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Europei di nuoto. Carraro oro, Castiglioni e Pellegrini argento

Con il bronzo di Scozozli il medagliere dell'Italnuoto si impenna a quota quindici (5-4-6) e quello storico a 202 (67-63-72)

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Martina Carraro.
 
Un oro, due argenti, un bronzo, tre record italiani e sette primati personali nelle semifinali e finali della quarta giornata dei 20esimi campionati europei di nuoto in vasca corta, in svolgimento al Tollcross International Swimming Centre di Glasgow fino a domenica 8 dicembre.
Il medagliere dell'Italnuoto si impenna a quota quindici (5-4-6) e quello storico a 202 (67-63-72).

Sempre più sicura dei propri mezzi, in acqua senza paura e timori reverenziali. Martina Carraro è da favola e vince l'oro nei 100 rana, trascinandosi una ritrovata e finalmente sorridente Arianna Castiglioni che mette al collo l'argento.

La ventiseienne di Genova e primatista italiana (1'04''11) - tesserata per Fiamme Azzurre e Imolanuoto, allenata da Cesare Casella, già d'argento nei 50 - nuota in 1'04''51 che vale la seconda prestazione personale di sempre; la 22enne di Busto Arsizio - seguita dal tecnico federale Gianni Leoni, tesserata per Fiamme Gialle e Team Insubrika - tocca in 1'05''01 per la terza personale all time.


Arianna Castiglioni.

 Arianna argento  
«Il tempo oggi non contava molto - spiega la neocampionessa europea - Per me è un'emozione incredibile perché non sono mai salita sul gradino più alto del podio in una manifestazione internazionale.
«Dedico questa vittoria alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, con un pensiero particolare rivolto a mio padre.»
Le fa eco un'incredula Castiglioni: «Alla vigilia non ero tanto convinta, - il bronzo nei 50 e 100 rana in vasca lunga agli Europei di Glasgow 2018. - Poi la forma e la fiducia sono cresciute con il passare delle giornate e adesso eccomi qui con Martina a festeggiare. Devo dire che la Scozia mi porta molto fortuna».
Medaglia storica quella conquistata da Arianna Castiglioni, la duecentesima dell'Italia agli Europei in vasca corta.
 

Federica Pellegrini.

 Fede d'argento 
Nella patria delle leggende, dei miti e dei coraggiosi non poteva che esserci spazio per lei. Federica Pellegrini continua a scrivere il suo libro da fuoriclasse assoluta ed è d'argento nei 200 stile libero, vinti in 1'52''77 dalla britannica Freya Anderson che concede il bis dopo il successo nei 100.
La vincitrice di tutto - tesserata CC Aniene e allenata al Centro Federale di Verona da Matteo Giunta - tocca in 1'52''88 (55''46), mettendo al collo la sedicesima medaglia in vasca corta, cinquataduesima complessiva, per un 2019 da incorniciare dopo lo strepitoso oro iridato a Gwangju.
«Non mi ero accorta della britannica, – spiega l'azzurra. – Ma va comunque bene così. Alla vigilia non sono stata molto bene di stomaco: non vuole essere una scusa, ma purtroppo non ero in condizioni perfette.
«La gara non è stata nuotata su tempi eccezionali. Sono contenta, considerando la fase della stagione; l'argento è sempre una medaglia importante.
«Dal nuovo anno cominceremo una fase di allenamento molto più intensa in vista delle Olimpiadi.»
 

Fabio Scozzoli.
 
 Fabio Leone di Scozia 
Terra anche di whisky la Scozia, che migliorano invecchiando.
Come Fabio Scozzoli, indomito leone azzurro, che si concede una strepitosa doppietta e si prende il bronzo nei 100 rana, dopo quello conquistato nella giornata d'apertura nei 50.
Il trentunenne emiliano di Lugo - ventinove medaglie tra mondiali ed europei, seguito da Casella e primatista italiano (56''15) - tocca in 56''55 per la quinta prestazione personale di sempre; chiude quinto un ottimo Nicolò Martinenghi (Fiamme Oro/NC Brebbia), che scende per la prima volta in carriera sotto i 57'', e tocca in 56''70 (prec. 57''05), confermandosi al secondo posto tra i performer italiani; davanti a tutti l'olandese Arno Kamminga in 56''06.
«Ero convinto che la medaglia potesse arrivare e così è stato, – commenta Scozzoli, tesserato per Esercito e Imolanuoto. – L'olandese era inarrivabile. Domani c'è la staffetta e quindi non c'è il tempo per mollare.»
Felice anche Martinenghi: «Ho passato stagioni non semplici – spiega l'allievo di Marco Pedoja – Esco da questi europei con la consapevolezza di essere tornato ai miei livelli e di poter crescere ancora.»

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