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L'Accademia Italiana della Cucina ha scelto «Senso»

La Delegazione di Rovereto e del Garda ha deciso di celebrare l’inizio del nuovo autunno al Ristorante di Alfio Ghezzi al MART

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Germano Berteotti, Donata Loss, Antonella Graiff e Giuseppe Belli.
 
La Delegazione di Rovereto e del Garda Trentino dell’Accademia Italiana della Cucina ha scelto di celebrare l’inizio di un nuovo autunno al Ristorante «Senso» di Alfio Ghezzi, dove il Mart ha offerto una quinta straordinaria per uno spettacolo che ha coniugato cucina, arte e natura.
È stata una serata in cui Arte e Artigiani si sono sfidati e completati con abbinamenti di stili, di cibi, di vini, a partire dal menù, frutto delle ricerche intelligenti di Alfio, che trasforma i prodotti della nostra terra con meditata cura, rispettosa di ciò che può scaturire da misurate fusioni di ingredienti, sia noti che insoliti. Per un risultato di «tutta bellezza».

Alfio ha approfittato infatti della ricchezza di colori, profumi e sapori del nostro autunno e della fantasia di operosi agricoltori ed aziende locali per esaltare la natura, «nostro ingrediente principale- questo è il senso della nostra cucina», scrive infatti lo chef. Non sono mancate, nei piatti proposti, anche citazioni autobiografiche, come nei notevoli «ravioli del plin» con lo zafferano prodotto in Vallarsa dal giovane Massimo Falqui Massidda.
 
La prossimità del Mart ha ispirato anche la stampa di un menù, curata da Grafiche Stile, che riproduce in prima pagina un grappolo d’uva disegnato nel 1936 da Depero per la copertina del Numero Unico dedicato alla Festa dell’Uva.
Una breve passeggiata nelle stanze della mostra dedicata a Botticelli ha arricchito l’occasione di unire arte, cucina e cultura in una «idea circolare» condivisa dal ricercatore culturale e curatore di arte contemporanea Denis Isaia, che ha coinvolto mente e sentimenti dei partecipanti.

Nel corso della cena, che ha voluto essere un omaggio al tempo di una natura ancora generosa, il vignaiolo Marco Manica e l’enologo Loris Cazzanelli dell’Azienda Agricola Longariva hanno illustrato con sincera passione i vini abbinati a ciascun piatto, preziose creature di una Val Lagarina che è orgogliosa terra madre di «grappoli di speranze, di vini longevi, di nuove storie da raccontare a sensi curiosi», come scrive la gentile vignaiola Rosanna Manica, che assieme al marito Marco ha offerto i vini perché assieme a lui ha condiviso lo spirito di un incontro di riscoperta di un luogo di Artisti: Artisti in cucina, in cantina ed in Museo.
 
Per arricchire una serata di particolare intensità la Vicedelegata - nell’occasione Simposiarca - Donata Loss, curatrice delle proposte assieme ad Antonella Graiff e Giuseppe Belli, ha narrato la «Storia dell’idea» del Mart, lungimirante frutto della cultura e del coraggio civile di Umberto Savoia che, a buona ragione, possiamo definire «padre» del Museo.
Anche la presenza alla serata del Sindaco Francesco Valduga ed il saluto iniziale portato dall’Assessore provinciale alle attività culturali Mirko Bisesti hanno sottolineato il valore di un appuntamento in cui arte, cucina e natura si sono fusi in totale letizia ed armonia all’insegna del «Senso», che è poi il nome del ristorante che ha accolto l’Accademia.

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