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«Teneri bulloni», l’ultima mostra di Massimo Sirelli – Di D. Larentis

Fino al 30 agosto al Museo Marca di Catanzaro sono esposte le sculture dell’artista, i famosi «robot da adottare» – L’intervista

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Esposti da anni sia in Italia che all’estero, i Robot di Sirelli trovano ora spazio tutti insieme in una grande personale nella città d’origine dell’artista, Catanzaro, dal titolo «Teneri Bulloni».
Inaugurata il 7 giugno scorso, la mostra resterà aperta al pubblico fino al 30 agosto presso il museo MARCA di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, nei seguenti orari: dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 13.00 – dalle 16.30 alle 21.00.
Il progetto è curato da Altrove, organizzazione che negli ultimi anni ha lavorato con alcuni fra i più interessanti artisti della scena contemporanea italiana e internazionale.
 
La ricerca artistica di Sirelli, avviata molti anni fa e che affonda le radici nel mondo del writing, lo ha condotto ad assecondare il suo eterno spirito fanciullesco, dando vita ai suoi incredibili Robot, assemblati mediante materiali di recupero che lo stesso artista mette da parte durante i suoi viaggi: ognuno è diverso dall’altro, ha una propria identità, una propria storia, un po’ come le persone che popolano il mondo; ognuno di loro ha in qualche modo a che vedere con il vissuto di chi li adotta, ogni singolo pezzo ricorda un hobby, una passione, un tratto caratteriale.
 
Questi robot di piccole, medie e grandi dimensioni sono «creature» che ispirano tenerezza e danno l’impressione di comprendere perfettamente la gioia e il dolore di chi sta loro vicino.
Non sono da considerarsi, infatti, semplici oggetti, al contrario sembra quasi che dietro le loro sembianze nascondano un cuore, trovando così spazio in un progetto speciale: la prima Casa Adozioni di Robot da compagnia al mondo.
Un progetto nato dalla voglia di sperimentare attraverso la cultura del design del riuso una forma di creatività consapevole che mette in primo piano l'aspetto emozionale della materia.
Abbiamo avuto il piacere di porgere a Massimo Sirelli alcune domande.
 

 
Al Museo Marca di Catanzaro è allestita la mostra intitolata «Teneri bulloni»: quante sono le sculture esposte e quanto durerà la mostra?
«La Mostra si intitola appunto “Teneri Bulloni - La grande mostra dei Robot”.
«Grande, in quanto effettivamente sono esposte oltre 60 opere.
«Si parte dalla mia prima creazione in questo ambito di ricerca fino ad arrivare ai pezzi del 2018, nati in occasione di questa esposizione.»
 
Potrebbe, a grandi linee, raccontarci come è nata la sua ricerca artistica, l’idea creativa di dare nuova vita a materiali di scarto, trasformandoli in opere d’arte?
«Tutto nasce come sempre un po’ per caso e po’ per necessità.
«Non saprei definire il momento esatto, la vita alle volte ci sorprende, così improvvisamente l’idea creativa la vedi comparire laddove non ti aspetti possa arrivare.
«Per i miei Robot un po’ è così… non avrei mai pensato che una padella potesse sorridermi e poi è successo!»
 
Dove reperisce i pezzi che utilizza nella realizzazione dei suoi robot?
«I materiali che uso provengono da ritrovamenti. Solo raramente acquisto ciò che utilizzo.
«Mi piace che siano gli oggetti ad arrivare casualmente nella mia vita oppure, alle volte, nel caso dei viaggi all’estero, mi reco nei mercati delle pulci, e lì allora come un mercante veneziano contratto e porto via con me rarità esotiche.
«Alle volte esco a passeggio con l’obiettivo di fare nuove scoperte e altre torno a casa con degli autentici tesori di ruggine
 

 
L’identità di ogni singolo robottino lo rende unico e irripetibile. Come riesce a «umanizzare» le sue creature in maniera così efficace e convincente?
«Come dicevo, quello che accade ogni volta che nasce un robot è qualcosa di magico.
«Difficilmente entro in laboratorio con l’obiettivo di terminare un’opera, lascio sempre che sia l’ispirazione e il momento preciso a guidarmi.
«Credo che questo modus operandi mi porti ad esprimere liberamente le mie emozioni, questa attività è per me un gioco e se mi diverto riesco a mettere anima agli oggetti inanimati.»
 
Cosa rappresenta per lei aver dato vita alla prima Casa di Adozione di robot da compagnia al mondo?
«Questo è per me il progetto più importante che abbia mai fatto. Mi ha regalato tanto e tanto ancora devo fare.
«Grazie ai Robot sono arrivato al cuore delle persone e ciò mi ha permesso di ricevere affetto sincero.
«Chi incontra i miei Robot si emoziona sempre, per quello che vede o per quello che legge… queste emozioni mi ritornano indietro con affetto. Quindi è molto importante per me tutto questo.»
 
Secondo lei, che cosa cerca nelle sue creazioni chi le acquista?
«Chi sceglie un mio robot in realtà non sa che non è lui ad aver scelto, ma è il Robot che ha scelto lui!
«Queste creature rappresentano pezzi di vita, se una persona decide di averne uno è un po’come se fosse un prescelto.
«Io creo un legame con le persone che possiedono i miei Robot e ogni volta la famiglia si allarga.»
 

 
Lei lavora anche con i bambini, attraverso i laboratori: potrebbe brevemente raccontarci di che attività si tratta?
«Ho riscoperto il gioco in età adulta. Quello che faccio nei miei workshop Un Robot per Amico © è un momento di puro divertimento.
«Si azzerano le differenze di età e di ruoli e si gioca tutti insieme.
«Si lavora alla sintesi, si usano materiali di recupero e si crea un giocattolo empatico.
«I bambini sorridono sinceri e hanno gli occhi pieni di felicità.»
 
Progetti futuri?
«Portare la mia mostra Teneri Bulloni anche in altre città d’Italia e far conoscere a tante persone il valore delle cose e delle storie»
 
Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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