PFM a Trento: memorabile concerto d’addio – Di S. Matuella
«Non dovete essere tristi perché la mia musica è nata grazie alla PFM, che verrà eseguita da altri musicisti»
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Passerà alla storia come il concerto d’addio tra la Premiata Forneria Marconi e il suo carismatico fondatore e autore Franco Mussida, il concerto di ieri sera al Teatro Auditorium, mentre l’ultima data della PFM al completo sarà al Teatro Olimpico di Roma, il prossimo 2 aprile.
Per la data di Trento, la seconda dopo il fatidico annuncio della band a metà marzo, il teatro era naturalmente tutto esaurito da giorni anche nei posti in piedi, con pubblico proveniente da fuori regione, soprattutto dal Veneto: questo evento straordinario, organizzato da Fiabamusic, ha inaugurato la stagione Musica d’autore 2015 del Centro Santa Chiara, che proseguirà il 14 aprile con Fiorella Mannoia, il 18 aprile con Giovanni Allevi, il 28 aprile con Nina Zilli e il 24 maggio con Irene Grandi.
La PFM ha proposto un viaggio di oltre due ore nelle sue composizioni storiche e in quelle più recenti: ogni pezzo è costruito come una densa suite musicale in cui si fondono fughe e contrappunti classici, ritmiche sempre cangianti, asperità melodiche tipiche della musica contemporanea e sonorità etniche, in particolare dell’area irlandese.
Sono musicisti con una spiccata vocazione teatrale ad iniziare dall’istrionico batterista Franz Di Cioccio che, instancabile e sempre vulcanico, si divide tra batteria, e fronte del palco quando canta e coinvolge il pubblico.
In questo ha fatto tesoro della sua esperienza americana suonando con Emerson, Lake & Palmer, come lo stesso musicista racconta nel libro di Mario Luzzatto Fegiz «Io odio i talent show.»
Più defilati, dal punto di vista scenico, Franco Mussida alla destra del pubblico, e Patrick Djivas alla sinistra: la PFM condivide il palco con tre ottimi «aggiunti» quali Lucio Fabbri al violino, Alessandro Scaglione, tastiere, Hammond e minimoog e Roberto Gualdi alla seconda batteria.
Grande virtuosismo e grande ispirazione, senza mai un calo di tensione, la PFM trasforma tutto ciò che tocca in travolgenti opere-rock progressivo, e con soli sei musicisti, o come ha detto Di Cioccio durante il concerto, «con dodici mani e 120 dita» riescono ad ottenere gli effetti di un’intera orchestra.
Straordinaria in questo senso, la rilettura del tema di Romeo del balletto «Romeo e Giulietta» di Prokof’ev e del noto tema eroico del «Guillaume Tell» di Rossini.
Il pubblico segue concentrato e partecipe fino al tripudio generale quando, nel primo bis, Mussida interpreta «Impressioni di settembre».
Al termine del concerto c’è il tradizionale rito di foto e autografi, e ai cultori della PFM che hanno espresso la loro tristezza per questa separazione, Franco Mussida ha risposto così: «Non dovete essere tristi perché la mia musica è nata grazie alla PFM e d’ora in poi continuerò ad essere presente nella PFM attraverso la musica stessa, che verrà eseguita da altri musicisti».
Sandra Matuella
s.matuella@ladigetto.it
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