Vacanze – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Tempo vuoto da valorizzare: i compiti per le vacanze OK, o è meglio darne o meno?
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«C’è un tempo per conservare e un tempo per buttar via» si dice nelle Ecclesiaste e a questo punto dell’anno possiamo dire che c’è un tempo per la scuola e un tempo per la vacanza. Un tempo per lo studio e uno per lo svago, uno per il lavoro e un altro per il divertimento.
Serve un tempo per tutto anche per l’ozio. Anche se di solito la scuola e i suoi operatori si pongono l’annosa questione: «E i compiti per le vacanze? Darne o meno?»
Le risposte sono diverse. C’è chi sostiene che in estate studenti e scolari, come i lavoratori abbiano diritto di sospendere lo studio, perché a chi lavora nessuno si sognerebbe mai di chiedere neanche un lavoretto durante le ferie. Ma c’è anche chi pensa che l’inattività estiva sia dannosa per i minori, perché fa loro dimenticare tutto quello che hanno appreso.
Posizioni diverse e forse solo in parte valide.
Il problema vero è che la vacanza dovrebbe essere un momento utile per fare dell’altro, per aggiungere esperienze che nel corso dell’anno non si riescono a fare. Lo studio e i compiti andrebbero lasciati alla scuola e seguiti dai docenti.
Il che non vuol dire abbandonare bambini e adolescenti a loro stessi, perennemente attaccati ai loro smartphone.
Significa saper negoziare con loro il divertimento digitale e allo stesso tempo altre attività, soprattutto a sostegno delle relazioni reali.
Le lunghe giornate estive potrebbero essere, ad esempio, il momento prezioso in cui recuperare i rapporti interpersonali che durante l’anno sono stati frettolosi e nevrotici, di certo sacrificati a causa degli impegni della vita frenetica.
Nelle relazioni familiari, sarebbe bello dire che i veri “compiti” sono quelli di tutta la famiglia in cui, finalmente, tutti riescono a prestarsi reciprocamente più attenzione e ascolto.
L’estate è la stagione adatta dove i genitori possono più facilmente organizzarsi e sviluppare attività insieme ai figli ma anche trovare momenti di gioco comune in grado di valorizzare il tempo libero e condividere lo star insieme con una comunicazione partecipata.
Aiutare i figli a staccare dalla scuola è allora assolutamente necessario, a meno che non vi siano necessità di recupero scolastico da pianificare fin dalla conclusione della scuola.
Ma è fondamentale che in questo tempo si pensi a fortificare i legami e rendere più confidenziali le relazioni intrafamiliari.
Serve a tutti e in particolare ai genitori separati che d'estate possono godere di un tempo di convivenza continuato e non frammentato, dove la vicinanza rafforza l’intesa reciproca.
Da ultimo ma non ultimo, è utile sfruttare la stagione estiva come occasione per stimolare gli adolescenti alla lettura di libri, visto che leggono sempre meno.
Così come di solito serve far fare ai figli qualche esperienza lavorativa o di cooperazione in associazioni di volontariato.
In passato il confronto estivo con il mondo del lavoro, aiutava a fare una reale esperienza di «bottega», con cui i ragazzi potevano verificare le reali capacità e le competenze acquisite.
Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - Docente di psicologia delle età della vita
www.iovivobene.it
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