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I 350 anni del Liceo «Antonio Rosmini» di Rovereto

Il Liceo «Antonio Rosmini» di Rovereto ha festeggiato i propri 350 anni di storia con una settimana ricca eventi che hanno onorato l’intera città

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Il Liceo «Antonio Rosmini» di Rovereto ha degnamente festeggiato i propri 350 anni di storia con una settimana, dal 15 al 20 maggio, ricca di significativi eventi che hanno onorato l’intera città.
Sono stati raccontati da celebri storici i 350 anni dalla fondazione del primo ginnasio in Piazza San Marco, a fianco della chiesa omonima, in un nobile palazzotto che ospitò in seguito anche la prima biblioteca e la prima sede del Museo Civico. Si sono affrontati con qualificati relatori temi fondamentali quali il costante cambiamento della nostra società a livello globale e locale e sul come la scuola di oggi può rimanere al passo dei tempi attuali e futuri.
 
Abbiamo potuto, inoltre, ascoltare e vedere con grande piacere gli studenti del «Rosmini» esibirsi con capacità ed entusiasmo nella musica, nel canto e nel teatro: uno spettacolo nello spettacolo!
Ho pure avuto l’onore di parlare loro del mio Liceo tra il 1973 e il 1978, di quegli Anni ‘70 in cui l’Italia viveva una fase importante del suo boom economico, ma allo stesso tempo era vittima dei drammatici «anni di piombo», con gli estremismi di destra e di sinistra che colpivano a morte centinaia e centinaia tra magistrati, carabinieri, poliziotti, giornalisti, politici e civili innocenti. Un’Italia, comunque, forte e determinata nello sconfiggere alla fine il terrorismo, lo stragismo e la strategia della tensione e nel bloccare sul nascere, il 7 e l’8 dicembre 1970, persino un tentativo di colpo di Stato organizzato dal già comandante fascista Junio Valerio Borghese.
 

 
Ho ricordato la forza propositiva del politicamente variegato movimento studentesco di allora, capace di dare un significativo supporto anche al mondo del lavoro (Statuto dei Lavoratori del 1970) e ad una maggiore apertura e modernizzazione di tutta la scuola (Decreti Delegati inerenti il Sistema scolastico italiano emanati nel 1973 e 1974).
Ho narrato con viva emozione del grande indimenticabile Preside prof. Livio Caffieri, nominato tale proprio nell’ottobre 1973, con il quale il Liceo roveretano conobbe una crescita e una considerazione crescenti sia in città che a livello provinciale. Per arrivare alla drammatica assemblea studentesca del 16 marzo 1978, in cui ci fu annunciato il rapimento di Aldo Moro e la vile uccisione dei cinque componenti la sua scorta. Storia di un Liceo «Rosmini» diverso, attorno al quale viveva una comunità nazionale e cittadina altrettanto dissimile da oggi.
 

 
Una settimana, in sintesi, in cui la città ha potuto ascoltare e riflettere sul presente e sul futuro del nostro Liceo, come pure sulle prospettive del nostro sistema scolastico e sulle opportunità da poter e dover sempre offrire a tutti i nostri giovani.
Per tutto questo desidero ringraziare il Preside prof. Paolo Pendenza, tutti i docenti e i collaboratori del Liceo «Rosmini» per come hanno voluto e saputo costruire con intelligenza e generosità queste giornate di universale cultura.
Un plauso finale meritatissimo a tutte le studentesse e a tutti gli studenti liceali, che hanno contribuito in maniera decisiva a rendere la «loro festa di compleanno» un degno anniversario di tutta la nostra città di Rovereto.

Paolo Farinati
(già studente del Liceo «Antonio Rosmini» di Rovereto dal 1973 al 1978)


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