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La nostra amata Rovereto/ 16 – Di Paolo Farinati

L’elegante Hotel Rovereto, nell’intervista al titolare Marco Zani

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Siamo lungo il Corso Rosmini, viale principale di Rovereto, da cui si diramano le vie che conducono sia alla parte storica che a quella più nuova della città.
È la strada con cui Rovereto si presenta ai molti visitatori, così come quella che ogni giorno viene percorsa a piedi o in automobile da migliaia di persone di ogni età, che si recano a scuola o al lavoro.
O pure solo per fare qualche «vasca» tra amici e da innamorati.
Più o meno a metà del Corso arriviamo davanti all’elegante Hotel Rovereto, saliamo qualche scalino in marmo bianco ed eccoci accolti dal sorriso del titolare Marco Zani e di sua moglie Susanna.
Siamo all'interno di un magnifico albergo di Rovereto, certamente il più conosciuto in città.
Nello stile richiama un palazzo dell'Ottocento, l'alchimia di arredi e di colori che qui si vedono ci fa piacevolmente tornare indietro nel tempo.
 

 
Egregio Signor Marco e gentile Signora Susanna, buon giorno. Ci racconta la storia di questa lunga attività della sua famiglia? Quando nasce l'Hotel Rovereto e per merito di quali protagonisti?
«Vanda e Giulio Zani, i miei genitori, si trasferirono a Rovereto nel 1954. Provenivano da Ostiglia, un piccolo comune nel mantovano, dove dal 1944 avevano iniziato a gestire attività di ristorazione ed ospitalità.
«Dapprima una piccola trattoria annessa al negozio di alimentari di mia nonna Olimpia a Correggioli. In seguito l’Hotel Mezzatappa di Ostiglia, il quale si trovava sulla statale dell’Abetone e del Brennero, che possiamo considerare la via principale che connetteva il Brennero al resto dell’Italia.
«Un camionista della ditta Maschietto di Rovereto propose a mio padre di trasferirsi a Rovereto per gestire l’Hotel Cristina e mio padre innamorato del Trentino Alto Adige, che aveva conosciuto durante il servizio militare, colse la palla al balzo per cambiare per sempre la propria vita.
«Dopo 6 anni in affitto all’Hotel Cristina, ebbe l’opportunità di acquistare l’Hotel Rovereto dalla famiglia dell’Avvocato Visonà.
«Già nel 1961 mio padre iniziò a ristrutturare l’Hotel Rovereto, aggiungendo il terzo piano e rimodernando tutte le camere. La formula cucina mantovana e magnetica simpatia del signor Giulio e della signora Vanda ebbero fin da subito una buona accoglienza da parte dei roveretani.»
 


Oggi gestire un albergo richiede, tra molte altre cose, anche il saper innovare. Come avete arricchito in tal senso la vostra offerta?
«Nel 2020 abbiamo ristrutturato completamente il primo ed il secondo piano dell’Hotel Rovereto.
«Abbiamo diminuito il numero di camere, da 28 a 25, per far posto a 3 Suite e 2 Junior Suite che hanno subito avuto un’ottima accoglienza.
«Le camere hanno adesso un arredamento più contemporaneo, anche se di gusto classico, e dei servizi più moderni e confortevoli.
«Il progetto prevede di ristrutturare al più presto anche il terzo e quarto piano. Anzi avremmo già dovuto essere in piena ristrutturazione in questi giorni se non fosse stato per la seconda ondata della pandemia che ha bloccato i lavori temporaneamente.»


 
L'Hotel Rovereto con il suo Ristorante Novecento è molto noto anche fuori regione. Quale è il segreto del vostro successo?
«Credo che il giusto mix fra tradizione e innovazione sia stato ciò che ha permesso al nostro ristorante di resistere 60 anni a Rovereto, probabilmente siamo il ristorante più longevo della città.
«Da un lato la cucina della signora Vanda che ha fatto scuola con i suoi tortelli di zucca, tortellini, arrosti e naturalmente i famosi bolliti.
«Dall’altro il nostro staff di cucina capitanato da Igor Santacatterina, che oltre a portare avanti la tradizione riesce sempre a trovare nuove ricette sia legate al territorio che innovative.»
 

 
Quali sono le emozioni che ogni giorno lei e i suoi collaboratori provate nell'accogliere i clienti?
«Il nostro lavoro è tutto li. Il piacere di stare con i nostri clienti, farli sentire un po’ a casa un po’ in vacanza. Tornano da noi perché sanno che troveranno i nostri collaboratori che lavorano per noi da molti anni, il sorriso e l’accoglienza di mia moglie Susanna, come pure i suoi quadri nelle camere e nel ristorante e un'atmosfera di famiglia, ma al tempo stesso professionale.»
 

 
Signor Zani, Lei e la Sua famiglia siete persone molto conosciute e molto stimate in città. Ha qualche suggerimento da fare all'Amministrazione comunale per migliorare la nostra Rovereto? Voi vivete di turismo. Cosa manca a Rovereto per diventare veramente una Città turistica?
«Rovereto offre già molto. Negli ultimi anni agli alberghi si sono affiancate molte offerte di ospitalità in bed & breakfast, appartamenti ecc. Per fare il salto di qualità a Rovereto manca la consapevolezza del ruolo che può svolgere nell’ambito del turismo trentino e nazionale. Solo questa può portare cittadini, imprenditori e amministrazione a tenerne conto quando vengono fatte scelte imprenditoriali, di lavoro o infrastrutturali.
«Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita importante del numero di turisti italiani e stranieri, che scelgono Rovereto come meta di villeggiatura. Vacanze brevi ma anche di intere settimane. Il grado di soddisfazione è elevato. Il turista apprezza la posizione geografica di Rovereto, la pulizia della città, come viene mantenuta.
«Ci vorrebbe però un po’ più di vitalità in città. Qualche mercato settimanale legato ai prodotti del territorio. Qualche locale pubblico aperto la sera. Manifestazioni di intrattenimento estive realizzate con un occhio per i cittadini e uno per i turisti.
«Dal punto di vista infrastrutturale credo che le piste ciclabili di collegamento con la pista ciclabile siano ormai indispensabili. Inoltre è mia convinzione che Rovereto dovrebbe puntare ad essere anche una città che offre al turista, ma anche al cittadino, un’atmosfera di relax.
«Basterebbe applicare le normative per far sì che corso Rosmini non si trasformi tutte le sere in un autodromo, dove moto e automobili si sfidano per rumore e in velocità.»

Lei da anni ha diversificato la sua attività imprenditoriale, dedicandosi anche alla viticoltura e alla produzione di vini. Come è scattata questa seconda passione?
«Mio padre nel 1974 acquistò dal Conte Lodron di Nogaredo il Castel Noarna. La tenuta è circondata da 6 ettari di vigneto di altissima vocazione.
«Per i primi 14 anni abbiamo sempre venduto le uve di Chardonnay prodotte al castello alle Cantine Ferrari. Poi nel 1988 mi sono appassionato prima alla degustazione di vino e poi alla vinificazione.
«Una passione che è nata per una sfida con amici. Alcuni di loro infatti producevano vino nel volt sotto casa senza nemmeno possedere un vigneto. Avendo apprezzato la qualità del vino da loro prodotto, decisi allora di accettare la sfida e mettermi in gioco. Così nel 1988 feci la prima vinificazione a Castel Noarna.
«Oggi, passati più di trent’anni, i nostri vini sono apprezzati per il loro carattere unico in molti Paesi del mondo. In particolare negli Stati Uniti, dove esportiamo circa un terzo della nostra produzione.»
 

 
Quali sono i vini che lei produce? Produrre vino nell'affascinante Castel Noarna, da cui si domina l'intera Vallagarina, credo dia molti stimoli, vero?
«Produciamo molti tipi di vino, forse troppi come è tradizione in trentino. I vini a cui sono più legato sono senz’altro la Nosiola, il Lagrein e i nostri uvaggi rossi: Mercuria e Romeo. C’è da dire però che negli ultimi anni abbiamo riscoperto il potenziale dello Chardonnay della collina in Destra Adige nella produzione dello spumante Trento DOC e le soddisfazioni sono state molte.»
 

 
Lei è imprenditore fin da giovane. Cosa si sente di dire ai nostri giovani per motivarli a intraprendere nei due settori che la vedono protagonista?
«Nel turismo il potenziale è enorme. Siamo in una zona estremamente vocata e quindi le potenzialità ci sono. Occorre però innovare.
«Il mio consiglio è semplice. Imparate le lingue straniere, almeno inglese e tedesco, e cercate di girare il mondo, facendo esperienza in strutture dove potete imparare qualcosa senza l’obiettivo di guadagnare a breve termine.
«Una volta acquisita competenza, professionalità e visione innovativa le strade in Trentino possono veramente essere molte.
«La stessa cosa vale per il vino o in generale per i prodotti legati al territorio. Anche per questi il potenziale è enorme, ma ci vogliono formule innovative di organizzazione e visione futuristica.
«In provincia abbiamo molti esempi di giovani che dopo aver fatto esperienza all’estero sono tornati e hanno impostato delle realtà molto innovative e di successo.»
 

 
La convivenza con il Covid19 non è stata e non è semplice. Lei come si è organizzato?
«Si tratta sicuramente del periodo più difficile della mia carriera professionale. Questa situazione è arrivata a scuotere anche aziende storiche e con profonde radici come la nostra.
«Nel periodo del secondo lockdown ci siamo riorganizzati per fornire un servizio più limitato agli unici clienti che possono venire nel nostro Hotel in questo periodo: gente che viaggia per lavoro.
«Si tratta di un pubblico molto limitato ma ci riteniamo comunque già fortunati di poter lavorare. Molti alberghi legati al turismo internazionale e nazionale sono completamente chiusi da mesi. Noi almeno riusciamo a tenerci attivi.»
 

 
Le chiedo, infine, di esprimere un messaggio di fiducia da far arrivare a tutti i nostri concittadini.
«Ho avuto la fortuna di poter girare parecchio per turismo o per lavoro e ritengo che Rovereto sia una cittadina che può offrire veramente molto.
«Dobbiamo imparare ad amarla di più e valorizzare meglio ciò che abbiamo, impegnandoci ognuno di noi nel fare bene ciò che sappiamo fare e con rispetto nei confronti degli altri e del bene pubblico.
«Credo veramente che Rovereto offra uno standard di qualità della vita tra i più alti in assoluto. Il numero significativo di persone che ho conosciuto in questi anni che si sono trasferiti, o che vorrebbero trasferirsi a Rovereto, ne è prova concreta.»

Paolo Farinati – p.farinati@ladigetto.it

Hotel Rovereto Corso Rosmini, 82/D - 38068 Rovereto
www.facebook.com/hotelrovereto
tel. +39.0464.435222 - codice sdi M5UXCR1

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