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Rynnhof, vini dal cuore antico – Di Giuseppe Casagrande

A Termeno, terra di gradi vignaioli, la famiglia Bellutti conquista i cultori di Bacco con i suoi vini schietti, sinceri e genuini come Madre Natura li ha fatti

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I vini dell'Alto Adige costituiscono dal punto di vista numerico una piccolissima goccia nel mare magnum dell'enologia nazionale e internazionale.
Non così dal punto di vista qualitativo vantando la regione (meglio la provincia autonoma altoatesina) la più alta percentuale di vini a denominazione d'origine, la quasi totalità. Il merito è di una pattuglia di vignaioli (Hofstaetter, Lageder, Manincor, Tiefenbrunner, Elena Walch, Franz Haas, solo per citarne alcuni) e di alcune cantine cooperative (Tramin, Girlan, Colterenzio, Caldaro, San Michele Appiano, Terlano) che operano sul territorio.
Un territorio quanto mai vocato ad una produzione di assoluta eccellenza soprattutto per quanto riguarda i vini bianchi e aromatici (dal Riesling al Gewürztraminer, vini sapidi, croccanti, eleganti, vini di grande longevità) senza peraltro dimenticare i grandi rossi: Blauburgunder (Pinot Nero) e Lagrein.
 

 
Tra i piccoli, meglio piccolissimi produttori, un posticino di primo piano si è ritagliato Johann Bellutti che con la figlia Nathalie e la moglie Bruni è il nume tutelare della tenuta Bioweingut Ansitz Rynnhof di Termeno.
Il maso Rynnhof si affaccia tra i vicoli di uno dei quartieri più antichi del centro storico di Termeno soprannominato la Betlemme dell'Alto Adige.
La leggenda racconta che alcuni secoli fa un gruppo di pellegrini diretti a Roma avrebbe chiesto ospitalità ai contadini del quartiere e una delle donne della comitiva avrebbe partorito un bambino nella stalla doveva aveva trovato alloggio.
 

 
La storica dimora Rynnhof come molti altri edifici del centro storico di Termeno presenta una possente struttura medievale, caratterizzata da una facciata con spallette delle finestre in pietra, bifore e porte con archi a tutto sesto. Il maso è delimitato da un grande giardino, la cantina, la bottaia, il locale degustazione, mentre i vigneti sono abbarbicati sulla sovrastante collinetta che domina dall'alto il grazioso paesino di Termeno, località posta al confine tra il territorio tridentino e quello tirolese come ci ricorda l'antica denominazione latina «terminus».
Il maso Rynnhof (dal tedesco «An der Rynnen») vanta una storia antichissima che risale addirittura al Medioevo: compare per la prima volta su un documento del 1438.
Il nome deriva molto probabilmente dalla presenza di una canaletta dell'acqua che scorreva accanto alla proprietà.
 

 
Nel 1470 il principe vescovo di Trento concesse in feudo alla famiglia la proprietà del maso con annessi vigneti. Oggi la superficie vitata del maso si estende su due ettari e mezzo, sufficienti per regalare ai cultori di Bacco alcuni gioielli.
Tra i vini varietali meritano l'applauso il Pinot Bianco (splendido, dal bouquet elegante e dal gusto sapido), un peccaminoso Gewürztraminer (profumatissimo, ma non stucchevole all'assaggio), un suadente Rosato, la cuvée «Rynn» (che strizza l'occhiolino al gentil sesso) e tre superbi rossi: un vellutato Lagrein, una sontuosa cuvée rossa, il «Rynn» Mitterberg, e una piacevolissima Schiava, di pronta beva.
 

 
La produzione annuale non supera le 15 mila bottiglie che vanno a ruba tra ristoratori, enotecari e amanti del buon bere.
Per i suoi gioielli Johann Bellutti ha coniato uno slogan di facile comprensione: «I miei vini sono schietti, sinceri, genuini, in una parola liberi come madre Natura li ha fatti».
I vigneti dell'azienda (che aderisce all'Associazione Bioland) sono amorevolmente curati seguendo i rigidi disciplinari della viticoltura biologica.
Oltre alla cantina, la moglie di Johann Bellutti, Bruni, e la figlia Nathalie (laurea in Scienze Agrarie) gestiscono anche un agriturismo con possibilità di pernottamento (cinque gli appartamenti, graziosissimi).
Oltre al vino l'azienda, che aderisce al Consorzio altoatesino Gallo Rosso, produce confetture, sciroppi, aceto, succhi di mela, frutta fresca e miele. In alto i calici.

Giuseppe Casagrande – g.casagrande@ladigetto.it

Johann Bellutti.




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