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Il ricordo di un grande Maestro – Di Paolo Farinati

Il Maestro Riccardo Zandonai, nelle immagini esclusive di Sergio Davi

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Su cortese invito del Circolo pensionati «Il Porto» di Borgo Sacco, egregiamente presieduto da Remo Gregori, a sua volta ben coadiuvato da Gianfranco Zandonati, ho avuto modo in questi giorni di vedere, assieme ad altre decine di persone, il prezioso docufilm realizzato da Sergio Davi, storico medico ortopedico di Rovereto, e dedicato al grande Maestro Riccardo Zandonai.
Immagini e testi che hanno stupito ed emozionato non poco i molti presenti, stante la ricchezza di notizie e di immagini inedite proposte.
 

Dr. Sergio Davi.
 
Come è noto, Riccardo Zandonai nasce a Borgo Sacco il 28 maggio 1883 da una famiglia di umili origini.
Fin dall'infanzia mostra un notevole talento musicale, incoraggiato dal padre Luigi che suonava il flicorno baritono nella banda del paese.
Familiarizzò con gli strumenti musicali che aveva a disposizione, come la chitarra dello zio, il violino, suona il clarinetto nella banda e ben si destreggia con il vecchio organo della chiesa. Compone le sue prime musiche per le cerimonie religiose e per la stessa banda del paese.
Dal 1894 al 1896 frequenta il Liceo di Rovereto e sembra che il brano intitolato "Serenata e Barcarola" del 1894, sia stata la prova di ammissione alla Scuola musicale della città all’epoca diretta del Maestro Gianferrari.
Zandonai prosegue gli studi musicali e si diploma nel 1901 presso il Conservatorio di Pesaro, diretto dal Maestro Pietro Mascagni.
Nel 1908, Arrigo Boito, fiducioso del talento del giovane musicista, lo presenta all’Editore Ricordi, che lo incarica di comporre la sua prima opera lirica, la fiaba Il grillo del focolare, con la quale Zandonai si impone all'attenzione del pubblico e della critica.
 

Banda di Borgo Sacco diretta da Riccardo Zandonai.
 
Ma già l’anno prima Riccardo Zandonai ha modo di rappresentare «L'uccellino d'oro», sua opera giovanile, che viene proposta per la prima volta proprio il 13 gennaio 1907 presso il Teatro dell'Oratorio di Borgo Sacco, diretta dallo stesso Autore, utilizzando le voci femminili del Coro parrocchiale del paese diretto dal Maestro Roberto Gottardini. Trattasi di una fiaba musicale in tre atti, il cui libretto è opera di Giovanni Chelodi.
L'opera viene poi nuovamente rappresentata nel 1909 presso il Teatro Comunale di Rovereto, a scopo di beneficenza in favore dei terremotati di Messina e sempre sotto la direzione di Zandonai.

Dimenticato durante gli anni successivi, quando il genio musicale del Maestro si rivelò al mondo mediante la sua grande produzione operistica, «L'uccellino d'oro» viene nuovamente rappresentato grazie ad un atto di straordinaria e profonda amicizia nata fra due giovani saccardi sul finire dell'Ottocento, Riccardo Zandonai e Giuseppe Cipriani. Cipriani, lungimirante e generoso imprenditore, alla fine della seconda guerra mondiale volle rendere omaggio al suo grande amico Zandonai, scomparso il 5 giugno 1944, promuovendo una nuova rappresentazione de «L'uccellino d'oro», opera tra l’altro fortemente legata a Borgo Sacco, suo paese natale.
 
Infatti nel 1946, per iniziativa di Giuseppe Cipriani, l'opera venne allestita e rappresentata per cinque sere presso il Teatro Comunale di Rovereto e al Teatro Sociale di Trento, nella revisione e sotto la direzione del Maestro Silvio Deflorian.
Negli Anni Cinquanta un altro illustre saccardo, Remo Albertini, allora Presidente della Giunta Provinciale di Trento, volle rendere omaggio a Riccardo Zandonai, promuovendo la realizzazione del disco de «L'uccellino d'oro» ad opera dell'Angelicum dei Frati Minori di Milano, sempre con la direzione del Maestro Silvio Deflorian.
 
Il paziente lavoro di Sergio Davi ci narra pure dell’opera «Francesca da Rimini», tratta dall'omonimo dramma di Gabriele D’Annunzio, che Zandonai incontrò solo tre volte a Parigi e la cui prima rappresentazione avviene al Teatro Regio di Torino il 19 febbraio 1914.
Inoltre, Sergio Davi ci offre immagini uniche dell’opera “Giulietta e Romeo”, che Riccardo Zandonai musica sull’immortale tragedia di William Shakespeare, libretto di Arturo Rossato e che fu rappresentata per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 febbraio 1921.

E molto altro ci presenta il lavoro minuzioso e rispettoso di Sergio Davi. Certamente una produzione che meriterebbe di essere vista da tutti i roveretani, giovani e meno giovani, per meglio fissare nella storia della nostra città una figura illustre e unica quale quella del Maestro Riccardo Zandonai.
 

La salma di Riccardo Zandonai arriva al cimitero di Borgo Sacco.

Il Maestro muore a Pesaro il 5 giugno 1944. Le sue spoglie ritorneranno a Rovereto il 5 giugno 1947, per riposare in eterno nella tomba della sua famiglia presso il cimitero della sua amata Borgo Sacco.
Nel raccontare di Riccardo Zandonai, Sergio Davi ci regala le immagini di una Borgo Sacco lontana ma nel tempo ma quanto mai fiera, delle sue feste religiose e popolari, della sua banda, del suo coro parrocchiale, della sua gente che qui visse più di un secolo fa, a cui il Maestro Riccardo Zandonai ha dedicato il suo talento e il suo amore.
Immagini e suoni che uniscono meravigliosamente orgoglio e nostalgia.

Paolo Farinati – p.farinati@ladigetto.it


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