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La tragedia dell'Ucraina vissuta dai ragazzi - Di Paolo Farinati

Concreto esempio degli studenti delle scuole medie «Federico Halbherr» di Rovereto

Ho avuto la grande opportunità e l’immenso piacere di incontrare questa settimana alcune classi delle scuole medie «Federico Halbherr» di Rovereto, scuola che fa parte dell’Istituto Scolastico Comprensivo Rovereto Sud, diretto dalla dott.ssa Paola Bortolotti.
In quest’ultimo mese si sono generosamente attivati per cercare di dare il loro aiuto al nobile popolo dell’Ucraina, comunità che sta soffrendo una tragica guerra. In pochi giorni hanno raccolto beni alimentari, giocattoli e altre cose utili, riempendo ben oltre 20 scatoloni(!), che sono già partiti per l’Ucraina e, forse, già arrivati là e già consegnati per la gioia di piccoli e grandi.
 
Un’iniziativa di esemplare umanità e generosità, ben condita da spontanea determinazione e da un inarrestabile libero pensiero. Infatti, grazie ad alcuni loro insegnanti hanno anche discusso della guerra e della pace, si sono confrontati, hanno scritto parole di speranza. Confermandoci che i più giovani sono liberi da ogni pregiudizio, da ogni ideologia, da ogni dubbiosa esitazione. Li conduce l’amore per il prossimo e la convinta volontà che la pace si può costruire e mantenere, sempre e ovunque.
L’ho scoperto più che mai dai loro sguardi e dalle loro poche ma decise parole.
 
Alla mia semplice domanda: «Perché l’avete fatto?»
A più voci mi hanno risposto: «Ma Paolo, perché oggi è toccato a loro e domani potrebbe purtroppo capitare a noi!»
 

 
Alcuni di loro mi hanno detto con un entusiasmo contagioso di aver partecipato giorni fa alla Marcia dei Bruchi, che ha riempito di colori e di canti la nostra città, con oltre mille ragazze e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori di Rovereto che hanno inneggiato alla Pace, hanno gridato ai potenti del mondo che con la guerra non si risolve nulla, anzi, si provocano solo morti, distruzioni, sofferenze, abbandoni di bambini e di anziani.
 
Pongo loro un’altra domanda: «Cosa direste a Putin se poteste incontrarlo?»
Risposta pronta: «Gli diremmo che quei bambini che sta uccidendo in Ucraina potrebbero essere suoi figli e suoi nipoti!»
Rimango ammutolito e gratificato innanzi a tale decisione, a tali espressioni di coraggio e di limpida verità.
 
Vado avanti nel dialogo, domandando ancora: «Ma come si può ora far cessare la guerra?»
«Caro Paolo, bisogna che Putin e Zelensky si siedano attorno ad un tavolo e non si alzino fino a che non abbiano trovato la soluzione per la pace. Bisogna dialogare, parlarsi, con sincerità, a cuore aperto».


 
Quanto vorrei che il mondo fosse governato da bambini! Le ragazze e i ragazzi delle scuole medie «Federico Halbherr», come tantissimi altri, mi hanno dato prova, se ne avessi avuto ancora bisogno, che la ragione e il cuore assieme possono risolvere tutto e dare risposta ad ogni bisogno.

Parlo a loro dei grandi scrittori e filosofi russi: da Pushkin a Dostoevskij, da Tolstoj a Ceckov. «La bellezza salverà il mondo» – ci ha detto e scritto proprio Fyodor Mikhailovich Dostoevskij.
«Certo, non solo la bellezza estetica, ma soprattutto la bellezza che sta nel cuore» – dico a loro.
«Il cuore buono è in noi bambini di tutto il mondo» – mi risponde una ragazza sorridendo. Mi compiaccio e sorrido anch’io, come non potrei.
 
Sono ormai parecchi i bambini e le bambine che in questi giorni sono stati felicemente inseriti nelle nostre scuole materne, nelle nostre scuole elementari e nelle nostre scuole medie. Anche alla scuole «Federico Halbherr» incontro alcuni di loro. Li vedo contenti, sereni, anche se per qualche istante i loro occhi si intristiscono: stanno sempre pensando ai loro cari rimasti là, in terra d’Ucraina a combattere. Sono i loro papà, i loro fratelli, i loro nonni, i loro cugini: come dimenticarli(!).
 
Tento di spiegare loro il significato della «virtute» che Dante Alighieri richiama spesso nella sua eterna attualissima Divina Commedia. Loro capiscono immediatamente: «Dante lo studiamo, caro Paolo, ci piace, ci fa capire che in ogni nostro cuore ci sono tante cose buone e belle, ci sono tante virtù».
 

 
Ma quanto mi hanno insegnato questi giovani in una veloce ora di un incontro che per me rimarrà indimenticabile. Sono giovani tra gli undici e i tredici anni, ma dimostrano con le loro semplici efficaci parole di essere umanamente e moralmente molto saggi, molto più capaci di tanti noi adulti(!).
 
Sono ansiosi di farmi vedere quanto hanno raccolto per i loro coetanei dell’Ucraina. Scendiamo fino all’ingresso della scuola e in pochi secondi portano in mezzo all’ampio atrio della stessa più di venti scatole e scatoloni di varie misure.
Sorridono, sono orgogliosi di quanto hanno fatto, e hanno mille ragioni di esserlo. Alcune loro insegnanti si commuovono, anch’io mi sento un «magone» in gola.
 
«Che dirVi, cari ragazzi, bravi bravissimi! Quando parte tutto questo per l’Ucraina?» - Dico loro.
«Ancora questo pomeriggio» – mi rispondono in coro, alzando le braccia e mostrando con le dita la «V» di vittoria(!). E così è stato. I pacchi, mi dicono oggi, sono già arrivati in Ucraina. Evviva!
 
Altro che vittoria, cari ragazzi, questo è un trionfo di umanità, di generosità, di coraggio, di determinazione, di sana gioventù, di indomabile voglia di pace.
Vivissimi complimenti a tutte e a tutti Voi, cari ragazzi, ragazze, docenti e direttrice delle scuole medie «Federico Halbherr» di Rovereto. E, come ci hanno lasciato spesso scritto gli antichi latini…ad maiora….

Paolo Farinati.

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