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«Gli incontri del giovedì»: 20 ottobre – Di Daniela Larentis

Con gli arch. Bruno ed Enrico Pedri nella Sala Civica di Mezzolombardo si parlerà di trasporto del vino lungo la via Claudia Augusta, fra storia e turismo

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L'artista di «Incontri d'arte» Egidio Petri scolpisce davanti a Cascina Triulza durante Milano Expo 2015.
 
L’Associazione Castelli del Trentino anche quest’ anno ha predisposto un ciclo di conferenze che si terranno di giovedì, alle 20.30, nella Sala Civica di Mezzolombardo, Corso del Popolo 17 (si protrarrà fino al 20 aprile 2017).
Il ciclo di serate, denominato «Gli incontri del giovedì», organizzato dal presidente Bruno Kaisermann e dal vicepresidente, il giornalista, storico e critico d’arte Pietro Marsilli, prosegue con un secondo appuntamento giovedì prossimo.
Il 20 ottobre si parlerà, infatti, di trasporto del vino lungo la via Claudia Augusta, fra storia e turismo, con gli arch. Bruno ed Enrico Pedri.
Parlando di turismo nasce spontaneo interrogarsi su quale sia il rapporto esistente tra risorse culturali e sviluppo turistico.
Abitiamo in un territorio naturalmente dotato di risorse culturali immense, oggi come oggi c’è sempre più la necessità di inserire il patrimonio culturale nell’offerta turistica.
Quello che ci preme dire è che lo Stato ha delle responsabilità a riguardo, quella innanzitutto di conservare, esigenza che riguarda la protezione e il restauro, ma anche valorizzare in tutti i modi possibili, facendo conoscere al pubblico il suo straordinario patrimonio.
Abbiamo avuto il piacere di rivolgere ai due architetti Bruno ed Enrico Pedri alcune domande.
 
Architetti, promotori di percorsi culturali: di che cosa vi occupate nel dettaglio?
«Lo studio Pedri, con sede a Salorno, da molti anni si dedica al recupero di edifici storici, antichi e di valorizzazione di siti archeologici della Valle dell’Adige. L’arch. Enrico, presidente del Consorzio Kyotohaus, è specializzato nel recupero degli edifici sottoposti a tutela sia dal punto di vista architettonico ma soprattutto energetico.»
 
Il trasporto del vino lungo la via Claudia Augusta: qual è l’importanza storica, sociale ed economica di questa antica arteria stradale?
«La Via Claudia Augusta, la cui costruzione è iniziata nel 15 a.C. ed è terminata nel 47 d.C. divenne l’asse principale tra il mare Adriatico e la Pianura Padana, con il fiume Po da una parte, con le regioni d’Oltralpe fino al fiume Danubio dall’altra.
«Fu la via che permise la penetrazione della civiltà latina, con la sua lingua, le sue leggi ed i commerci, quello del vino in particolare.»
 
Che cosa rappresenta oggi, a duemila anni dalla sua ideazione?
«Se oggi si può parlare di una unica cultura e di una unica civiltà europea, la dobbiamo molto a quella strada, costruita 2000 anni fa, la Via Claudia Augusta.
«Questo grande tracciato stradale, ideato e costruito dai romani ha permesso l’avvicinamento dei popoli superando, con un opera ingegneristica, per l’epoca eccezionale, la barriera delle Alpi.»
 

Mostra «Incontri d'arte lungo la Via Claudia Augusta» all'interno della Domus Romana di Mezzocorona.
 

Nell’incontro che si terrà il prossimo 20 ottobre a Mezzolombardo, verrà proiettato un filmato presentato all’Expo di Milano l’anno scorso: di che cosa si tratta?
«Il giorno 8 ottobre 2015 all’Expo di Milano era la giornata dedicata alla cultura. Tra le numerose manifestazioni di quella giornata, con grande soddisfazione, è stata scelta in modo significativo, la mostra itinerante di Incontri d’arte lungo la Via Claudia Augusta con tema la botte.
«Questa manifestazione è stata coordinata dall’arch. Enrico Pedri con la Cooperativa Dirò ed il consorzio turistico Piana Rotaliana Koenigsberg. Per l’occasione era stato proiettato un filmato che sintetizzava il concetto e l’importanza che la botte ha avuto nel trasporto del vino lungo la Via Claudia Augusta.»
 
La botte è un po’ il simbolo dei primi scambi commerciali e culturali lungo la via Claudia Augusta, attraverso le Alpi, fino al Danubio: da chi fu inventata?
«Per il trasporto del vino i romani utilizzavano principalmente le anfore. Secondo la bibliografia i Celti, nel 100 a.C. inventarono la botte in legno, come contenitore e trasporto della birra. Quando i romani scoprirono questo interessante contenitore di legno, lo provarono per il vino con un grande successo.
«Secondo gli storici, difficilmente le fragili anfore sarebbero riuscite a far giungere il vino sulle sponde del Danubio. Va considerato che il vino faceva parte della strategia militare. Prima di affrontare in battaglia il nemico soldato barbaro, una giusta quantità di vino dava il necessario coraggio ed euforia.
«A conferma dell’importanza del commercio del vino abbiamo il prezioso monumento funebre, ritrovato nel 1981 sulle rive del Danubio, dedicato al commerciante di vino di Trento, dove sono raffigurate delle botti. Famosa è la pietra scolpita, conservata al museo archeologico di Augusta, dove viene raffigurato un carro di epoca romana con sopra una grande botte di vino, trainato dai buoi.»
 
Nel 2014 è stata organizzata un’esposizione dal titolo Incontri d’arte che aveva come tema la botte: potete brevemente illustrarci l’iniziativa?
«La Cooperativa Dirò, in collaborazione con il Consorzio Turistico Piana Rotaliana Koenigsberg, con il programma Incontri d’arte lungo la via Claudia Augusta ha promosso la seconda edizione con il tema la botte.
«Vi hanno partecipato 25 quotati artisti residenti lungo le varie località toccate dalla Via Claudia Augusta, fra la Pianura Padana e la Pianura Danubiana, coinvolgendo artisti Italiani, Austriaci e Germanici.
«La mostra è stata inaugurata nel maggio 2014 presso lo spazio espositivo al piano terra della Domus Romana di Mezzocorona, accompagnata da un elegante catalogo bilingue, che sintetizza l’importanza dell’iniziativa sia sotto il piano turistico che culturale.
«La mostra itinerante ha ottenuto un notevole successo, tanto da meritare la partecipazione all’Expo di Milano.»
 
Dove è stata ospitata la mostra?
«La mostra itinerante è stata ospitata nelle varie località prestigiose lungo la Via Claudia Augusta: al sito archeologico del Sas di Trento, all’Eurac di Bolzano, al museo di Alfinstermuentz, a Leider e Fliess in Austria a Fuessen e Rosshaupten in Germania.
«In occasione dell’Expo di Milano il filmato è stato presentato presso la Casina Triulza, che per la giornata della cultura si è gemellata con la Domus Romana di Mezzocorona.»
 

Gli artisti di «Incontri d'arte» davanti alla Domus Romana di Mezzocorona.
 
Ci potete svelare qualche particolare sull’allestimento esterno della «Domus romana» di Mezzocorona?
«L’area archeologica del Giontec di Mezzocorona, scoperta vent’anni fa, per la sua vastità (3.000 mq), veniva denominata la Pompei Trentina.
«La Domus Romana, voluta dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici di Trento, vuole essere una memoria raffigurante, sulla base della documentazione, la prima cantina vinicola della Piana Rotaliana.
«Attualmente lo spazio del piano terra della Domus viene gestito dal Consorzio Turistico Piana Rotaliana Koenigsberg, dove sono state fatte diverse promozioni turistiche e culturali, legate alla Via Claudia Augusta, di grande rilevanza.»
 
Quali sono gli artisti che hanno partecipato all’evento?
«Sul tema della botte della seconda edizione di “Incontri d’arte” hanno partecipato 25 artisti dei tre stati attraversati dalla Via Claudia Augusta, 12 Italiani, 5 Austriaci e 8 Germanici.»
 
«Monumeto alla botte»: ci potete commentare l’opera dell’artista Gigi Giovanazzi?
«Come studio Pedri siamo stati incaricati di partecipare all’allestimento del sito archeologico della testa di ponte romano di Lagundo.
«Già nel I sec. Lagundo e Tell, in epoca romana, costituivano il confine della via Claudia Augusta tra la Raetia e la Decima Regio. Il comune di Lagundo (con stemma la botte) ha commissionato allo studio Pedri il progetto di un monumento alla botte.
«Il monumento alla botte è stato realizzato in vetroresina dall’artista trentino di Incontri d’arte Gigi Giovanazzi. Questa iniziativa è stata sostenuta e finanziata dalla birreria Forst, che si trova a Lagundo a 500 metri dalla testa di ponte. Quest’opera è stata molto apprezzata anche dalle cantine vinicole del paese.
«La collocazione di questo monumento oltre a fare un omaggio allo stemma del paese, raffigurato dalla botte, in modo significativo evidenzia che da Lagundo verso nord (ex Raetia) il territorio è legato alla birra; mentre da Lagundo verso sud (ex Decima Regio) si trovano i pregiati vini.
«Il monumento è alto 4 metri, alla base viene raffigurata una botticella dove fuoriesce la birra e con la schiuma rialzata verso l’alto, avvolge le botti di vino di epoca diversa.»
 
A cosa state lavorando?
«Per quanto riguarda la parte archeologica stiamo completando il progetto di sistemazione e valorizzazione del parco archeologico di Cafarnao (Israele).
«Per quanto riguarda “Incontri d’arte”, assieme al Consorzio Turistico Piana Rotaliana Koenigsberg stiamo preparando la terza edizione con titolo “Dal pagano al cristiano lungo la Via Claudia Augusta” con l’obiettivo turistico culturale di mettere in rete e valorizzare le numerose testimonianze archeologiche oggi esistenti su questo territorio».
 
Daniela Larentis - d.larentis@ladigetto.it

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