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Una Street Art che affascina a Rovereto – Di Paolo Farinati

Intervista a Chiara Capobianco, una degli artisti che hanno abbellito la città

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Dal 11 al 17 luglio l'arte di strada a Rovereto ha colpito e affascinato! Il tutto è partito dall’idea di un concorso promosso dal Consorzio RoveretoInCentro dal titolo «Rovereto City Walls», con protagonista la figura di Fortunato Depero.
L’originale proposta è stata rivolta a street artist nazionali e non, per realizzare due esclusivi murales in Piazzale Achille Leoni.
 
Ad inizio di luglio, la commissione tecnica composta da Nicoletta Boschiero, Responsabile di Casa d'Arte Futurista Depero, da Duccio Dogheria dell’Archivio del '900 MART e dal Presidente del Consorzio cittadino Massimo Moschini, ha scelto gli artisti che, per l’appunto dal 11 al 17 luglio, hanno avuto il compito di trasformare quell’importante accesso alla nostra città in vere coloratissime uniche opere d’arte.
Opere che sono e rimarranno permanenti.
 
I vincitori sono stati Chiara Capobianco, in arte Capo.Bianco, insieme a Lorenzo Torda e a Maurizio Compagnin, in arte Boogie Ead. Tutti e tre artisti italiani di fama mondiale, rispettivamente di Roma i primi due e di Padova il terzo.
In quei giorni abbiamo avuto la fortuna e l’opportunità di fare due chiacchiere con loro. In particolare Chiara Capobianco ci ha concesso un’esclusiva interessante intervista, che qui vi proponiamo con grande piacere.
 

 
Buon giorno Chiara. Come nasce in voi la passione per la Street Art?
«Per me la Street Art nasce un po’ per caso, dopo essere stata scelta per la riqualifica di una delle discoteche più famose d’Italia, il Goa Club a Roma. Non avevo mai voluto avvicinarmi a questa disciplina, poiché non mi reputavo all’altezza per far parte di un mondo nel quale non ero nata e cresciuta.»
 
Tu e Lorenzo avete sempre collaborato tra di voi?
«No, io ho iniziato da sola. Io e Lorenzo ci siamo conosciuti più tardi, e inizialmente ero io che affiancavo lui nella ristorazione, venendo comunque dalla direzione artistica di locali. Dopo il Covid ha deciso lui di sposarsi alla mia causa. in quanto crede davvero molto in me e nella squadra che siamo.»
Quale è stato il vostro primo murales?
«Da grafica ho lavorato per moltissime lavagne e pareti di ristoranti fin da quando ho 21 anni. Ma direi che il mio primo muro da artista sono stati i 500 mq del Goa Club quattro anni fa a Roma.»
 

 
Cosa cercate di esprimere con la vostra arte?
«Mi piacciono i controsensi, la satira e la quotidianità. Cerco di mettere insieme delle scene che per me sono dei piccoli cortometraggi, le quali possono sembrare delle semplici scene di interazione fra le persone.
«Da un lato cerco la difficoltà nel creare strutture architettoniche che collaborano con i personaggi protagonisti, da un altro punto di vista voglio sottolineare l’ironia dell’essere umano.»
 
Rovereto è una piccola città, ma da sempre ha coltivato il binomio «impresa e cultura». Che idea vi siete fatti della nostra comunità?
«Venendo dalla capitale, la quale purtroppo si ritrova in uno stato di degrado che porta Roma ad aver perso completamente il senso della comunità, troviamo la piccola Rovereto una cittadina interessata, curiosa e attenta nel celebrare le sue particolarità. Abbiamo veramente molto rispetto e affetto verso questo atteggiamento.»
 

 
Vi sono in Italia dei concorsi di Street Art?
«Assolutamente sì. In quanto artista emergente cerco di farmi strada maggiormente proprio tramite queste importanti occasioni offerte dai concorsi!»
 
I giovani si stanno avvicinando a questa forma artistica?
«Sì, io e Lorenzo siamo rimasti molto sorpresi di quanto Padova, e i comuni ad essa limitrofi, sia riuscita a creare un fenomeno positivo di questa forma artistica in Italia.»
 

 
Quali sono i vostri progetti futuri?
«Sono tantissimi da poter elencare! Cerchiamo di lavorare in maniera mirata ed intelligente, avendo sempre un occhio di riguardo alla nostra salute mentale e fisica, senza tralasciare le nostre altre passioni.»
 
Pandemia, guerra, crisi ambientale: che risposte può dare l’arte?
«Non penso che l’arte possa dare delle risposte, ma troviamo fondamentale che l’arte possa iniziare un dibattito, un ragionamento e, quindi, alimentare una cultura che nel corso della nostra storia nazionale si è affievolita.
«La cultura vince l’ignoranza che genera la paura, la rabbia e la guerra.
«Speriamo vivamente di poter avere sempre più fiducia da parte dei nostri futuri committenti, per poterci lasciare esprimere la nostra visione in maniera pura.»
 

 
Infine, vi chiedo un messaggio di fiducia da lanciare ai nostri concittadini.
«Non ci sentiamo di dover lasciare fiducia, ma coraggio nel ritrovare la creatività, per la quale noi italiani siamo stati trainanti per secoli.
«Combattete l’ignoranza con la cultura, non fermatevi nel giudicare ma siate assetati di conoscere sempre il perché delle cose.»
 
Grazie Chiara, le tue parole testimoniano la tua immensa sensibilità, sia artistica che culturale nel significato più ampio.
Il Sommo Poeta, nella sua grande Divina Commedia, ci sprona più volte alla «...virtute e alla canoscenza…», i soli strumenti che ci possono condurre, come ben dici tu, a quella Cultura, che accanto alla Bellezza, potrà salvare la Terra e l’umanità.
Grazie ancora e un sincero in bocca al lupo! a te e a Lorenzo. Ad maiora….

Paolo Farinati – p.farinati.it


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