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Mostra Menu delle montagne

Inaugurazione venerdì 6 aprile al Palazzo Roccabruna alle ore 18.00

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«L'uomo è ciò che mangi» scrisse il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach nel 1850. Se le cose stanno così, la mostra che sarà a Palazzo Roccabruna dal 6 aprile al 9 giugno, può essere considerata uno spaccato di storia di costume, un viaggio sulle tavole degli alberghi e dei ristoranti di molti Paesi del mondo, in diverse epoche e per diversi livelli sociali, dagli anni Sessanta dell’Ottocento a oggi.
In occasione della 66ª edizione del Trento Film Festival Palazzo Roccabruna inaugura venerdì 6 aprile alle 18.00 la mostra Menu delle montagne, a cura di Aldo Audisio.
Un progetto del Museo Nazionale della Montagna con la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento e la collaborazione di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Club Alpino Italiano, Città di Torino.
L'esposizione, completamente realizzata con collezioni appartenenti al Museomontagna, costituisce un momento di valorizzazione del patrimonio iconografico del Centro Documentazione, che negli ultimi trent’anni ha avuto un enorme incremento.
 
I menu, cartoncini utilizzati per presentare i cibi e le bevande di un pasto, creano un percorso iconografico dove le montagne sono protagoniste con immagini e avvenimenti.
Scorrendo le immagini in mostra si nota come tra le molte raccolte del Museo, quella dei menu rappresenta uno straordinario patrimonio culturale che si può analizzare sotto diversi punti di vista.
Per la storia della gastronomia il menu può essere affrontato come snodo interpretativo che attiene alle modalità e presentazione e condivisione di un insieme organico e armonico di piatti, che dà vita a un più o meno complesso pasto.
Questo approccio si intreccia con l’indagine etno-antropologica relativa sia ai cibi elencati, sia a certe immagini ricorrenti sui cartoncini, come gli abiti tradizionali e i villaggi alpini.
Indagandone invece la struttura grafica, si nota che agli esordi il menu è un cartoncino verticale non piegato, stampato su un solo verso.
 
Da un lato c’è un’intestazione, sotto la quale si trova l’elenco dei cibi. Dall’altro si espande un’illustrazione, quella con i soggetti montani.
Poi si inizia a piegarlo in due, portando la lista delle vivande all’interno, mentre l’illustrazione resta in copertina.
Aumenta lo spazio per scrivere, ma scompare la caratteristica che lo rendeva un oggetto unico.
Assai interessanti, a cavallo tra Ottocento e Novecento, sono molte eleganti litografie che in alcuni casi richiamano la pittura alpestre settecentesca e in altri attingono all’universo simbolico alpino dell’epoca.
 

 
Decisamente esotici, invece, i pregevoli menu di ambiente giapponese che propongono alcuni dei simboli più noti dell’arcipelago del Sol Levante oppure le liste di cibi di prestigiosi alberghi delle Canadian Rockies.
Tutti gli eventi più importanti del Club Alpino Italiano – in particolare i congressi nazionali – sono scanditi da pranzi o cene. E la stessa cosa accade per diversi altri gruppi alpinistici, escursionistici italiani, francesi e svizzeri.
Più tardi sono le grandi imprese alpinistiche a essere festeggiate e non è raro che sui menu di quegli eventi si trovino le firme dei protagonisti.
Molti menu distribuiti da varie ditte per fini pubblicitari sono stampati in cromolitografia: il loro scopo è quello di reclamizzare cibi o bevande in qualche modo legati alla montagna e spesso la bellezza grafica ne giustifica il valore e l’interesse.
 
I menu delle grandi tratte ferroviarie utilizzano immagini delle bellezze naturali degli Stati Uniti o del Canada, accostando la sequenza delle portate e delle bevande alla wilderness e ai paesaggi che si percorrono.
La stessa cosa avviene in qualche caso anche con le compagnie aeree, preferibilmente sui lunghi voli intercontinentali.
Menu delle montagne, curato da Aldo Audisio, è anche l'undicesimo di una serie di volumi dedicati al Centro Documentazione (editi da Priuli & Verlucca con il Museo), con i quali si vuole valorizzare il patrimonio iconografico del Museomontagna.
Complessivamente 300 pagine, con un ricco apparato di illustrazioni a colori di 444 pezzi, scelti tra quelli più significativi della collezione, accompagnato da una serie di saggi, in italiano e in inglese, di prestigiosi autori – Elisabetta Cocito, Enrico Sturani, Gianpaolo Fassino e Piercarlo Grimaldi, oltre al curatore Aldo Audisio – che indagano i rapporti tra cibo e mondo alpino, creando un percorso iconografico dove ancora una volta le montagne sono protagoniste.
Il volume è in vendita in tutte le librerie.

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