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Annalisa Lenzi a «Human Rights?' #EDU» - Di Daniela Larentis

La mostra è visitabile presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti a Rovereto – Tema di quest’anno: il diritto all’educazione e all’istruzione

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Annalisa Lenzi, What's behind, ricamo su tessuto e fogli familiari di quaderni scolastici, 53 x 41cm.
 
Presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti, a Rovereto, quest’anno 161 artisti provenienti da 37 Nazioni si sono confrontati sul tema del diritto all’educazione e all’istruzione in una prestigiosa mostra curata da Roberto Ronca.
La collettiva dal titolo «HUMAN RIGHTS?' #EDU» è stata organizzata da AIAPI| Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia - Comitato Nazionale IAA/AIAP UNESCO Official Partner, - con il patrocinio di UNRIC | Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite - Obiettivi per lo sviluppo sostenibile | IAA / AIAP | UNESCO | Comune di Rovereto - Provincia Di Trento.
Inaugurata in giugno, resterà aperta al pubblico fino al 23 settembre 2018. Orario di visita continuato tutti i giorni: dalle ore 9.00 alle ore 19.00.
 
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, pur rispettando la diversità dei sistemi educativi nazionali, ha il dovere non solo di vietare qualsiasi forma di discriminazione nell’educazione, ma anche di promuovere l’uguaglianza di opportunità e trattamento per tutti nell’educazione.
L’Agenda 2030 dell’UNRIC (il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite) è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU; esso comprende 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, fra cui quello dell’istruzione, considerata la chiave che permetterà di raggiungere molti altri obiettivi di sviluppo sostenibile.
 
Quando le persone sono in grado di ottenere un’educazione di qualità possono uscire, infatti, dal ciclo di povertà. L’istruzione aiuta a ridurre le disuguaglianze e a raggiungere l’uguaglianza di genere ed è anche fondamentale per favorire la tolleranza tra le persone e contribuire a società più pacifiche.
Nel mondo, 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% sono donne.
 
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, all’art. 26 recita:
«Ognuno ha diritto ad un’istruzione. L’istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali.
L’istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale, dovrebbero essere generalmente fruibili, così come pure un’istruzione superiore dovrebbe essere accessibile sulle basi del merito.
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.»
 
Tutto ciò invita a una riflessione profonda sulla condizione delle donne e dei bambini nel mondo e sul destino dell’umanità.
Particolarmente sensibile al tema delle donne è Annalisa Lenzi, la quale ha spesso affrontato artisticamente negli anni, attraverso le numerose mostre personali e collettive a cui ha partecipato sia in Italia che all’estero, diverse problematiche, anche legate al binomio uomo-ambiente. In questa occasione ha affrontato il tema di un diritto negato a molti bambini, l’istruzione.
Molti di loro, in molte parti del globo, soprattutto nelle aree più povere del pianeta, sono costretti a lavorare duramente, rinunciando allo studio.
Abbiamo avuto il piacere di rivolgerle alcune domande.
 

 
Il tema dell’edizione 2018 di «Human Rights» riguarda il diritto all’educazione e all’istruzione: come lo ha affrontato artisticamente?
«La mia creatività è influenzata anche dal mio interesse verso il mondo della moda, intesa come realizzazione di capi di abbigliamento, e il disegno.
«Con il ricamo, realizzato a mano, ho voluto rappresentare il faticoso lavoro di assemblaggio dei capi.
«Un’opera, quindi, dove arte e cucito si incontrano raccontando con un linguaggio immediato il diritto all’istruzione negato a moltissimi bambini, i quali in molte parti del mondo sono invece costretti a lavorare duramente».
 
Ci potrebbe descrivere l’opera? Come è stata realizzata?
«Per la realizzazione di quest’opera ho compiuto una ricerca rovistando fra i miei vecchi quaderni di scuola e quelli di mio fratello; servendomi di ritagli ho quindi creato un collage.
«Ho poi ricamato la scritta Do you know who made your t-shirt con filo rosso su un pezzo di tessuto semitrasparente, per descrivere il lavoro di cucitura e assemblaggio a cui sono costretti i piccoli lavoratori.
«Questo tessuto, una volta appoggiato sul collage, lascia intravedere le scritte dei quaderni, rendendo però difficoltosa la lettura.»
 
Per quanto riguarda il titolo dell’opera presentata quest’anno, «What's behind»: che messaggio vuole trasmettere?
«Il titolo rappresenta una chiave di lettura dell'opera: Cosa c'è dietro?
Basta fermarsi a osservare il ricamo per scoprire i ritagli di quaderno che cela: il lavoro dei bambini sostituisce metaforicamente l'istruzione alla quale avrebbero diritto.»
 
A cosa sta lavorando?
«In questo periodo sto lavorando a un’installazione partecipativa che verrà esposta a Soresina (CR) nel mese di dicembre, si tratterà di una collettiva curata da Francesco Mutti che descriverà il peso delle parole.
«Per questa esposizione ho in mente anche un video sul tema...ma non voglio svelare troppo, scoprirete tutto alla mostra.»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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