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La nostra amata Rovereto/ 22 – Di Paolo Farinati

La Cooperativa «Amalia Guardini» di Rovereto, che da oltre 40 anni offre amore, dignità, lavoro, felicità

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M’incammino verso la zona nord di Rovereto, percorro via Pasqui, in fondo alla quale vedo i colori e gli spazi del magnifico Stadio Quercia, luogo di tante gioie e di molte manifestazioni sportive.
Mi fermo al numero civico 57, salgo qualche scalino di una comoda scala ed eccomi arrivato alla spaziosa e luminosa sede della Cooperativa «Amalia Guardini», chiamata così in ricordo e in onore di una donna che tanto ha fatto per l’istruzione dei giovani e per dare amore e dignità a chi è svantaggiato.
Mi accoglie con la sua consueta affabilità il Direttore dr. Michele Paissan.
Entriamo nel suo coloratissimo ufficio. Arriva pure Fabrizio, un ospite gentilissimo, che subito mi propone e mi porta un gradito gustosissimo caffè.
 

 
Caro Direttore Paissan, intanto i più sinceri complimenti per quanto avete fatto, per quanto fate e continuerete a fare. Qui si respira il dolce profumo della più autentica umanità. Ci vuole in breve raccontare la ormai lunga storia della Cooperativa Amalia Guardini di Rovereto? Chi furono i generosi e lungimiranti fondatori? Oggi chi ne sono i protagonisti?
«La Cooperativa Amalia Guardini è Centro Diurno Socio-Occupazionale, che accoglie persone diversamente abili o in situazione di svantaggio.
«Fu fondata il 18 aprile 1980, con il nome di C.I.S. (Cooperativa Iniziative Sociali), poi in C.I.L.S. (Cooperativa Iniziative Lavori Sociali). Nel 1991 prende il nome attuale in ricordo della fondatrice. Ricordiamo che Amalia Guardini fu pure stimatissima Direttrice della Scuola Professionale Barelli di Rovereto. «Fondatori della nostra Cooperativa insieme a lei furono un gruppo di genitori e cittadini sensibili allo sviluppo di un progetto di vita futura.
«Nel dicembre 2003 ci fu la sistemazione nell’attuale sede in una zona periferica della città, più precisamente in via Domenico Pasqui, ai numeri civici 57, 59, 61 interni 13 e 14, 63. L’attività della Cooperativa è focalizzata sulla centralità della persona con un’attenzione alla sua abilitazione, alla sua integrazione sociale, ad una maggiore autonomia nel contesto d’appartenenza.
«L’offerta formativa si completa in contesti lavorativi normalizzanti, sia all’interno della sede, sia sul territorio anche in ambito educativo, culturale e ludico-ricreativo.
«La Vallagarina rappresenta il contesto naturale di riferimento della Cooperativa Amalia Guardini fin dalle sue origini, intercettando bisogni primariamente da questo territorio.
«Protagonisti indiscussi sono i nostri utenti, centro del nostro agire sociale. 44 persone disabili, in netta prevalenza di genere femminile, interessando il Comune di Rovereto e quelli delle attuali Comunità di Valle della Vallagarina, della Valle di Non e della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri.
«A loro si aggiungono operatori e volontari, risorsa irrinunciabile e qualificante, anche per il radicamento con il territorio.»
 

 
Gli ospiti della Cooperativa: quanti sono, di che età media sono, quali attività svolgono, come vivono la Cooperativa?
«Gli utenti sono attualmente 44, 10 maschi e 36 femmine, età media sui 39 anni, impegnati in tre laboratori interni, dal lunedì al venerdì. Precisamente sul contoterzismo in rete e diretto con le aziende, in ambito creativo con la produzione interna di manufatti utilizzando anche prodotti di riciclo e in molteplici attività inclusive e professionalizzanti in azienda, anche profit, sul territorio. Tra queste, ad esempio, il progetto Rete di valore con Risto3 e di agricoltura sociale con l’Azienda Agricola Vallagarina nel nuovo spazio verde di via Pasqui, fino alle attività sportive e di pet therapy.
«Avanza forte la richiesta di attenzione al dopo di noi, che si realizza con una progettazione di abitare accompagnato dal nome Punto Mio, in collaborazione con la Cooperativa Villa Maria.
«Vivono tutti con serenità e impegno l’essere parte di questa realtà sociale, con alti e bassi, e condizionati da questioni di salute. Nemmeno il forte condizionamento operante del contagio ha scalfito la voglia di esserci, partecipare e incontrarsi con le persone che animano la Cooperativa.
 

 
Ci presenti pure i suoi preziosi bravi collaboratori.
«I collaboratori sono 15, la maggioranza Soci della Cooperativa, in prevalenza donne, età media 38 anni. Persone titolate, motivate e competenti. Per noi, come si evince nella nostra Vision, lavorare alla Guardini è il viaggio quotidiano orientato alla crescita globale della persona, priorità e centro del nostro agire.
«Intrecciamo le nostre energie con molti, sviluppiamo autonomie, favoriamo integrazione e costruiamo relazioni significative nel tessuto sociale.
«Si lavora e s’investe per mantenere alto il livello di preparazione professionale, al fine di garantire un servizio di qualità, sia dal punto di vista della cura dell’utente, sia per quanto riguarda la validità tecnica delle prestazioni.»
 

 
Rovereto ha sempre dimostrato concreta attenzione verso i più deboli. Il lavoro è sinonimo di dignità per ogni persona. Ce lo può confermare sulla base della sua significativa esperienza?
«Certo, il lavoro è molto importante, con esso si esercita l’identità lavorativa e adulta anche nei laboratori o nelle aziende, ma ancor di più il riconoscimento, la partecipazione, la relazione nei diversi ambienti di vita la riconoscono.
«Le limitazioni dettate dalla patologia e la possibilità di accesso al lavoro sono molto condizionate.
«In questi ultimi mesi poi, le nuove condizioni di accesso ai luoghi di lavoro, la situazione di blocco generale e le forti limitazioni hanno rallentato notevolmente le collaborazioni con le aziende della città, ma noi tutte e tutti teniamo duro (!).»
 

 
Con le varie Cooperative sociali presenti sul nostro territorio vi è collaborazione?
«C’è in linea di massima collaborazione, non con tutte, ovviamente.
«Solitamente la collaborazione è veicolata da progettazioni particolari e/o finalizzata a bandi che ci vedono condividere persone e obiettivi. Di alcune la Cooperativa è pure Socia, anche fondatrice.
«Varie le collaborazioni anche con Università, Centri di Ricerca, Istituti superiori, Fondazioni.»
 

 
Credo che uno dei fattori più importanti sia il vostro prezioso e necessario rapporto con le famiglie. Come si svolge?
«Sostanzialmente sulla base di un costante dialogo e sulla fiducia, attraverso molteplici momenti di confronto, sia nella condivisione delle progettazioni che nei momenti informali e di svago.
«Dalla relazione con l’educatore referente, all’incontro con i consiglieri, le riunioni con l’assistente sociale, la formazione, il volontariato si integrano luoghi e significati che muovono all’interno del nostro Progetto di Vita.»
 

 
Entrare al mattino qui in Cooperativa vi emoziona ancora? Cosa La gratifica di più in questa sua attività?
«Se non hai emozione non hai motivazione. Se non ti sorprendi non sei attento. Le gratificazioni sono tante, anche le fatiche e le preoccupazioni.
«Sopra tutte l’appartenenza ad un gruppo di valore, il buon clima, attento ai bisogni e alle persone, con la dinamicità e la visione in prospettiva di miglioramento che guida la nostra presenza.
«Per alcuni rimane il ricordo di aver condiviso parte del percorso di crescita e sviluppo e l’accompagnamento a soluzioni di vita più adeguate.
«Fondamentali sono naturalmente l’intesa e il raccordo con il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa.»
 

 
I rapporti con le varie Amministrazioni pubbliche, provinciale e comunale, sono positivi e come si concretizzano?
«Le relazioni sono generalmente positive, in funzione degli scopi e dei ruoli delle diverse parti coinvolte.
«Molte le richieste formali alle quali adempiere, varie le occasioni di incontro o di lavoro in gruppo, anche con gli assistenti sociali e le altre realtà. Vi sono sensibilità diverse, ma il dialogo rimane garantito.
«Ci sono più vicini gli enti del territorio rispetto a quelli provinciali, per comprensibili ragioni di funzionalità.»
 

 
Ricevete aiuti anche da privati? Possiamo dire che la solidarietà esiste nella nostra comunità?
«Sì, riceviamo e ricerchiamo sempre più il prezioso sostegno dei privati, ad integrazione del finanziamento dell’ente pubblico. La sensibilità c’è ed è distribuita tra le diverse realtà e nei diversi ambiti.
«La nostra Cooperativa si fa conoscere anche attraverso i 252 Soci e i 60 volontari e, quindi, si riesce a veicolare e sensibilizzare maggiormente il nostro operare.
«Tutto quanto si raccoglie viene investito a favore delle progettazioni.»
 

 
Infine, caro Direttore Paissan, le chiedo un messaggio di fiducia e di speranza da far arrivare ai Vostri ospiti e alle loro famiglie.
«Alla luce del periodo che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, l’invito è quello di continuare ad esprimere i propri bisogni e le proprie difficoltà, così come le richieste, attraverso il dialogo e la partecipazione.
«Elementi che hanno permesso, ad esempio, di gestire insieme la rimodulazione del Servizio e delle attività in modo coerente ai percorsi intrapresi e agli scopi della Cooperativa. Con la prospettiva che insieme si poteva e si può ritornare alla nuova normalità.
 
Grazie di cuore, caro Direttore. Invito tutte e tutti i roveretani a venire a conoscere la Cooperativa Amalia Guardini. Tra sorprese e sorrisi sarete avvolti dal vero amore per la vita.
 
Paolo Farinati – p.farinati@ladigetto.it

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