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Brerve storia della Sala Depero a Trento - Di Paolo Farinati

Quando il Consiglio Provinciale affidò l'incarico a Fortunato Depero, pochi si aspettavano di aver dato vita a un capolavoro unico al mondo

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Fortunato Depero, fotografato mentre mette in opera la sua creazione.

Nel corso di una serata dell’Associazione Conventus di Rovereto, la prof.ssa Elena Abertini ha narrato la storia della nascita della Sala Depero presso Palazzo Trentini in Piazza Dante, sede della Provincia Autonoma di Trento.
Una narrazione originale e carica anche di umanità, di cui sono stati protagonisti l’allora Presidente Remo Albertini, padre della signora Elena, e l’artista Fortunato Depero.
Questa splendida sala è situata all’interno del Palazzo della Provincia Autonoma di Trento, un tempo Imperial Hotel Trento. Prende il nome dall’artista che la progettò e la realizzò interamente tra il 1953 e il 1956, ovvero Fortunato Depero, nato a Fondo in Val di Non il 30 marzo 1892 e morto a Rovereto il 29 novembre 1960.
 
Elena Albertini ha raccontato del lungo epistolario tra il padre Remo e l’artista. La prima lettera di Depero indirizzata al Presidente della Provincia di Trento Remo Albertini è della primavera 1951, con cui si propone per arredare quella sala, che fu anche sala da ballo e delle feste del precedente storico elegante albergo del capoluogo.
Il Presidente da una sua iniziale disponibilità, chiedendo all’artista anche un preventivo dei lavori. Depero lo invita a casa sua, in via Acquedotto a Rovereto. Remo Albertini ci va, accompagnato quel giorno dalla piccola figlia Elena, la quale ricorda con una certa emozione l’appartamento, una grande sala buia dove Depero era solito lavorare e disegnare, avendo al suo fianco la brava moglie Rosetta.


 
Tra i due vi è molto reciproco rispetto. Albertini è discreto conoscitore dell’arte e pochi giorni dopo si confronta con un altro grande artista, Romano Conversano, il quale gli conferma il valore di Depero, quale artista profondamente innovatore e che, seppur legato al Futurismo italiano, poco ebbe a che fare con il fascismo. Questo tranquillizza il Presidente Remo Albertini, che successivamente incontra Depero a Trento e gli conferisce l’incarico.
Fortunato Depero in poche settimane porta al Presidente Albertini i primi progetti e i primi disegni. Più che un nuovo arredo Depero presenta in verità una completa rivisitazione artistica della sala.

Il Presidente si confronta con la Giunta provinciale, non tutti sono convinti dell’opera e degli eventuali costi. Ma Remo Albertini, già maestro e molto sensibile quindi all’istruzione, alla scuola, alla cultura e ai fondamentali messaggi che questa può portare alla comunità, accetta quella che fu una vera sfida politica e non solo.
Fortunato Depero nel 1953 inizia i lavori. Via Via da origine ad un’opera d’arte che interpreta la propria terra trentina in una colorata sinfonia che unisce futurismo, cubismo e astrattismo. L'arredo si ispira a quei movimenti estetici della Mitteleuropa, nati a metà dell'Ottocento, che hanno avuto la massima e più matura espressione nel primo ventennio del Novecento.
 

 
Il tutto rivisitato e mitigato con un gusto italiano che ne alleggerisce l'imponenza. La lavorazione fu affidata ad artigiani locali. Depero non solo dipinge le pareti e gli spazi posti sopra le porte, ma cura con grande maestria il pavimento, fa fare nuove le porte stesse e le finestre.
In sintesi, la sala viene praticamente tutta rifatta. Il Presidente Albertini ne è subito affascinato, intuisce di essere di fronte ad un capolavoro unico, un ambiente pensato e realizzato da un solo artista, un luogo proprio per questo unico al mondo.
Non senza pochi ostacoli politici, il lavoro di Fortunato Depero viene approvato dalla Giunta e poi dal Consiglio provinciali. Remo Albertini può, quindi, pagare e rasserenare non poco l’artista roveretano.

La Sala Depero viene inaugurata nel 1956. Albertini non è più Presidente della Provincia di Trento, ma porta in sé fino alla morte l’eterna soddisfazione di aver lasciato al Trentino e al mondo intero un autentico capolavoro dall’inestimabile valore.
In quella Sala oggigiorno vengono ospitati eventi istituzionali, ma pure il Festival dell’Economia e dello Sport.
Molti Premi Nobel hanno ammirato con emozione uno spazio che onora e che onorerà per sempre la genialità dell’essere umano. In questo caso di Fortunato Depero.

Paolo Farinati

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