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Social: opportunità e rischi – Di Giuseppe Maiolo, psicanalista

La grande «piazza» ha sostituito il Giro al Sass o le Vasche che un tempo caratterizzavano il modo più comune di osservare e mettersi in mostra

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Sui Social ci siamo tutti ormai, grandi e piccoli.
Nella realtà virtuale di Facebook, il più famoso Social network, a qualunque ora ci si può incontrare, chiacchierare, condividere.
La grande «piazza» ha sostituito il Giro al Sass o le Vasche che un tempo caratterizzavano il modo più comune di osservare e mettersi in mostra. Ma anche di conoscersi.
Se c’era una volta il corpo, l’abbigliamento e il portamento che ti connotavano mentre passavi sotto un portico o nella piazza del paese, ora sei riconoscibile da quello che posti e da cosa metti in comune, dalle foto o dai video che pubblichi.
Un tempo c’erano gli sguardi più o meno diretti che ti facevano intendere se piacevi, adesso ci sono i like e le faccine. E più ancora le condivisioni.
 
Cosa abbiamo perso e cosa abbiamo guadagnato da quella che possiamo considerare una vera e propria rivoluzione dei comportamenti?
Sono interrogativi che ci stiamo ponendo soprattutto per le nuove generazioni e per i nativi digitali che stanno crescendo con un nuovo modo di comunicare e stare insieme.
È fuori discussione che i Social media possono rendere più facili i contatti. Di fatto hanno reso più semplice la conoscenza tra gli individui e aumentato le opportunità di incontrarsi sulla base dei propri interessi professionali o delle affinità personali.
Gli scambi e le relazioni amicali possono intensificarsi a dispetto delle distanze che non contano più.
Ci «frequentiamo» senza muoverci e siamo partecipi della vita degli altri in tempo reale. Abbiamo la possibilità di ritrovare persone lontane o dimenticate che ieri non sapevamo come raggiungere.
 
E poi abbiamo a disposizione una quantità infinita e preziosa di informazioni su chi vogliamo conoscere, sugli interessi, i gusti, le abitudini e le amicizie che abbiamo, di cui, in un futuro ormai prossimo, si terrà conto anche per un impiego da assumere.
Indubbi aspetti positivi, ma quali le negatività o gli elementi problematici? Giusto riflettere sui rischi che possono esserci per i più giovani.
Una delle cose che Facebook, Twitter o Youtube promuovono è la visibilità. Foto, video, immagini che posti ti fanno avere consenso e ti consentono condivisioni e seguaci ma allo stesso tempo amplificano il narcisismo, cioè il bisogno di essere in evidenza e ammirati.
Più contatti ho, più conto e valgo! È questo il nuovo mantra che contagia un po’ tutti. Certo in adolescenza c’è un’acuta necessità di amici e di gruppo, di conferme dai pari, ma è importante saper distinguere il reale dal virtuale.
 
Il pericolo che come adulti abbiamo il dovere di riconoscere, è quello che si riduca la profondità dell’amicizia e un po’ tutte le relazioni diventino superficiali e provvisorie.
E poi la piazza virtuale, che ti offre la possibilità di mostrare tutto quello che fai e dire ogni tuo pensiero, sta modificando il concetto di intimità.
In qualche caso lo ha già cancellato. Se ogni cosa è pubblica e condivisa, non esiste più il privato.
Il rischio è che faccia a faccia e lo scambio reale di sentimenti, si riduca a un contatto e a una frequentazione minima, superficiale.
Se le esperienze che vengono condivise in rete perdono la forma narrativa e lasciano solo immagini, fotografe o video, il pericolo può essere quello di assottigliare la capacità personale di elaborare sia i fatti che le emozioni ed essere fortemente condizionati dalla coscienza collettiva.
 
Ai minori che affollano i social e le chat più gettonate, dobbiamo dire con decisa consapevolezza che una frequentazione eccessiva alla vita virtuale della comunità o di un gruppo, può appagare il bisogno di stare insieme ma allo stesso tempo può rendere dipendenti dal mezzo di comunicazione.
Stiamo diventando davvero multitasking ma sta anche radicalmente cambiando il modo con cui guardiamo la vita e si sta producendo, un po’ per tutte le cose, un’attenzione intermittente e superficiale perché veniamo continuamente stravolti da un sovraccarico di informazioni, sollecitazioni visive e messaggi istantanei.
 
Giuseppe Maiolo
www.officina-benessere.it

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