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Comune di Rovereto, analisi del bilancio consuntivo 2020

Una situazione finanziaria e patrimoniale virtuosa e solida – Di Paolo Farinati

Il Consiglio comunale di Rovereto nella serata del 26 maggio ha approvato a larga maggioranza il Bilancio consuntivo relativo all’anno amministrativo 2020.
La parola più utilizzata dal Sindaco Francesco Valduga nella sua presentazione e nel seguente dibattito consiliare è stata: «Solidità».
Gli ha fatto eco il dirigente del Servizio Patrimonio e Finanze dr. Gianni Festi.
In effetti il Rendiconto finanziario del nostro Comune presenta cifre molto positive in vari suoi capitoli e, giustamente, il Sindaco ne ha dato pubblica illustrazione con un certo orgoglio.
 
È giusto premettere che il 2020 è stato un anno molto particolare, e non solo per la pandemia che da inizio primavera purtroppo ha colpito anche la nostra comunità.
Nel 2020 si è chiuso il primo mandato quinquennale di Francesco Valduga e, quindi, è stato l’anno anche delle elezioni comunali, avvenute in autunno. Un’annata, pertanto, che anche finanziariamente ha condizionato indiscutibilmente l’operato del Comune.
Ritengo, comunque, che il documento contabile approvato meriti qualche riflessione. Il Conto Economico del 2020 si chiude con un dato negativo di euro 3.976.507, contro un dato positivo dell’anno 2019 pari a euro 3.224.448.
 
Il passivo deriva da un montante delle voci positive della gestione, ovvero delle entrate, di poco più di 55 milioni di euro, e una somma complessiva delle voci negative, ovvero le uscite, pari a circa 66 milioni di euro.
Il conseguente passivo di quasi 11 milioni di euro è stato ridotto dai poco meno di 8 milioni di euro incassati come dividendi dal Comune quale Socio del Gruppo Dolomiti Energia.
La spesa complessiva per il personale è stata di 18 milioni e 200 mila euro, con un calo di circa 800 mila euro rispetto al 2019.
Gli investimenti si sono fermati a circa 13 milioni e mezzo di euro, poco sopra i soli 12 milioni e 500 mila euro circa di investimenti effettuati nel 2019.
 
Il debito residuo verso la Provincia Autonoma di Trento, che qualche anno fa si accollò quasi tutti i mutui accesi dai Comuni trentini, è di poco meno di 16 milioni euro, pagabili comunque entro il 2037.
Il fondo cassa al 31 dicembre 2020 è stato di 10 milioni e 318 mila euro.
Lo Stato Patrimoniale del Comune di Rovereto presenta un attivo di quasi 600 milioni di euro, un dato certamente invidiabile per un Municipio di poco più di 40 mila abitanti.
 
La voce, però, che balza immediatamente all’occhio sono gli oltre 26 milioni di euro quale risultato di amministrazione al 31 dicembre 2020, di cui ben oltre 15 milioni disponibili e spendibili da subito.
Questa è un’enorme opportunità che l’Amministrazione del Sindaco Francesco Valduga si trova a gestire. Soprattutto verso quegli investimenti «strategici» che la città si aspetta da anni, in certi casi da troppi anni.
E qui bisogna spendere subito e bene, con visione, determinazione e coraggio.
 
Nelle crisi come quella che stiamo vivendo, tocca agli enti pubblici investire, dare una scossa e occasioni di ripartenza alle imprese private.
Le risorse non mancano, anzi, è solo questione di agire con forte volontà.
Provo a mettere sul tavolo alcune indicazioni: l’area Follone non può più aspettare, l’apertura della RSA di Piazzale De Francesco pure, la bretella dalla Mira a Viale Caproni è un tassello improrogabile anche per la tangenziale ovest (si farà?), la quarta RSA pubblica in via Ronchi è un’impellenza sociale, la costruzione della nuova sede dell’Istituto Fortunato Depero è una risposta urgente, la valorizzazione del biotopo e del parco dei Lavini è essenziale turisticamente e non solo, un comodo e veloce collegamento col Bosco della Città da Corso Bettini pure, il riutilizzo proficuo delle aree ex Merloni ed ex Alpe è strategico, la soluzione del problema viabilistico di Sant’Ilario morde da più di vent’anni, e via discorrendo.
 
A questi investimenti strategici, si aggiungono quelli di ordinaria amministrazione, rivolti in particolare all’aggiustamento del manto di molte strade e di varie piazze, al completamento del circuito delle piste ciclabili, alla manutenzione di parchi e di palestre e avanti ancora.
Ho sempre ben presente il quinquennio amministrativo 2005 /10, in cui col Sindaco Guglielmo Valduga fummo capaci di ben 184 milioni di euro di investimenti, di cui ben l'80% definibili come strategici, tra asili nido, scuole materne, elementari e medie, messa in sicurezza di più ponti cittadini, abbellimento e pavimentazione di numerose strade, riattivato il cantiere del Teatro Zandonai fermo da quasi due anni, il via ai lavori della RSA di Piazzale De Francesco, e via discorrendo.
 
Tutto questo combattendo e comunque rispettando ogni anno i vari stringenti Patti di Stabilità imposti ai Comuni dalla Provincia Autonoma di Trento.
Vinse la visione e la determinazione di fare le necessarie opere, e non solo. Cito, quale ulteriore importante decisione, l’inserimento nel PUP (Piano Urbanistico Provinciale) il tracciato della tangenziale ovest di Rovereto, che dal 2007 è ancora lì (!).
Va ribadito che il Comune di Rovereto, in termini finanziari e patrimoniali, sta molto bene. Ciò non toglie che l'attuale situazione pandemica richieda più intraprendenza.
L'ordinaria amministrazione non basta più. Rovereto e la Vallagarina sono una comunità produttiva, il post Covid-19 in termini occupazionali sarà pesante, molto più pesante che in altri ambiti territoriali del Trentino.
 
Ne consegue che tutte le risorse vanno investite, sia quelle già oggi disponibili che quelle da cercare con altre formule sui mercati e soprattutto tra i Fondi della Comunità Europea.
La Politica, quella vera, deve saper costruire e dare fiducia alla propria comunità di riferimento.
Non bastano le citazioni poetiche, che io in primis amo, ci vogliono i fatti. Solo con i fatti si conquista la fiducia dei cittadini e si costruisce solido diffuso benessere. Non dimentichiamolo mai.
Nulla da eccepire in merito ai contributi distribuiti alle imprese commerciali e non, a parziale copertura delle loro perdite causate della pandemia, ma personalmente preferisco che un Comune investa in opere, dando così opportunità di lavoro e di nuovo sviluppo a tutta la comunità.
Tenuto anche conto che molte attività hanno beneficiato in più rate di contributi dello Stato e della Provincia di Trento.
 
In tal senso, non ho ben capito anche la necessità di costituire una Commissione Speciale all’interno del Consiglio comunale, per affrontare in città la crisi causata dal Covid-19. Nulla contro i componenti della stessa, ci mancherebbe, ma è indubbio che questa scelta ha comportato dei costi in più, in termini di gettoni di presenza, e allungato i tempi di decisione.
Decisioni che spettano, comunque, a seconda dei casi, alla Giunta comunale e/o al Consiglio comunale. In più, allo stesso tempo, ha tolto materia di studio e di proposta alle già esistenti due Commissioni consiliari, ovvero quella denominata Economia e Bilancio e quella dedicata ai Servizi Sociali.
 
In conclusione, Rovereto, quale Comune, si trova indiscutibilmente in una situazione finanziaria e patrimoniale virtuosa e solida.
Nell’immediato futuro, alla politica cittadina spettano quelle decisioni indifferibili per rendere più feconda tale situazione.
La crisi, speriamo temporanea, che tutti stiamo vivendo, richiede di stilare con celerità una graduatoria di priorità, soprattutto negli investimenti e nei rapporti in particolare con gli altri Comuni della Vallagarina.
La Comunità lagarina, infatti, solo se rimarrà unita potrà e saprà costruire rinnovato benessere e affermarsi quale territorio ammirato, ambito e amato.
 
Paolo Farinati
già Assessore alle Finanze,
alle Attività Economiche e alle Società Partecipate
del Comune di Rovereto dal 2005 al 2010.

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