. Lodovico Maule che chi varca la cancellata, che dalla navata sud della cattedrale introduce nella cappella Alberti, detta anche del Santo Crocifisso, avverte immediatamente di accedere a uno spazio particolare e straordinario.
«Questo spazio, che come stile si distacca completamente da quello della cattedrale romanica – sottolinea innanzi a un folto pubblico e nella brochure dedicata all’evento, – si mostra in forme riccamente barocche e si apre come luogo dove arte, teologia, bellezza, poesia e preghiera si fondono in un’unica realtà armonica, che colma il cuore di incanto e di stupore […].»
 

 
Se volessimo soffermarci a leggere e commentare l’insieme di questo spazio avremmo bisogno di un gran numero di pagine e qui non ci è consentito.
Allora sommariamente proviamo ad introdurci nell’elegante mostra dal titolo «Blumen» curata da Carla Decarli e Claudio Foradori, che vogliono rendere omaggio nei nostri giorni a quest’opera, la Cappella del Crocifisso, che da secoli orna ed onora la nostra Cattedrale […].
«Ai lati dell’altare – prosegue più avanti Mons. Lodovico Maule – sono raffigurati, a intarsio marmoreo, due grandi vasi di fiori di raffinata eleganza nei loro multiformi colori, se poi solleviamo lo sguardo alle mensole che sovrastano l’altare le vediamo adorne di un insieme di fiori, di frutti “abitati” da simpatici uccellini che beccano la frutta come in un giardino paradisiaco.»
 
«Proprio riferendosi a queste splendide immagini, l’artista Carla Decarli ci ripropone, mediante dei dipinti in acrilico, la dolce bellezza di un insieme di piccoli uccellini che ci mostrano e ci fanno leggere la grazia e la meraviglia del creato, accanto a questi piccoli volatili troviamo la raffigurazione dei fiori e dei frutti della terra, ricordo di quel giardino dove il Creatore aveva posto l’uomo quale custode e signore dell’opera divina.
«Infine, l’artista offre al nostro sguardo, e possiamo dire alla nostra contemplazione, figure angeliche che ornano la cappella Alberti, o del santo Crocifisso, angeli che celebrano il mistero della Croce di Cristo e dell’opera della redenzione, le loro splendide ali sono rese in maniera da farci cogliere l’aspetto assolutamente spirituale di queste creature angeliche, che in eterno cantano la gloria di Dio e che la benevolenza del Signore ha posto come amici e custodi nel cammino di ogni uomo.»
 

 
«Possiamo quindi soffermare la nostra attenzione – continua – sulle opere di Claudio Foradori che attirano lo sguardo e l’attenzione anche per la loro materialità, sono infatti opere realizzate in marmo e vetro.
«Con i loro colori e con la loro materia, ci riconducono anch’essi in maniera, potremmo dire quasi “fisica”, alla bellezza delle immagini intarsiate che adornano l’altare della cappella e il suo pavimento.
«Possiamo così vedere un insieme di fiori marmorei, di sementi in marmo e vetro, e ancora fiori che, collocati nel vetro, fanno pensare alle finestre ornate delle nostre case, quindi una serie di cactus […].»
 
Evidenzia in un passo del suo intervento critico Nicoletta Tamanini, a proposito dell’arte di Claudio Foradori.
«È un lungo percorso di ricerca e sperimentazione teso a quella sublime perfezione formale che l’uomo anela come indubbia scintilla d’Infinito quello realizzato da Claudio Foradori, pittore e scultore, scrittore e poeta, emozionato dalla pura, semplice bellezza della Natura e incuriosito dalla profonda spiritualità dell’animo umano, tematiche di indubbio fascino e spessore a cui egli, nel tempo, ha dedicato veri e propri “cicli” artistici.
«Dotato di sottile ironia e incline alla speculazione filosofica, inesauribile creativo e profondo conoscitore della scultura classica e delle ancor più affascinanti esperienze novecentesche, Foradori, arricchito anche dagli insegnamenti di alcuni grandi nomi dell’arte contemporanea, dopo decenni di attività pittorica, si dedica ormai da tempo ad alcune arti plastiche.»
 
«Tra queste, oltre all’interesse per l’architettura e il design, spiccano, come detto, la lavorazione del prezioso marmo toscano e la creazione di opere in cui la delicata fragilità del vetro, la sua trasparenza e, ancora, il complesso, sempre mutevole, gioco di riflessi che la luce opera sulla sua superficie trasformandola, lo sublimano in specchio della divina, cosmica armonia.
«Un equilibrio perfetto che Claudio Foradori, da sempre ispirato dai grandi misteri dell’Universo, con grande perizia tecnica persegue in una continua, ideale dialettica tra materia e spirito, tra luce e tenebra, tra effimero e infinito delineando un complesso e completo progetto artistico teso alla ricerca di una sublime perfezione estetica ma ispirato da una tensione fortemente spirituale.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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