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Tax credit e/o credito d’imposta? – Di Maurizio Bornancin

La sottile differenza di due principi che vorrebbero rappresentare l'inizio della diminuzione del carico fiscale delle piccole imprese

Da tempo le aziende, in particolare le piccole imprese e le loro rappresentanze categoriali, hanno messo in evidenza la difficoltà ad operare e a creare fatturato quando vi è un esborso elevato di tassazioni, che in alcuni casi portano le stesse imprese a una cessazione della propria attività.
Un fenomeno che da anni è stato oggetto di studi, di analisi, di ricerche finanziarie e fiscali con il coinvolgimento delle Università, dei vari ordini professionali, delle organizzazioni sindacali, che hanno anche indicato percorsi migliorativi.
Si può dire che questo tema è stato sempre posto all’attenzione, sia degli addetti ai lavori, che delle organizzazioni politiche e sociali.
Con il perdurare della crisi economica e finanziaria le discussioni in merito alle possibili soluzioni si sono ulteriormente arricchite, non solo di nuovi momenti di confronto, ma anche di azioni di protesta.
Negli ultimi anni il governo centrale e le singole regioni hanno in qualche modo impostato i propri programmi di sviluppo basandoli su una riduzione del carico fiscale, sia per le piccole e medie imprese, che per le famiglie con conseguenti minori entrate e mettendo a dura prova la tenuta dei bilanci annuali e triennali.
 
La dinamica dell’azione amministrativa dei vari enti locali si è caratterizzata per la salvaguardia di adeguati volumi di risorse, per far fronte ai bisogni delle persone, delle famiglie e alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori.
Sono state create apposite disposizioni legislative come la Legge di stabilità, con nuove pianificazioni in campo finanziario, nella riduzione delle spese e nella reimpostazione delle entrate, in un quadro che si è caratterizzo per una costante contrazione delle risorse disponibili.
Per la riduzione della pressione fiscale, finalizzata a favorire la produttività delle aziende e quindi giungere in breve ad una ripresa economica complessiva, sono stati attivati nuovi strumenti che nell’intendimento di una adeguata razionalizzazione dell’uso delle risorse, spingessero le amministrazioni a rivedere il proprio modo di operare, con importante cambiamento culturale.
In questo senso, a livello nazionale, è stato istituito il Credit Tax reso operativo dal Decreto Ministeriale del 7 maggio 2015, in base al Decreto Legge 83/2014.
Consiste di un credito d’imposta del 30% fino ad un massimo di 200 mila euro di spese di ristrutturazione ed è destinato a strutture alberghiere, residenze turistiche e sostenute dal 2014 al 2016.
 
Le spese devono riguardare opere di manutenzioni edilizie, eliminazione di barriere architettoniche, efficienza energetica, acquisto mobili d’arredo, impianti WI-FI, siti web ed altre forme di promozione digitale.
Ogni singola spesa può essere agevolata al 100%, il credito d’imposta pari al 30% in tre anni, va ripartito in tre quote annuali ed è utilizzabile per compensazione e può essere utilizzato in dieci anni
La Provincia, con propria delibera, ha disposto nuovi criteri per gli aiuti a favore dei vari settori dell’economia locale da utilizzarsi quale compensazione fiscale, sia per investimenti fissi, che per attività di studi e consulenze per progetti di internazionalizzazione, di ricerca applicata.
Questi incentivi riguardano investimenti a carattere biennale e per un massimo di 300 mila euro con la gestione è a cura di APIAE e CONFIDI.
Questi esempi a dimostrazione che gli enti stanno percorrendo un cammino di modiche e aggiornamenti degli strumenti utili alle imprese, anche per accompagnare gli iniziali segnali di ripresa, che stando alle statistiche e alle proiezioni future interessano il nostro paese e anche il patrimonio produttivo trentino.
 
Tutti questi strumenti possono essere considerati anche «piccole cose», forse anche insignificanti per qualche giudizio azzardato, ma possono comunque servire come base per individuare migliori intendimenti, per una nuova cultura imprenditoriale dove ogni soggetto: pubblico, privato, delle rappresentanze categoriali e sindacali, «insieme» uniscono le proprie forze e idee e attraverso un dialogo aperto e leale affrontano la situazione attuale proiettando il proprio operare verso una vera ripresa economica.
La crescita economica e sociale è oggi importante, non solo ai fini finanziari, ma soprattutto per l’occupazione e per un futuro delle nuove generazioni.
Migliorare l’esistente, pensando al futuro è e deve rimanere una prerogativa non solo delle imprese, ma di tutti.
Può tutto questo essere considerato un inizio della diminuzione del carico fiscale delle piccole imprese?
 
Maurizio Bornancin

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