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Loredana Trestin, due importanti appuntamenti – Di Daniela Larentis

Membro del comitato scientifico della Triennale di Arti Visive a Roma del 2017, è curatrice della Biennale Arte Dolomiti 2016, alla quale parteciperà anche Yoko Ono

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Loredana Trestin, genovese, presidente di Divulgarti, l’associazione no profit che ha promosso TecnoNart, la mostra allestita con successo l’estate scorsa nelle meravigliose sale e negli spazi di Casa de Gentili, Sanzeno, sta preparando, sempre in Trentino, la seconda edizione della manifestazione.
Da sempre si occupa di arte: docente di discipline pittoriche di arte contemporanea , gallerista, è curatrice di prestigiose esposizioni, fra tutte ricordiamo quelle allestite a Palazzo Zenobio, Venezia (di cui è stata direttore artistico fino a dicembre 2015).
Collabora da qualche tempo con importanti spazi espositivi a Glasgow ed è stata da poco nominata quale membro del comitato scientifico della prossima Esposizione Triennale di Arti Visive, un evento di grande interesse che si terrà a Roma nel 2017.
Inoltre, curatrice della Biennale Arte Dolomiti 2016, una manifestazione che vede riuniti artisti da tutto il mondo in Cadore, a cui sarà presente straordinariamente con un’opera l’eclettica Yoko Ono, artista, musicista, cantautrice giapponese, già conosciuta nel mondo dell’arte, la quale ha raggiunto una fama internazionale con il matrimonio e la successiva carriera artistica con John Lennon.
 

Photo by Kate Garner © Yoko Ono.
 
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrarla, approfittando dell’occasione le abbiamo posto alcune domande.
 
Lei è stata nominata membro della commissione scientifica che valuterà le opere della prossima Triennale di Roma 2017. Qual è il titolo dell’evento e che cosa rappresenta?
«Il titolo è AETERNA: l’Eternità rappresenta l’Ignoto con cui si confronta inevitabilmente l’essere umano, allorché constata la propria caducità.
«È una dimensione incommensurabile, che è avvertita come connaturale alla spiritualità dell’uomo, risultando in contrasto con la temporaneità della sua dimensione fisica».
 
C’è stata da poco una conferenza a cui lei ha partecipato presso l’Università La Sapienza di Roma, relativa all’evento che si terrà nella capitale il prossimo anno. Ci può dire qualcosa a proposito del suo intervento?
«La Triennale AETERNA, in programma per il prossimo anno, non casualmente si colloca a Roma, nella Città Eterna, e tende dunque a dare spazio e visibilità a quella nuova avanguardia dell’Arte che è stata teorizzata nel primo decennio del Duemila dal critico d’arte e curatore Daniele Radini Tedeschi, denominata Estetica paradisiaca; il movimento è nato nel 2011, documentato in diverse pubblicazioni edite da Mondadori (tre volumi oltre a diversi cataloghi di mostre).
«Il critico Daniele Radini Tedeschi ha individuato quali caratteristiche salienti di questo movimento estetico l’amore verso lo spettatore, la dolcezza esecutiva, la capacità di ovattare il pubblico grazie alla fratellanza e al sentire comune, tutte prerogative di questa visione utopica
 
Qual è la peculiarità di questa tendenza artistica?
«La peculiarità di questa tendenza artistica è individuabile in una lievità del colore e della forma, che trasporta lo spettatore in una dimensione di sogno, certamente terrena, ma avulsa dalla prosaicità e dalle criticità della stessa: al punto di far parlare di una sorta di Paradiso terrestre dell’Arte, inseguito e ricreato attraverso queste nuove espressioni artistiche.»
 
Lei è la curatrice della Biennale Arte Dolomiti 2016, una straordinaria esposizione che verrà inaugurata a breve e che prevede la partecipazione di artisti di fama internazionale provenienti da nazioni diverse. Ci può dare qualche anticipazione?
«La mostra verrà inaugurata il prossimo 28 maggio (sabato) e si terrà a 2183 metri di altezza, presso la ex Caserma a Monte Rite, a Cibiana di Cadore, una fortezza sopravvissuta a due guerre mondiali.
«Prevede la partecipazione di una trentina di artisti, i quali provengono da sedici nazioni e rappresenteranno il loro paese nel cuore della natura: come le altezze e i confini dividono, così l’arte unisce culture, etnie, pensieri a livello globale.»
 
Perché gli organizzatori dell’evento hanno deciso di allestire la mostra in una spettacolare location, tuttavia più difficile da raggiungere rispetto a un qualsiasi centro cittadino?
«La caserma è stata in passato teatro di sofferenze umane, ora, a un secolo di distanza, diventa un luogo di aggregazione culturale. Del resto la natura è sempre fonte di ispirazione, in qualsiasi situazione.
«Non dimentichiamoci che l’arte permette di dare spazio alla libertà, alle idee, alla propria sensibilità.
«Gli ideatori e gli organizzatori dell’evento hanno pensato di trasformare la ex caserma facendola diventare un luogo di indimenticabili emozioni.»
 
Chi sono gli organizzatori dell’evento?
«L’organizzatrice dell’evento è la finlandese Paivi Tirkkonen, il Direttore tecnico è Andrea Zinato, il responsabile della Comunicazione e Marketing è Alberto Gersich.
«Ho trovato in loro dei collaboratori fantastici. Paivir Tirkkonen è una professionista del settore arte, ha lavorato per la Biennale di Venezia e di conseguenza è per me un onore lavorare al suo fianco, una decisione coraggiosa la sua di voler organizzare una biennale a 2.200 metri di altezza, tuttavia le sue competenze sono tali per cui io mi sento tranquilla.
«Anche Andrea Zinato, architetto e responsabile tecnico dell’evento, è un professionista dal quale poter apprendere sempre cose nuove, è un architetto dalle mille idee e dalle mille soluzioni.
«Albert Gersich si occupa della comunicazione con grande stile, gestendo artisti, aziende e istituzioni con estremo equilibrio, insomma, posso dire di essere felice di collaborare con questo team: impegno, difficoltà, imprevisti, fatica sono all’ordine del giorno, ma lavorando con piacere non si può che raccogliere grandi soddisfazioni.
 
Che durata avrà l’evento?
«Dal 29 maggio al 2 ottobre 2016»
 
Ci può anticipare i nomi degli artisti in mostra e la loro provenienza geografica?
«Gli artisti in mostra come ho detto prima sono circa una trentina. Vengono da quattro continenti, mentre Yoko Ono viene da un continente denominato Nutopia. È un continente concettuale elaborato da lei e da John Lennon, l’isola che non c’è, il continente utopico.
«Per quanto riguarda gli altri artisti, quattro di loro provengono dall’Australia e sono: Ann-Maree Reaney, Colin G Reaney, Karee S Dahl, Virginia Ryan.
«Dall’Austria viene Reinhard Schell, dal Brasile Fabio di Ojuara, dalla Costa d’Avorio Jacques Samir Stenka.
«Eva Malm e Kiba Lumberg vengono invece dalla Finlandia. Koka Ramishvili viene dalla Georgia.
«Dalla Germania viene Stefan Soravia e dalla Grecia Gabriella Daris.
«Dall’India vengono: PS Jalaja, Monali Meher, Prabhakar Pachpute, Remen Chopra, Sonia Jose, Vibha Galhotra.
«Dall’Italia vengono invece: Antonia Trevisan, Carla Benvenuto, Carlo Busetti, Emanuela Barilozzi Caruso, Giorgio Pica, Luca Peroni, Paolo Lorenzo Parisi, Tamara Ferioli, Valerio Toninelli.
«Dalla Palestina viene Raeda Sa’adeh, dalla Polonia viene Dominika Zamara, dalla Russia viene Bashir Borlakov, da Singapore vengono Andrée Weschler e Valerie Ng.
«Dalla Slovenia viene Mateja Suligoj e dalla Turchia vengono Nilhan Sesalan e Yesim Agaoglu.
«Dall’Uruguay viene Pablo Atchugarry, dagli USA vengono Jennifer White Kuri e Susan Harbage Page.»
 
Un successo annunciato questa promettente esposizione d’alta quota, come del resto lo sono tutti gli eventi curati da Loredana Trestin.
Una mostra di cui avremo modo di occuparci ancora e che non deluderà certo il visitatore, un’occasione unica da non perdere anche per gli amanti della montagna.
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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