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Matteo Boato alla Kleine Galerie, Bolzano – Di Daniela Larentis

Si tratta di un’importante personale dal titolo «The dancing houses»: resterà aperta al pubblico fino al 27 agosto 2016

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Bozen, olio su tela - 100x100 cm - 2011.
 
L’artista trentino Matteo Boato ha inaugurato il 19 agosto una nuova mostra a Bolzano, presso la Kleine Galerie.
Si tratta di un’importante personale dal titolo «The dancing houses», olii su legno e carta di varie dimensioni: resterà aperta fino a sabato 27 agosto 2016, data in cui è previsto il finissage alle ore 18.00 (orari della mostra: martedì-sabato 10-12.30|16-19).
Ricordiamo che la piazza è un motivo conduttore molto caro a Matteo Boato, «l’artista delle piazze».
In questa società liquida, dove tutto cambia e si modifica velocemente, le persone non hanno più tempo di incontrarsi, di parlarsi, sempre più spesso si ritrovano o si conoscono all’interno di un «altro spazio», quello virtuale, dove approfondiscono le conoscenze, costituiscono gruppi (si pensi ai social) e condividono le «emoticons», ma la piazza è sempre e sempre lo sarà, il cuore pulsante di ogni paese, il luogo fondamentale dell’incontro e dello scambio relazionale, il fulcro sociale, culturale, economico di ogni città. Per lui la piazza «è un luogo dove chiunque passi lascia un frammento di vita, uno sguardo, un pensiero, un’idea».
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
 

Mantova, Olio su tela - 90x90 cm - 2009.
 
«Le case danzanti» è il titolo dell’esposizione appena inaugurata a Bolzano, riconducibile allo studio sui nuclei storici. A quali serie di lavori ha dato vita tale studio?
«La mostra presso la Piccola Galleria / Kleine Galerie di Bolzano raccoglie l'ultimo stadio della mia ricerca su nuclei storici che ha dato vita a serie titolate Le Case danzanti, Cielo di Tetti, La Piazza e ha avuto influenza anche su due serie dal titolo Terra e Plenilunio
 
Quando è nata questa ricerca e come si è evoluta nel tempo?
«Nel 1999 ho cominciato ha focalizzarmi su due temi cardine: la casa, tematica complessa e dalle molteplici interpretazioni, e la piazza, che considero fondamento della socialità, ambiente intimo e allo stesso tempo aperto al dialogo e al confronto.
«Questi argomenti sono il fulcro concettuale di molti lavori che toccano vari centri italiani come Venezia, Bolzano, Padova, Trento, Milano, Firenze, Siena, Roma, Mantova.
«Dal punto di vista prettamente pittorico i lavori si sono liberati mano ma mano delle cromie più forti andando verso una bi/tricromia (bianco, nero, ocra) che caratterizza gli ultimi anni.»
 
Lei viaggia molto, per lavoro si reca spesso all’estero: c’è qualche centro che nelle sue tele non ha ancora immortalato ma che vorrebbe nel futuro ritrarre per qualche particolare ragione?
«Mi piacerebbe molto lavorare su New York e Hong Kong.»
 
Che cosa simboleggiano le sue «Case Danzanti»?
«L'intento di questo percorso è di scoprire l'anima della città, indagando case, facciate, porte e finestre che si affacciano sul loro cuore medioevale. Impregnati degli umani umori, questi edifici conservano impresse nella loro materia costruttiva le storie delle persone le hanno abitate e il senso del loro agire.
«Un richiamo verso le nostre radici, verso un mondo fragilissimo in continuo pericolo di scomparsa. Questa serie di tele ancor oggi alimentata e viva è accompagnata da lavori che escono dal nucleo urbano, incentrati sul territorio ed il paesaggio rurale.»
 

Mantova, olio su tela - 90x90 cm - 2009.
 
L’aggettivo «danzanti» relativo a questa serie di opere è da intendersi unicamente in un’accezione positiva?
«L'aggettivo danzanti relativo a questa serie, oltre ad una connotazione gioiosa, si può collegare al tema delle danze macabre, affascinanti affreschi gotici nei quali l'apparire della morte nei festini di donne e cavalieri richiama alla precarietà dell'umano.
«Ma Le Case Danzanti sono soprattutto case in cammino, che vorrebbero volare, danzare la loro storia; aggrappate alla roccia e al tempo, come tessere di un raffinato mosaico.»
 
Quanto durerà la mostra?
«Aperta venerdì 19 agosto, chiuderà, con un finissage, sabato 27 ad ore 18.00.»
 
Lei è stato recentemente a Hong Kong e tornerà là per una personale: ci può dare qualche anticipazione sul tema della futura mostra nella città asiatica?
«La mostra verterà sugli stessi temi di questa esposizione bolzanina: la casa, la città, la piazza.»
 
Progetti futuri?
«Moltissimi. Darei priorità a una importante esposizione al MUSE di Trento in primavera 2017.»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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