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«Quote variabili» – La Talpa porta buone notizie

Calderoli vuole che i 1.300 milioni delle «Quote variabili» vengano date in 90 comodissime rate. The Beatles (1966): «Eleanor Rigby» Lucio Battisti (1966): «Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…» Franci Merz (2006): «Mi piace, non mi piace, ma se vuoi…»

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Calderoli ha dichiarato che l'autonomia della Provincia autonoma di Trento non si tocca.
«Cosa avevate capito? - ha detto al senatore Divina, che gli aveva mostrato la registrazione della trasmissione Ballarò. - Noi vogliamo confermarvi non solo i nove decimi del gettito fiscale, ma addirittura i dieci decimi!»
Fantastico, perché per un attimo avevamo capito che il ministro volesse toglierci quelli che considerava «privilegi».
«L'unico problema - aggiunge - è che per il momento lo Stato non li ha e quindi ve li darà in 90 comodissime rate.»

Abbiamo raccolto i primi commenti a caldo.
I Beatles il commenti l'avevano già dato nel 1966, per voce di Eleanor Rugby.
Lucio Battisti il messaggio l'aveva scritto già nel lontano 1972 con la canzone «Io Vorrei... Non Vorrei... Ma Se Vuoi...»
Francesca Merz invece il racconto ce l'aveva mandato per Natale con il racconto «Mi piace, non mi piace, ma se vuoi.»

Qui di seguito il commento nelle parti essenziali delle tre opere artistiche espressive, due musicate e una letteraria.

I Beatles - Eleanor Rigby - 1966
Eleanor Rigby
raccoglie dal selciato il riso che è stato lanciato in un matrimonio.
Vive in un sogno.
Aspetta alla finestra, ha lo sguardo che di solito conserva in una brocca alla finestra.
Per chi è?

Tutte quelle persone che restano sole…
Da dove vengono?
Tutte quelle persone che restano sole...
A che terra appartengono?

Padre McKenzie
sta scrivendo un sermone che nessuno sentirà.
Nessuno viene qui vicino.
Guardalo lavorare.
Rammenda i suoi calzini in una notte in cui non c'è nessuno.
Cos'è che gli interessa?

Tutte quelle persone che restano da sole...
Da dove vengono?
Tutte quelle persone che restano da sole…
A che terra appartengono?
Ah, guarda tutta la gente sola!
Ah, guarda tutta la gente sola!

Eleanor Rigby
è morta nella chiesa ed è stata sepolta in lungo con su
scritto il suo nome.
Nessuno è venuto a vegliarla.

Padre McKenzie si pulisce le mani sporche mentre cammina vicino alla tomba.
Nessuno fu salvato.

Tutte quelle persone che restano sole…
Da dove vengono?
Tutte quelle persone che restano da sole…
A che terra appartengono?

Lucio battisti - Io vorrei, non vorrei, ma se puoi - 1966
Dove vai quando poi resti sola,
il ricordo come sai non consola.
Quando lei se ne andò per esempio,
trasformai la mia casa in tempio.
E da allora solo oggi non farnetico più...
a guarirmi chi fu?
Ho paura a dirti che sei tu...
Ora noi siamo già più vicini.
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...
Come può uno scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio
torno già a volare
le distese azzurre
e le verdi terre.
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto.
Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali, tu lo sai, non si vola.
Io quel dì mi trovai, per esempio,
quasi sperso in quel letto così ampio...
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei,
io la morte abbracciai.
Ho paura a dirti che per te
mi svegliai.
Oramai fra di noi solo un passo.
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...
Come può uno scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio
torno già a volare.
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite ,
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto.
E poi ancora in alto
con un grande salto...

Francesca Merz - Il Natale mi piace, non mi piace, ma se vuoi. - 2006 - 2008
Toc toc..
Alzo lo sguardo, lo rovescio nuovamente sullo schermo luminoso del telefono e rimango incantato.
Come se ci vedessi dentro lei. E la sua bocca gonfia e la sigaretta e il suo sedere abbandonato per terra.
- Scusi.. è aperto? Si può?
Al di fuori del vetro, un viso smerigliato a guardarmi.
Mi volto.
Apro la porta.
Cerco la bici con gli occhi. Non c'è. Non la trovo. Non ricordo più com'è fatta.
Il viso smerigliato all'improvviso si fa liscio davanti a me.
- Scusi.. Ma non dovrebbe essere aperto?
- No. Non dovrebbe!
Esce a me questa volta la frase che ferisce il viso smerigliato ora liscio con la lama del boomerang.
Comincio a correre.
Supero un tale che pedala lentamente ai bordi della strada.
Il semaforo dell'angolo.
Il ristorante cinese.
E arrivo a casa di Marta.
Ma non devo salire.
Lei è lì.
Ha i piedi scalzi dentro la neve.
Eh sì.. Ha cominciato a nevicare e non mi sono accorto.
Il parcheggio ovale sotto casa sembra una grande pizza alla ricotta.
E Marta, vestita di nero, una grande oliva nel centro.
Sono sudato.
Esanime, con le scarpe slacciate e senza borsa.
Cavolo.. L'ho lasciata in casetta… Speriamo non mi rubino nulla.
- Allora?! Cosa fai lì in piedi! Vieni qui a darmi una mano!
Ride Marta.
Ridono i suoi grandi occhi scuri, i denti, le narici, il neo sul mento, i capelli fini e le ciglia.
Il viso intero ride.
- Sì. Ora ti aiuto.
E mi avvicino a lei, come la bussola al nord, compiendo l'unico tragitto possibile.
Mi chino per terra.
Tra la neve piccoli fogli bianchi. Altri rossi, più grandi.
- Pensa che cretina. Stavo scrivendo i biglietti di Natale in balcone. Con tutta la neve che cadeva mi pareva di essere più ispirata. Poi… un colpo di vento. Un maledettissimo colpo di vento. Ed i fogli son caduti giù.
Avranno creduto di essere fiocchi pure loro - penso.
- Ma perché scalza?
- Ero scalza quando son volati giù. Mi piace sentire il freddo addosso, lo sai.
Rido.
E con me il mio viso, il cui sangue è tornato a circolare. Le mie mani gelate. Gli occhi piccoli. Le labbra magrissime.
Il viso intero mi deride.
Mi tolgo le scarpe.
I calzini.
Li appoggio sul primo gradino della scaletta che porta all'entrata.
Li affondo nella neve.
Uno alla volta, come cucchiaini nella panna.
E penso.
Il Natale mi piace, moltissimo.
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