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La nostra amata Rovereto/ 29 – Di Paolo Farinati

Intervista a Paolo Eccher, allenatore del Football Club Rovereto

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Mister Paolo Eccher, innanzitutto i miei più sinceri complimenti per la splendida stagione che sta vivendo la tua squadra del Rovereto.
State dominando con una certa sicurezza il Campionato provinciale di Promozione del Trentino, e questo con una squadra assai giovane e un gioco dimostratosi sin qui autoritario e piacevole su ogni campo.
Ma vediamo di conoscerti meglio.
 

 
Per prima cosa, ti chiedo doverosamente il Tuo curriculum sportivo.
«Dopo aver mosso i primi passi nei settori giovanili vicino a casa, precisamente nel Castelsangiorgio e a Marco, ho iniziato il mio percorso nel settore giovanile dell'U.S. Rovereto, nel quale ho giocato dagli esordienti fino alla prima squadra, che al tempo si alternava tra il Campionato di Eccellenza regionale e la Serie D.
«È seguita un'esperienza al Trento, sempre in Serie D, annata questa che probabilmente mi ha formato maggiormente dal punto di vista calcistico e caratteriale.
«Poi un paio di anni nuovamente a Rovereto ancora tra l’Eccellenza e la Serie D, dopodiché ho giocato con l’Alta Vallagarina in Prima Categoria e nel Campionato di Promozione, nell’Alense in Eccellenza, nel Monte Baldo in Prima Categoria e in Promozione, infine nell’Isera in Prima Categoria e in Promozione.
«A 30 anni, quando è nata mia figlia Gemma, ho smesso di giocare a calcio, anche per poter conciliare al meglio le esigenze della bambina con la mia vita lavorativa.
«Dopo un paio di mesi di completa inattività, il mio amico e ex compagno di squadra a Rovereto, Giuliano Giovanazzi, mi ha convinto a ritornare sul campo, anche se stavolta non più da giocatore, ma come supporto a lui che era l'allenatore della prima squadra.
«Dopo alcuni anni da vice allenatore, ho conseguito la licenza UEFA B nel 2017 e ho iniziato come allenatore della prima squadra del nuovo corso del Football Club Rovereto, dal 2018 ad oggi.»
 

 
Un curriculum con i fiocchi. Sei considerato uno dei giovani allenatori più promettenti in Regione. Illustraci la tua filosofia calcistica.
«A me piace il calcio propositivo, fatto di intensità e velocità nella gestione del pallone e soprattutto nella ri-aggressione una volta perso il possesso della palla.
«Insieme al mio staff, composto da Nicola Fazzi, Gabriele Zandonai, Alessandro Gianesini, Leonardo Sabatino e Andrea Togni, lavoriamo quotidianamente affinché i giocatori siano nelle condizioni tecnico/tattiche ma anche fisico/metaboliche per poter raggiungere gli obiettivi che ci poniamo come collettivo. Grazie alla presenza di uno staff così importante, gli allenamenti sono intensi, compressi e con i tempi morti ridotti a zero.»
 
Hai qualche allenatore italiano o straniero a cui ti sei ispirato?
«Quando ho iniziato il mio percorso come allenatore erano gli anni in cui Guardiola ha cambiato un po' questo sport; il suo Barcellona era una squadra pressoché perfetta.
«Il mio preferito in assoluto è però Jurgen Klopp: le sue squadre per dinamismo, intensità di gioco, marcature preventive e pressing-contro sono per me un importante punto di riferimento.»
 

 
Il Football Club Rovereto nasce con l'obiettivo di raggiungere, passo dopo passo, traguardi e Campionati sempre più importanti. Condividi questa impostazione?
«Ho avuto la fortuna di far parte del FC Rovereto fin dalla sua nascita. La pianificazione oculata della società prevede la crescita e il raggiungimento di risultati e progressi sportivi di pari passo alla crescita dei giovani del vivaio bianconero.
«Uno dei sogni del mio Presidente, anch'egli ex -zebretta come calciatore, è quello di vedere la prima squadra con una componente importante del settore giovanile.
«Quando i nostri giovani saranno pronti e avranno raggiunto la giusta maturità calcistica, credo sia giusto che la società si ponga l'obiettivo di fare sempre meglio, a livello di categorie e di traguardi.
«Negli ultimi anni, al Quercia, sono approdati giocatori molto importanti, che fungono quotidianamente da catalizzatore nel percorso di maturazione dei ragazzi del settore giovanile.»
 
Hai a disposizione una rosa giovane. Questo è per te motivo di difficoltà o costituisce un vantaggio?
«Sì è vero, la rosa è molto giovane, ma parliamo di giocatori che hanno molta qualità e seppur giovani in molti hanno già vinto campionati e giocato partite in categorie superiori.
«Per il tipo di calcio che cerco di proporre, certamente è un vantaggio avere una squadra giovane, con freschezza atletica e con la fame di vittoria.
«Il leit motiv a Rovereto è andare forte, dare tutto e onorare la maglia fino all'ultimo secondo della stagione: avere giocatori giovani e forti sicuramente aiuta.»
 

 
Accanto alla tecnica individuale quanto è importante nel calcio moderno l'aspetto atletico e fisico dei giocatori?
«Credo che la presenza all’interno delle società di preparatori fisici con un’importante formazione e competenza, abbia favorito lo sviluppo di una metodologia volta alla cura e all’incremento della performance atletica del calciatore.
«A Rovereto, sotto la gestione coordinata dal prof. Andrea Togni, stiamo molto attenti alla crescita fisica e atletica del giocatore, rendendo lo stesso partecipe del suo percorso: questo ci permette di avere dati oggettivi che intersechiamo con quelli soggettivi che ci fornisce il calciatore e che ci permettono di modulare ogni lavoro fisico che proponiamo alla squadra.
«Negli anni è evidente quanto questo sia servito per la prevenzione di infortuni e per il miglioramento della performance fisica di ogni singolo atleta.»
 
Immagino tu sia soddisfatto dei risultati sin qui ottenuti dalla squadra. Come vedi questi ultimi mesi del Campionato?
«I ragazzi stanno conducendo un cammino importante, sia a livello di risultati che di gioco. Siamo tutti consci del fatto che non abbiamo ancora raggiunto nulla di definitivo e vogliamo lottare su ogni campo per vincere tutte le partite.
«Siamo altresì consapevoli che nessuno ci regala nulla e che magari contro il Rovereto tutte le compagini ci mettono quel qualcosa in più, ma è anche questo il bello di indossare la maglia bianconera e giocare al Quercia.»


Il mister con la squadra «Primi calci».
 
Avete a disposizione certamente uno degli stadi più belli del Trentino Alto Adige, che meriterebbe certamente di ospitare partite di livello superiore. Quale ritieni il Campionato ideale per una città come Rovereto, la quale ha un passato calcistico molto prestigioso?
«Il Quercia per me è come un tempio, è un privilegio poterci giocare. Se si valutasse solamente la struttura è logico che si dovrebbero vedere partite di ben altra categoria.
«Se vogliamo che questo accada dovremo essere bravi nel futuro prossimo a mettere competenza, ambizione e volontà affinché il Football Club Rovereto continui il suo percorso di crescita.»
 
Anche il settore giovanile del FC Rovereto sta ottenendo egregi risultati. Quanto è importante per la prima squadra?
«Negli ultimi anni la società si è posta l’obiettivo di migliorare costantemente il settore giovanile. Siamo una società che in fondo è rinata 7 anni fa. Ovviamente per valutare la crescita del vivaio ci vuole più tempo; però devo dire che la presenza di tecnici preparati, i quali sono aumentati sempre più negli ultimi anni, sta aiutando a far crescere le giovani zebrette.
«Io stesso, mi occupo della categoria primi calci e, oltre ad apprezzare la gioia con cui i bambini giocano a calcio, mi sono reso conto dei miglioramenti sia a livello numerico che a livello qualitativo. Avere un settore giovanile importante permette, nel giro di alcuni anni, di poter crescere in casa il futuro giocatore per la prima squadra.»
 

 
Infine, ti chiedo quali sono gli obiettivi che mister Paolo Eccher si è posto da qui ai prossimi cinque anni?
«Sono una persona molto ambiziosa, ho fatto e faccio molti sacrifici per il calcio, però devo dire che ho anche ricevuto molto di ritorno.
«Non so dove sarò tra 5 anni, anche perché per scaramanzia preferisco non pronunciarmi. Spero di essere un allenatore più preparato, ma di certo fino a quando avrò questa passione cercherò di fare passi in avanti, non mi piacciono le comfort zone.»
 
E il Football Club Rovereto dove sarà tra cinque anni?
«Spero che il FC Rovereto torni ad essere una società di riferimento per la Vallagarina, sia per quanto riguarda i giovani calciatori che per la prima squadra.
«Sarebbe bello che la città si avvicinasse ancora di più, con molta gente a vedere le partite. Sono un romantico, ma sono cresciuto calcisticamente al Quercia e lo considero la mia seconda casa.
«Non posso che auspicare il meglio per questa società. E sempre Forza Rovereto!

Grazie, caro mister Eccher e... in bocca al lupo…!

Paolo Farinati – p.farinati@ladigetto.it

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