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Europei di nuoto, sipario d'oro: Len trophy azzurro

Tris d'assi con i successi di Luca Dotto nei 100 stile libero, di Marco Orsi nei 100 misti e di Simone Sabbioni nei 50 dorso

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Tris d'assi con i successi di Luca Dotto nei 100 stile libero, di Marco Orsi nei 100 misti e di Simone Sabbioni nei 50 dorso. Argento della staffetta mista maschile.
L'Italia chiude la diciannovesima edizione degli europei in vasca corta, alla Royal Arena di Copenaghen, vincendo per la seconda volta consecutiva la classifica per nazioni e piazzandosi al terzo posto del medagliere grazie a 5 ori, 7 argenti e 5 bronzi, 42 primati personali (tra cui un record europeo e 12 record italiani) e tanti piazzamenti.
Un europeo da incorniciare considerate le assenze del medagliato olimpico, mondiale ed europeo Gabriele Detti e di Silvia Di Pietro, da sempre funzionale alle staffette, la condizione non al top di Gregorio Patrinieri e la scelta di Federica Pellegrini di virare sulla velocità pura nella terza fase della sua infinita carriera.

 TRIS D'ORO
La quinta e ultima sessione pomeridiana porta subito l'adrenalina alle stelle.
Luca Dotto (Carabinieri / Larus Nuoto) si regala la medaglia più bella vincendo l'oro nella gara regina, i 100 stile libero dominati in 46"11 (passaggio 22"00).
Lo sprinter di Caposampiero - bronzo a Eindhoven nel 2010 e argento a Stettino nel 2011, all'undicesima medaglia nella rassegna - riceve il testimone da Marco Orsi, primatista italiano e campione uscente a Netanya 2015, e sbaraglia la concorrenza con il belga Pieter Timmers secondo in 46"54 e l'inglese Duncan Scott terzo in 46"64.
«Volevo quest'oro. Ieri mi ero risparmiato, – spiega il campione europeo in lunga a Londra 2016 (già d'argento con la 4x50 stile libero e bronzo nei 50, dove ha limato quattro volte il personale fino al 20"78, e con la 4x50 stile libero mixed) che demolisce il precedente primato personale di 46"68. – Sono partito subito deciso e determinato, staccando il gruppo fino alla fine. La vittoria mi ripaga di quella mancata nel 2011.
«Erano sette anni che non miglioravo e questa stagione mi dà un'iniezione di fiducia nuova che mi fa andare avanti con stimoli giusti. Ci sono emozione e orgoglio a vedere tutto il pubblico battere le mani a tempo mentre suona il nostro inno, che è il più bello e gioioso di tutti gli altri.
«Salire sul podio e intonare l'inno è il sogno di ogni bambino che si avvicina allo sport», – conclude l'allievo del tecnico federale Claudio Rossetto che conquista il sessantesimo oro della spedizione azzurra nella storia e si assesta come secondo miglior performer italiano di sempre scavalcando Filippo Magnini e stabilendo la terza prestazione italiana all time.
 
Neanche il tempo di un amen e Marco Orsi (Fiamme Oro Roma / Uisp Bologna) sale sul blocco n. 5 forte del record italiano e secondo tempo delle semifinali dei 100 misti.
Il bomber che lo scorso 11 dicembre ha compiuto ventisette anni allenato da Roberto Odaldi, vola sull'acqua e tocca in 51"76 (passaggio 23"31) rimontando nello stile libero il russo e campione uscente Fesikov che deve cedere allo sprint in 51"94.
«Ho visto Luca fare un 100 stile libero bellissimo – spiega il bolognese che ha demolito il record italiano con un miglioramento esponenziale dal precedente (52"10) stabilito in semifinale, – sapevo che era difficile vincere, ma quando ho virato a rana mi sono visto vicino al russo e allora c'ho creduto.
«Sono strafelice, lo volevo per me e per tutta la mia famiglia. Con il mio allenatore abbiamo sofferto tanto e questo oro ci ripaga di molte difficoltà vissute», – conclude l'Orso nazionale al suo settimo europeo, dove si regala un oro mai vinto dall'Italia nella disciplina e sale a ben 19 medaglie personali (8 individuali).
 
L'ultima medaglia nei 100 misti era il bronzo di Stefano Mauro Pizzamiglio a Herning 2013. Simone Geni (Uisp Bologna) invece chiude ottavo in 53"15 non riuscendo a migliorarsi rispetto alle semifinali.
«Volevo provare a fare il personale. Mi sono mancate le gambe e chiudere lo stile libero è stato difficile. Sono contento per Marco, che è bolognese come me», – conclude l'allievo di Andrea Scalandra alla sua prima finale internazionale della carriera.
 
La tripletta d'oro arriva nell'ultima gara individuale con Simone Sabbioni, già argento nei 100 con primato italiano (49''68), che sgassa come nei tempi migliori e vince i 50 dorso in 23"05 abbassando di un centesimo il primato italiano che aveva stabilito lo scorso 2 dicembre a Riccione.
Stavolta lo scalpo è importante perché al secondo posto c'è il golden boy russo, classe 2000, Kliment Kolesnikov, già campione europeo nei 100 dorso, che cede in 23"07 col record mondiale juniores.
«Volevo spaccare il mondo, sono contentissimo. Battere il russo sembrava impossibile. Devo realizzare perché non ci credo ancora – commenta a caldo il 21enne di Rimini tesserato per Esercito e Swim Pro SS9, allenato da Matteo Giunta al centro federale di Verona – è stata una gara vinta con cattiveria.
«In subacquea vedevo che nel secondo 25 mi mancavano le gambe. Allora con Matteo (Giunta, ndr) abbiamo deciso di uscire prima ed andare avanti col busto.
«La scelta ha pagato come quella di andare a Verona ad inizio anno e ricominciare una nuova vita con nuovi stimoli», – chiude l'azzurro, biondo platino dopo la scommessa persa con Federica Pellegrini agli assoluti (quando ha vinto il titolo col record), sua compagna d'allenamenti, che sale di un gradino rispetto a Netanya due anni fa dove fu d'argento.
Terzo il ventinovenne francese olimpionico della velocità Jeremy Stravius che tocca in 23"12 vincendo la sua tredicesima medaglia europea.

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