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Natale e Emozioni – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

Spieghiamo perché in questo periodo manifestiamo piacere ed entusiasmo o un acuto disagio e tristezza…

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Il Natale è la festa dell’anno più ricca di elementi simbolici oltreché religiosi ed è per questo che spesso si attivano in noi differenti stati d’animo e particolari emozioni.
Prima ancora dell’avvento del cristianesimo e delle sue liturgie, i riti pagani celebravano con numerose feste il solstizio d’inverno che si realizza proprio attorno al 25 dicembre.
Nelle antiche «religioni solari» infatti il solstizio annunciava l’avvento del dio sole che prometteva l’inizio di una nuova fase e un periodo di grandi cambiamenti dati dall’aumento della luce e dalla riduzione progressiva del buio.
Si allude, ovviamente, alla primavera, e ai doni che i nuovi semi concederanno agli uomini.
 
I festeggiamenti di questo periodo pertanto mettono in evidenza vissuti diversi come la tristezza e l’angoscia che si vivono nella notte lunga e oscura della sofferenza ma che possono essere sostituiti dalla gioia e dall’esultazione per il sole nascente che inizia un nuovo viaggio.
Questo fa sì che a un livello profondo della psiche un po’ tutti viviamo questi stati d’animo che alimentano comportamenti opposti o fortemente polarizzati. Manifestiamo piacere ed entusiasmo o un acuto disagio e tristezza.
Nel primo caso si tratta di un segnale di piacere per la luce che piano piano aumenta e per un sole che gradualmente produce più calore.
Espressione tangibile sono le tradizionali luminarie delle strade e gli ornamenti dell’albero natalizio che ormai fanno parte delle manifestazioni collettive.
 
Nel secondo caso invece le emozioni negative e le manifestazioni dell’ansia di cui alcuni danno segno in questo periodo, possono indicare difficoltà e disagio per I cambiamenti e le trasformazioni.
Tristezza e angoscia prevalgono quando si fatica ad uscire dalla dimensione oscura della sofferenza personale.
Si tratta in generale, di un segnale che può essere collegato a una carenza di fiducia o alla perdita della speranza per il futuro.
In qualche caso, poi, la disponibilità a festeggiare e a condividere realmente con altri il piacere e la gioia della festa, muta continuamente in ciascuno di noi perché in fondo tutto è sempre in continuo cambiamento.
A volte ci sentiamo ben disposti e a volte meno perché le nostre manifestazioni sono in relazione con quello che accade fuori e dentro di noi e riflettono il benessere o il malessere che stiamo vivendo.
 
Tuttavia Il Natale può servire davvero come occasione di riflessione.
Può aiutare a cercare nuovi equilibri interiori e una rinnovata attenzione a ciò che avviene dentro.
Se pensiamo ai simboli messi in campo dai riti che si compiono in questo periodo, cristiani o meno che siano, tutti hanno a che fare con l’idea del mutamento e della ri-nascita.
L’abete di tradizione nordica che rappresenta l’Albero della vita, allude al ciclo vitale e, in senso dinamico, ricorda l’alternanza continua di inizio e fine a cui segue una nuova nascita.
 
Il presepe come rappresentazione antica della fede cristiana, con la sua grotta e il bambinello che viene presentato al mondo, sembra chiederci ogni anno di ricercare il luogo della rigenerazione e di assecondare, nello stesso tempo, le fasi di transizione e di passaggio che la vita ci impone.
Solo liberando la coscienza dalle oscurità e dai blocchi del passato è possibile trasformare il disagio in fiducia e l’angoscia in speranza.

Giuseppe Maiolo, psicoanalista
pino.maiolo@icloud.com

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