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Presentato il libro del giovane Klaudio Findiku «Il pane»

La cerimonjia è avvenuta la sera di venerdì scorso presso il Palazzo dei Panni di Arco

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È stata una serata molto importante per l'autore come pure per la città di Arco.
Infatti, hanno partecipato al piacevole incontro un folto pubblico e anche figure importanti della vita culturale della città stessa.
L’apertura della serata è toccata all’Assessore alla Cultura del Comune di Arco Guido Trebo, il quale ha ringraziato sinceramente l’autore, affermando che l'Amministrazione comunale ci teneva tanto a presentare questo bellissimo libro in uno dei palazzi più importanti della città di Arco.
«Mi sento molto onorato di essere oggi qui con voi in quanto sono un amante del pane, un prodotto secolare che trasmettiamo da generazione in generazione da millenni – è stato un passaggio dell'Assessore.
 
Poi ha preso la parola l’ex Assessore del Comune di Arco Stefano Miori, ovvero la persona che ha pure scritto la prima parte del libro, la prefazione, nella quale si è soffermato a sottolineare una delle caratteristiche più importanti del pane, ovvero la cultura e la storia che stanno nell'essenza più intima del pane, un cibo che ci arriva da una storia secolare.
Miori ha poi spiegato come questo alimento si è plasmato nell’arco degli anni, diventando un cibo importante per la nostra vita, capace di legare anche le culture e le religioni più diverse, che hanno il pane nei loro valori fondanti.


 
«Klaudio Findiku – ha spiegato Miori – ha saputo rendere il suo primo libro in italiano un testo semplice e comprensibile per tutti, dove la tecnica della panificazione viene spiegata in modo molto chiaro.
«Negli anni in cui ero Assessore ho conosciuto Klaudio, ho subito visto in lui una persona culturalmente molto vivace, sia perché è appassionato dello scrivere, soprattutto poesie nella sua lingua madre albanese, sia perché come animatore culturale nel mondo associativo ha portato idee e proposte molto interessanti per la nostra comunità.
«Vi ricordo con sincera gratitudine che se qui in Galleria Segantini è stato attivato un percorso per non vedenti e ipovedenti lo dobbiamo ad un'idea che ha portato avanti Klaudio.
«Attraverso questo libro mi ha stimolato a pensare ad una cosa che diamo spesso volentieri per scontata. Ovvero cos’è il pane che prendiamo in mano tutti i giorni, quale il suo significativo, i suoi valori, la sua lunga storia.
«Circa 2 milioni di anni fa l'uomo Herectus è il primo che scopre i cereali e il primo che cuoce il pane.
«Quindi, è grazie a Klaudio che mi sono incuriosito su questo argomento così molto importante. Questo aspetto per me è stato molto significativa.
«Klaudio nella sua descrizione storica cita che il pane nasce dall'antico Egitto. Intorno al Mediterraneo i cereali che crescono e si coltivano rendono il pane un prodotto fattibile e unico, troviamo ovunque il pane come un'icona del cibo.
«Mi colpisce che Klaudio nello scegliere come prima opera in italiano abbia scelto proprio il pane. In qualche modo è un qualcosa che unisce la sua lingua madre albanese a molti popoli.
«Un'iniziativa culturale, la sua, che ci stimola molto a fare una riflessione importante, e per questo ti ringrazio.»
 

 
Poi ha presso la parola l’ex professoressa e attuale e vice dirigente della Scuola Alberghiera di Riva del Garda Arianna Miorelli, la quale ha ricordato il lontano 2009, quando Klaudio arriva in Italia e inizia la scuola presso il suo Istituto.
«Durante il suo percorso scolastico ho capito che Klaudio era culturalmente già ben formato e aveva delle buone basi per proseguire una scuola così importante, nella quale le fondamenta sono la gentilezza, il rispetto, l'essere per l’altro, è cultura personale.
«Ho conosciuto Klaudio come un ragazzino che aveva scelto l’accoglienza, caratteri che subito l’hanno caratterizzato fin dall'inizio.» – Queste le parole più toccanti della professoressa Miorelli.
 
La serata si è conclusa con l’intervento dell’autore Klaudio Findiku che ha ringraziato i presenti e ha spiegato il suo libro.
«Il Pane è un libro che mi ha fatto stancare ma anche gioire quando l’ho visto e toccato con le mie mani. Non è stato facile scrivere un libro in tempi di pandemia, dove il cervello cerca libertà e non pensa più a scrivere, ma alla fine ci siamo riusciti.
«Ho deciso di scrivere questo libro per molti motivi. Il primo riguarda la scuola, in quanto l’argomento del pane l’ho portato nella tesina del 3° e 4° anno dell’Istituto alberghiero di Riva del Garda.
«È stato un argomento che mi è sempre stato nel cuore e mi ha affascinato in quanto mio padre ha lavorato per diversi anni come panettiere in un panificio di Riva del Garda.
«Con l’arrivo della pandemia, in momenti così difficili che tutti abbiamo passato, è sorta l'esigenza da parte della gente rinchiusa in casa di fare il pane, fino a vedere gli scafali dei supermercati senza lievito.
«È stato questo motivo che mi ha spinto a prendere in mano la mia ex tesina e ampliarla con altri argomenti, fino ad arrivare a questo libro che oggi abbiamo davanti a noi.
«Ho cercato con il mio modo di scrivere di rendere questo libro più semplice possibile per il lettore, in quanto i termini tecnici li ho lasciati da parte per un successivo testo.
«Vorrei vedere questo libro come la testimonianza di un argomento secolare che nell'arco degli anni abbiamo saputo trasmettere di generazione in generazione.
«Pane e cultura, cultura e pane, pane e eternità. Senza il pane la vita non ha senso.»

Paolo Farinati

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