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Ravasi e Avallone al Festival dell’Economia – Di M. Bornancin

Riavvolgere il nastro del festival della 17°edizione, non per trarne conclusioni, ma per far conoscere i pensieri dei protagonisti

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La chiusura del Festival dell’Economia, nella nuova gestione del Sole 24 ORE, conferma l’idea originaria di questo evento, che ha sollecitato interessi da più parti e una larga partecipazione di giovani.
Non ci si può soffermare solo sui numeri, ma riconoscere che la buona organizzazione, la collaborazione tra Provincia Autonoma di Trento, Università, Comune di Trento e il Gruppo 24 ORE ha generato un notevole successo non solo per il capoluogo, ma anche per l’intero territorio trentino.
 
Per entrare nell’ambito dei contenuti di questa manifestazione, che trasmette le conoscenze della cultura economica, ho ritenuto soffermarmi sul primo incontro, al quale ho assistito e che può incuriosire i lettori per lo spessore dei relatori e degli argomenti trattati.
Nella cerimonia inaugurale si sono messi a confronto, con un dialogo semplice, ma molto profondo il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e Silvia Avallone, scrittrice laica.
 
Un conversare tra realtà, culture e ruoli diversi, ed esperienze di vita differenti.
Le domande poste dalla scrittrice piemontese, ma in parte anche toscana sul tema: «Etica e spiritualità, fonti di una filosofia dello sviluppo in una società attuale che va verso il vuoto, il nulla» sono frutto di una vasta e profonda preparazione, un ragionamento sui misteri del mondo spiegato in modo attraente.

Le possibilità di incontrare persone che la pensano in modo diverso, possono far fiorire situazioni inedite, nuove realtà di vita vissuta, sia nel mondo del lavoro che nelle aree industriali italiane e in altri ambiti.
Quello scrivere storie delle comunità individuali, soggettive, è passare da un’idea di noi e degli altri, lontana dall’individualismo diffuso, è ricostruire attraverso l’ascolto un nuovo modo di essere comunità.
Non può esserci benessere e futuro se non ci si occupa anche del sociale, senza esclusioni.
Gli incontri possono generare idee nuove, progetti nuovi, esplorazioni nuove.
 

 
Secondo l’intervistatrice il coraggio è importante perché passa attraverso le idee. La cultura deve appassionare, essere occasione di dialogo, di confronto verso una filosofia dello sviluppo; perché non viviamo più con un’unica cultura, ma con un insieme di culture.
Avallone ha continuato nelle sue opinioni chiarendo che oggi si vive in un’epoca tutta particolare e complicata.
Pensiamo alle nuove tecnologie, all’informatica, alle trasformazioni avvenute nella società, ai forti e veloci cambiamenti, rilevando che «la vita non può essere un mezzo per vincere come raccontano i grandi media; dentro questa educazione siamo soli.
«Il vuoto, l’assenza spesso percepiti non come punto di partenza, su cui interrogarsi, ma come indifferenza.»
 
I vuoti definiscono il capire, il provare.
Dobbiamo incontrare una storia perché è la storia di ognuno che fa scattare la libertà.
Dobbiamo diventare noi, attraverso la conoscenza degli altri.
Costruire una comunità più giusta, più solidale deve rimanere un nostro obiettivo. Credere nella cultura è importante per evitare i vuoti, ad esempio nei romanzi, nei racconti classici, troviamo chi perde e poi si riscatta.
Da questo essere vulnerabili nasce la nostra capacità di sentirci in sintonia con gli altri.
 
Il Cardinal Ravasi, dopo aver espresso apprezzamenti i sui libri dell’autrice, ha posto ai presenti due domande: condividiamo tutti lo stesso concetto di natura umana? Possediamo tutti lo stesso concetto di verità?
Oggi il pensiero nobile della cultura è superato, ma bisogna ritornare alla cultura, riscoprirla nella sua attualità.
La mancanza di stupore poi nell’attualità non è solo una novità.
Ha poi parlato di ciò che unisce: la filosofia, l’etica e la spiritualità. La prospettiva che si presenta per il futuro è di definire non solo la pelle delle persone, ma anche ciò che vi è su questa pelle, che può essere il divino, il credente e dall’altra parte può essere quel mistero dell’essere che ci circonda.
Il mondo perirà per mancanza di meraviglia e quindi di stupore, del senso del desiderio.
 

 
Adesso viviamo in un periodo di anoressia dei fini e di bulimia dei mezzi, ma nello stesso tempo ci s’interroga poco sul senso della vita.
Ha poi citato il pensiero di alcuni pensatori storici importanti per le loro testimonianze.
Di seguito ha continuato nel suo approfondimento, spiegando che la religione, come l’arte, non serve se non al senso della vita.
La cultura è importante, è una caratteristica importante dell’essere, così com’è fondamentale la sua dimensione, che porta all’immensa pianura della verità, alla ricerca del vero.
 
Oggi il concetto di verità è più mutevole, più vario. La società è precipitata nell’abisso del vuoto, non ha più desiderio, non ha più in mente la questione di Dio, del bene, del male, che non sono assenze, ma vuoti. La cultura deve cercare di colmare il vuoto. Deve dare il calore della presenza.
Dobbiamo cercare di deporre un seme nel vuoto, anche se il terreno è desertico.
Ha ricordato infine una poesia del teologo e filosofo friulano David Maria Turoldo. Si tratta di uno scritto al fratello ateo, che così è raffigurato:
«Fratello ateo nobilmente pensoso, alla ricerca di un Dio che io non so darti. Attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo oltre alla foresta delle fedi, liberi e nudi verso il nudo Essere e là dove la Parola muore abbia fine il nostro cammino
In conclusione lo studioso e biblista, che collabora con il Quotidiano il Sole 24 ORE e l’Avvenire, si è soffermato sull’importanza di creare percorsi basati sul riscatto e sulla rinascita, come azioni di movimento per l’umanità, dove la priorità è recuperare il dialogo.

Una descrizione questa che cammina sul crinale tra fede e storia, tra etica e spiritualità.
In momenti difficili e complessi come quelli attuali, importante e fruttuoso è mescolare i linguaggi, le opinioni, per far sì che la cultura diventi occasione di dialogo, di apertura, base per un nuovo canale descrittivo.
E come si dice, in fin dei conti ogni persona che ha partecipato a questo incontro, dalle esposizioni dei due relatori si è sicuramente portato a casa qualcosa per ritrovare la speranza e la forza per dare il proprio contributo alla rinascita anche di questa nostra terra trentina.

Gianfranco Ravasi Silvia Avallone
Biografia di Gesù Secondo i Vangeli
Un’amicizia
Ed. Raffaello Cortina 2021 Ed. Rizzoli 2020 

A cura di Maurizio D. Bornancin

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