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Mauro Berlanda, «Tracce nel silenzio» – Di Daniela Larentis

La mostra sulla montagna, a cura di Nicoletta Tamanini, è stata inaugurata a Villalagarina alla presenza di un ospite d’eccezione: l’alpinista Fausto De Stefani

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Spazi contemplativi - 2016 - Acrilico su tela 100x240.
 
Una bella mostra sulla montagna dell’artista Mauro Berlanda è stata da poco inaugurata a Villalagarina, Trento.
L’esposizione curata da Nicoletta Tamanini è intitolata Tracce nel silenzio e resterà aperta al pubblico fino al 7 maggio prossimo.
«Con un linguaggio pittorico efficace – spiega la curatrice e critica d’arte, – estremamente originale e immediatamente riconoscibile, Mauro Berlanda congela l’attimo perfetto, quell’attimo magico che si è fissato nella memoria e nel suo animo d’artista, ricreandolo, immutato, sulla tela in tutta la sua ammaliante bellezza.
«Colori pieni e vivaci, luci abbaglianti ed ombre minacciose, il fascino del silenzio, persino l’inconfondibile odore dell’aria pura e cristallina delle alte cime avvolgono l’incredulo osservatore, trasportandolo in un mondo fantastico – sottolinea Tamanini – ispirato dal reale ed immediatamente sublimato in una dimensione di divina eternità dalla felice mano del pittore.»
 

 
Mauro Berlanda è un artista che da sempre è affascinato dal paesaggio alpino (nasce a Merano, Bolzano, dove trascorre l’infanzia).
Al suo attivo conta importanti esperienze nel campo della grafica, si dedica alla pittura fin dagli anni 80 del secolo scorso e partecipa a numerose mostre collettive e personali.
Dal 2000 fa parte dello storico gruppo «Amici dell’Arte di Riva del Garda» ed è socio fondatore dell’Associazione di artisti ledrensi «Encontrarte».
Le sue opere esprimono in maniera efficacissima il fascino delle alte vette, emozionando il visitatore.
La montagna si può amarla in molti modi diversi, c’è chi la frequenta d’estate e chi in inverno, chi ama l’escursionismo e chi all’alpinismo, come dice Erri De Luca «una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso».
Chi arrampica, contrariamente al pregiudizio di alcuni, ama moltissimo la vita e proprio per questo avverte il bisogno di misurare se stesso, alla ricerca forse di una dimensione più autentica della propria esistenza.
 

 
All’inaugurazione dell’evento era presente quale ospite d’onore un personaggio d’eccezione, il grande alpinista Fausto De Stefani (secondo alpinista italiano dopo Reinhold Messner e sesto al mondo ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8.000 metri, più o meno fra i primi anni 80 e la fine degli anni 90).
Ricordiamo che ha compiuto, come è risaputo, tutte le salite, tranne l’Everest, senza l’uso delle bombole di ossigeno.
De Stefani è da molti anni impegnato nel sociale, con l’associazione «Senza Frontiere» porta avanti diversi progetti, fra cui la realizzazione di scuole per bambini in Nepal.
Gli abbiamo chiesto a che punto è il progetto a cui si dedica da anni con passione e lui ci ha risposto dicendo che sono state realizzate già sei strutture, una primaria, una secondaria, una scuola professionale, un istituto d’arte e poliambulatori.
«La scuola è bellissima – ci spiega – perché le scuole devono essere belle.»
 

 
«Io credo – aggiunge – che quando decidi di fare qualcosa prima di tutto lo devi far bene, altrimenti è meglio non farlo. Durante il terremoto di 7.8 nessuna scuola ha riportato lesioni e questo la dice lunga.»
Alla domanda qual è stato il momento più emozionante di tutto il progetto ci ha risposto così.
«Dopo tanti anni di egoismo - perché l’alpinista è fondamentalmente un egoista, salire sulle montagne è tanto inutile quanto bello, però le cose belle vanno fatte - capisci che se vuoi fare qualcosa che dia una senso alla tua esistenza puoi fare anche qualcosa per gli altri, qualcosa che possa rimanere anche quando tu non ci sarai più.»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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