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Giochi perversi online – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

È necessario educare i bambini alla sessualità fin da piccoli e coniugare questa con l’educazione alle emozioni e ai sentimenti, al rispetto di se stessi e degli altri

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Le prepotenze e le offese sul web aumentano. Aumentano i provocatori e chi si vantano delle loro azioni perché la rete può ripagare in popolarità con i «like» che possono anche rendere dal punto di vista economico. Proliferano poi i giochi perversi che si «inventano» in Internet e che ruotano attorno al sesso e alle immagini morbose di una sessualità messa in pubblico senza riserbo e autorizzazione.

Il sexting è uno di questi. Un gioco tristemente famoso che i ragazzini, ma anche gli adulti, praticano scambiando materiale multimediale erotico intimo e privato.
Un gioco estremamente pericoloso per l’uso che ne può fare chi riceve queste foto o video, dove il divertimento consiste nel vedere le reazioni a questo materiale provocante senza immaginare il danno che può arrecare.
Soprattutto se a riceverlo è chi non lo desidera o un minore che non è pronto a vedere scene di sesso hard.
 
Diffuso tra gli adolescenti, che già a partire dagli 11-12 anni si divertono a farsi selfie in pose intime o nudi per lasciarle poi girare senza preoccupazione, il sexting è pericoloso perché le foto dei minori possono servire ad alimentare il mercato pedopornografico.
I teenager non sanno del rischio perché nessuno glielo ha spiegato.
Non conoscono il pericolo perché gli adulti tollerano questo gioco dicendo che in fondo e una «ragazzata» e non lo sanzionano né controllano quello che essi postano sui social più in voga, dove è in uso far girare tra gli amici materiale intimo e provocatorio, di grande interesse per i nuovi pedofili.
 
Ed è altrettanto perverso il «Revenge porn», ovvero la «rivendicazione pornografica» che è azione gravemente offensiva praticata dagli adolescenti e dai giovani adulti quando una relazione tra due partner finisce.
È la pratica violenta di uno che consiste nel far girare, per rabbia o vendetta, immagini intime della persona a cui in passato si era legati e di cui ora si vuole distruggere la reputazione.
Ed è ingannevole e mostruosamente crudele il «Pull a pig game», il gioco dell’imbrogliare il maiale, dove per maiale si intende una ragazza piuttosto in carne e brutta che viene adescata con l’inganno di un corteggiamento falso e persecutorio.
Uno scherzo di una cattiveria indicibile che umilia e devasta la vittima nel momento in cui questa scopre che il bullo l’ha presa in giro on line facendole credere altro e che, nell’incontro reale, invece tenta anche di esercitarle violenza sessuale.
 
Per proteggerli questi minori che non conoscono i rischi derivanti dall’uso imprudente della tecnologia, è necessario puntare su legami di fiducia tra adulti e adolescenti, in modo che questi ultimi sappiano chiedere aiuto quando ne hanno bisogno.
I bambini poi vanno educati precocemente ad un uso attento degli strumenti e scoraggiati con fermezza nella diffusione di immagini, video e informazioni personali.
Poi quello che conta è l’esempio, soprattutto quello di evitare di postare continuamente immagini dei propri figli on line.
È necessario educarli alla sessualità fin da piccoli e coniugare questa con l’educazione alle emozioni e ai sentimenti, al rispetto di se stessi e degli altri.
 
Infine per contenere quel bisogno acuto di visibilità che hanno i teenager soprattutto quando si sentono in balia delle ansie e delle preoccupazioni per la crescita, vanno riconosciuti e pensati.
Meno sono presenti nei pensieri degli adulti di riferimento e più si smarriscono.
 
Giuseppe Maiolo
Università di Trento
www.officina-benessere.it

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