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Gestione centrali idroelettriche trentine – Di Paolo Farinati

No a nuovi «carrozzoni», la soluzione c’è già! E abbiamo certamente le intelligenze, le risorse e le capacità per essere protagonisti

Sul tavolo istituzionale e decisionale della Provincia Autonoma di Trento vi sono, tra molte altre importanti pratiche e pur con diverse scadenze, l’assegnazione di concessioni di gestione assai ricche e strategiche per la nostra comunità trentina.
La prima riguarda, ormai da più anni, la gestione della A22 o Autostrada del Brennero, scaduta già nell’aprile 2014.

L’Autostrada del Brennero S.p.A. ha confidato da sempre in un rinnovo della concessione di gestione attraverso un affidamento diretto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, stante che i Soci pubblici possiedono circa l’85% del capitale sociale della Società.
Qui si sovrappongono norme europee e nazionali, tutte propense a promuovere la libera concorrenza e, quindi, ad assegnare la suddetta ricca e ambita gestione con una gara aperta a tutti i soggetti idonei a livello internazionale.
 
La seconda partita, di cui il Parlamento ha posticipato la scadenza al 2023, ha per oggetto le concessioni di gestione delle centrali idroelettriche presenti sul territorio trentino.
Sono 17 impianti su 34 esistenti, capaci di produrre mediamente ogni anno oltre 5 miliardi di chilowattora di preziosa energia pulita e rinnovabile, pari a quasi l’85% della produzione totale in Trentino.
Oggi il soggetto gestore è il Gruppo Dolomiti Energia, attivo nella produzione e nella distribuzione di energia elettrica con proprie aziende operative. Il Gruppo DE, tra le maggiori multi-utilities italiane, vanta un capitale sociale per oltre il 70% di proprietà di soggetti pubblici.
Socio principale è FinDolomiti Energia, partecipata in parti uguali dalla Provincia Autonoma di Trento e dai due Comuni di Trento e di Rovereto.
 
Con FDE sono Soci del Gruppo DE pure molti Comuni del Trentino.
Tutte queste comunità si giovano di servizi di elevata qualità a costi tra i più bassi in Italia e non solo.
Più di 1.400 sono i dipendenti del Gruppo DE e tutti altamente professionalizzati, quasi un miliardo e mezzo il fatturato complessivo del Gruppo, importanti i dividendi per i Soci, come pure ingenti sono le risorse garantite ai territori su cui insistono le centrali idroelettriche attraverso i sovra canoni loro destinati per ogni chilowattora prodotto.
Questi sono alcuni dati che evidenziano, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto questa partita sia strategica per tutto il Trentino.
Avendo il Gruppo DE, seppur in quota significativamente minoritaria, pure Soci privati, questo impone la messa in gara delle preziose concessioni di gestione.
Alle norme europee e nazionali qui si sommano quelle provinciali, stante che la Provincia Autonoma di Trento in materia di energia e di utilizzo dell’acqua, ha competenza primaria.
Delle due l’una: o viene riconosciuto il totale controllo della gestione del Gruppo DE da parte dei soli Soci pubblici, che pur ne detengono oltre il 70% del capitale sociale, o lo stesso Gruppo DE dovrà individuare un proprio soggetto d’impresa totalmente pubblico, a cui la Provincia Autonoma di Trento potrà concedere in affidamento diretto, ovvero senza gara, la ricca gestione delle varie centrali idroelettriche per altri 30 anni.
 
La prima ipotesi la vedo, onestamente e giuridicamente, pressoché impossibile.
Ritengo, invece, molto percorribile la seconda soluzione. A mio modesto parere, infatti, il richiesto soggetto d’impresa con capitale sociale in possesso di soli Soci pubblici c’è (!).
È proprio la holding Findolomiti Energia, come già detto partecipata esclusivamente dalla PAT e dai due Comuni di Trento e di Rovereto.
Si tratta di apportare allo statuto della suddetta Società qualche minimo aggiornamento, in modo tale che la stessa possa essere intestataria delle importanti concessioni e, quindi, possa gestire direttamente e/o con proprie società operative le centrali idroelettriche in discutendo.
Un’ipotesi che necessita certamente di opportuni approfondimenti giuridici e, soprattutto, dell’accordo dei tre Soci pubblici sopra indicati. Ma indubitabilmente percorribile.
 
Un «uovo di Colombo» innanzi a una straordinaria questione politica, finanziaria e ambientale per tutto il Trentino? Non lo so con assoluta certezza, ma credo fermamente che valga la pena di studiare bene questa soluzione, che ha in sé aspetti positivi ben oltre le sole concessioni di gestione.
La Provincia Autonoma di Trento, infatti, una volta centrato l’ambito obiettivo, quale Socio potrebbe cedere la propria quota in Findolomiti Energia ai Comuni trentini interessati. Assicurando così equamente all’intero nostro territorio i benefici di questa storica operazione. L’enorme valore dell’energia idroelettrica prodotta in Trentino e la bellezza unica del nostro ambiente richiedono una visione e uno sforzo comunitari da parte di tutti.
Il mio augurio è che la Giunta provinciale e i Sindaci di Trento e di Rovereto sappiano essere capaci, propositivi e responsabili protagonisti in questa storica partita. Abbiamo certamente le intelligenze, le risorse e le capacità per esserlo.
Dipende in gran parte solo da noi. È in gioco la tutela del futuro benessere della nostra seria, affidabile e virtuosa comunità alpina.
 
Paolo Farinati
Già Amministratore di ASM Rovereto e di Trentino Servizi (dal 1990 al 2001)
e Assessore del Comune di Rovereto (dal 2005 al 2010)

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