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Vinitaly il premio «Angelo Betti» a Lorenzo Simoni

Benemerito della vitivinicoltura italiana, il titolare delle Cantine Monfort (Lavis) ha contribuito a migliorare il progetto qualitativo dell'enologia italiana

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È Lorenzo Simoni titolare delle cantine Monfort di Lavis il vincitore del «Premio Angelo Betti» per il Trentino assegnato oggi al Vinitaly, alla presenza del ministro dell'agricoltura Stefano Patuanelli, del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e del presidente di Verona Fiere Maurizio Danese.
Un riconoscimento prestigioso, quello intitolato al fondatore di Vinitaly, conferito ai «benemeriti della vitivinicoltura italiana», a chi ha contribuito e sostenuto il progetto qualitativo dell'enologia italiana.

Il premio, assegnato seguendo le indicazioni dell'Assessorato provinciale all'agricoltura, è «un riconoscimento alla qualità dei vini delle cantine Monfort in primo luogo – ha affermato il presidente Fugatti – ma anche alla produzione di tutto il Trentino.
«Essere presenti al Vinitaly dopo due edizioni compromesse dal Covid è un importante segnale di ripartenza e costituisce un riconoscimento all'eccellenza del territorio.
«Le cantine Monfort hanno la capacità di rimanere ancorate alla nostra terra valorizzando le varietà autoctone ma con una visione internazionale che testimonia una visione più ampia del mondo», – ha concluso il presidente Fugatti.
 

 
È Lorenzo Simoni titolare delle cantine Monfort di Lavis il vincitore del «Premio Angelo Betti» per il Trentino assegnato oggi al Vinitaly, alla presenza del ministro dell'agricoltura Stefano Patuanelli, del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e del presidente di Verona Fiere Maurizio Danese.
Un riconoscimento prestigioso, quello intitolato al fondatore di Vinitaly, conferito ai «benemeriti della vitivinicoltura italiana», a chi ha contribuito e sostenuto il progetto qualitativo dell'enologia italiana.

Il premio, assegnato seguendo le indicazioni dell'Assessorato provinciale all'agricoltura, è «un riconoscimento alla qualità dei vini delle cantine Monfort in primo luogo – ha affermato il presidente Fugatti – ma anche alla produzione di tutto il Trentino.
«Essere presenti al Vinitaly dopo due edizioni compromesse dal Covid è un importante segnale di ripartenza e costituisce un riconoscimento all'eccellenza del territorio.
«Le cantine Monfort hanno la capacità di rimanere ancorate alla nostra terra valorizzando le varietà autoctone ma con una visione internazionale che testimonia una visione più ampia del mondo», – ha concluso il presidente Fugatti.
 

 
Le congratulazioni a Simoni, erede di una famiglia di agricoltori e vignaioli dal 1945 e che gestisce l'azienda agricola con i figli Chiara e Federico sono arrivate anche dal presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher.
«Qui al Vinitaly le eccellenze del Trentino Alto Adige possono essere conosciute a livello internazionale.
«La nostra regione ha il merito di aver saputo raggiungere altissimi livelli di qualità dei vini nonostante le difficoltà morfologiche del territorio.
«Sono onorato di poter condividere questo premio con le cantine Monfort e con tutti i vignaioli.»
 
Sorpreso ma ovviamente soddisfatto e lusingato Lorenzo Simoni.
«Un riconoscimento che è il risultato di un lavoro tanti anni fa con l'obiettivo di valorizzare i prodotti del territorio recuperando anche vecchi vitigni in collaborazione con piccoli produttori locali.
«Un ringraziamento va ovviamente all'Assessorato all'agricoltura della Provincia e a tutte le persone che contribuiscono a far crescere la nostra azienda e quindi il Trentino.»

Lorenzo Simoni, si legge nelle motivazioni del premio, «è persona seria e genuina che ha delineato un percorso vitivinicolo, in una terra ricca di cantine cooperative e aziende agricole famigliari, come il Trentino.
«Simoni, che coltiva le sue uve nel rispetto dell'ambiente, dedica particolare attenzione al recupero di vigneti marginali e varietà autoctone: attività di valorizzazione che consentono a piccole e quasi dimenticate varietà locali, di avere un mercato e di non scomparire dalla produzione e ai contadini di montagna di avere un reddito, presidiando nel contempo i terreni difficili da coltivare.»

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