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Se ne è andato Pelè, il re del Calcio. Aveva 82 anni

«O Rei do Futebol» è stato un grandissimo calciatore, l’unico a vincere tre campionati del mondo. Segnò 1.281 gol in 1.363 partite

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Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento, era nato in Brasile a Três Corações il 23 ottobre 1940.
Definito O Rei (in italiano Il Re), O Rei do Futebol (Il Re del Calcio) e Perla Nera (in portoghese Pérola Negra), è il Calciatore del Secolo per la FIFA, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l'International Federation of Football History & Statistics (IFFHS), nonché Pallone d'oro FIFA del secolo, votato dai precedenti vincitori del Pallone d'oro. Successivamente ha ricevuto, unico calciatore al mondo, il Pallone d'oro FIFA onorario.
Da calciatore ha legato la sua carriera principalmente al Santos, con cui ha vinto, tra il resto, dieci volte il campionato Paulista, quattro il Torneo Rio-San Paolo, sei il Campeonato Brasileiro Série A e cinque (peraltro consecutive) la Taça Brasil, oltre a due edizioni della Copa Libertadores, altrettante della Coppa Intercontinentale e la prima edizione (su due disputate) della Supercoppa dei Campioni Intercontinentali. Trasferitosi negli Stati Uniti d'America nella parte finale di carriera, ha conquistato un Campionato NASL con i New York Cosmos.
È l'unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio, evento avvenuto con la nazionale brasiliana nel 1958, 1962 e 1970.
 
Il suo gol realizzato alla Svezia nella finale del 1958 è considerato il terzo più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA e primo tra quelli realizzati in una finale di un campionato del mondo.
La FIFA gli riconosce il record di reti realizzate in carriera, 1.281 in 1.363 partite, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 757 reti in 816 incontri con una media realizzativa pari a 0,93 gol a partita.
Fa parte della National Soccer Hall of Fame ed è stato inserito dal settimanale statunitense Time nel «TIME 100 Heroes & Icons» del XX secolo.
È stato dichiarato «Tesoro nazionale» dal presidente del Brasile Jânio Quadros e, nel luglio 2011, «Patrimonio storico-sportivo dell'umanità.»
 

 
Pelé nel corso della sua carriera si è dimostrato un calciatore completo, capace di coniugare tecnica e abilità atletiche, intelligenza e velocità, precisione nei passaggi e senso del gol.
A tal proposito, si ricorda che segnò cinque reti in un solo incontro in almeno sei occasioni, realizzò quattro gol in una singola partita trenta volte ed aggiunse a ciò novantadue triplette.
Il giornalista sportivo Gianni Brera disse che «Pelé vede il gioco suo e dei compagni: lascia duettare in affondo chi assume l'iniziativa dell'attacco e, scattando a fior d'erba, arriva a concludere.
«Mettete tutti gli assi che volete in negativo, poneteli uno sull'altro: esce una faccia nera, un par di cosce ipertrofiche e un tronco nel quale stanno due polmoni e un cuore perfetti.»
 
Il repertorio di dribbling di Pelé includeva una particolare giocata che in Brasile viene chiamata «drible da vaca»; un esempio di questa si ebbe nella partita contro l'Uruguay del Mondiale del 1970, quando l'attaccante lasciò passare il pallone – senza toccarlo – verso un lato del portiere Ladislao Mazurkiewicz e si lanciò su quello opposto, disorientando l'avversario.
Abile con entrambi i piedi, Pelé fu anche un eccelso colpitore di testa, nonostante la statura relativamente ridotta; nella finale della citata edizione dei Mondiali di calcio marcò un gol effettuando un balzo da atleta.
 
Figlio dell'ex calciatore Dondinho (all'anagrafe João Ramos do Nascimento) che terminò la propria carriera a causa di un infortunio al ginocchio, e di Maria Celeste Arantes, Pelé fu inizialmente soprannominato Dico dai suoi parenti.
A 5 anni, nel 1945, si trasferì con la famiglia a Bauru.
Da bambino si guadagnò compensi extra pulendo scarpe e quando il padre gli disse di giocare a calcio inizialmente, vista la povertà della famiglia, non poté comprare un pallone, ma giocò solitamente con un calzino o degli stracci riempiti con carta e legati con un laccio, oppure con un frutto di mango.
Fu in quel periodo che un suo compagno di scuola gli diede il soprannome Pelé. Il nomignolo gli fu dato per farlo arrabbiare, poiché Pelé pronunciava Pilé il nome del portiere Bilé.
Sebbene egli non abbia mai nascosto di non gradirlo, esso rimane l'appellativo con cui è stato consegnato alla storia del calcio.
In realtà, Pelé ha sempre ricordato con orgoglio come il suo vero nome, cioè Edison o Edson, con il quale vorrebbe essere chiamato, gli sia stato imposto in onore di Thomas Alva Edison. La prima squadra in cui giocò Pelé fu il Bauru, squadra dilettantistica locale, ma a breve fu notato da Waldemar de Brito, ex nazionale brasiliano degli anni trenta e quaranta, che all'età di 15 anni lo convinse a fare un provino per il Santos.
 
Nel 1956 Waldemar de Brito disse alla dirigenza del Santos che quel ragazzino di 15 anni sarebbe diventato il miglior calciatore del mondo.
Pelé raggiunse così le giovanili del Santos e vi giocò per una stagione prima di approdare in prima squadra. Pelé debuttò con la maglia del Santos il 7 settembre 1956 in amichevole contro il Corinthians de Santo André, subentrando a Del Vecchio e segnando al 36º minuto un gol nel 7-1 finale per la squadra di Santos.
Nel 1957, all'inizio della stagione, Pelé, che fu soprannominato Gasolina in onore di un cantante brasiliano, fu inserito stabilmente come titolare della prima squadra e, all'età di soli 16 anni, divenne il capocannoniere del Campionato Paulista.
Dieci mesi dopo aver firmato il suo primo contratto professionistico il ragazzo fu anche convocato in Nazionale.
 
Sia dopo il Mondiale 1958 che quello del 1962, diverse squadre europee offrirono cifre importanti per acquistare il giovane giocatore, fra cui il Real Madrid, la Juventus e il Manchester United; nel 1958 l'Inter riuscì persino a fargli stipulare un regolare contratto, ma Angelo Moratti si vide costretto a stracciarlo in seguito a un'aggressione subita dal presidente del Santos a opera di un tifoso.
Nel 1961, comunque, il governo del Brasile dichiarò Pelé «Tesoro nazionale» per evitare qualsiasi possibile trasferimento.
 

Pelé e Sívori.
 
Il 22 novembre 1964, nella gara Santos-Botafogo (11-0), batté otto volte il portiere Machado, stabilendo il nuovo record di marcature in una sola partita del Campionato Paulista, che in precedenza apparteneva ad Arthur Friedenreich con i sette gol realizzati nel 1929.
Il 19 novembre 1969 Pelé segnò il 1.000º gol in carriera. La rete, chiamata familiarmente O Milésimo (Il Millesimo), è stata realizzata contro Edgardo Andrada del Vasco da Gama su calcio di rigore allo Stadio Maracanã.
 
Secondo Pelé il suo più bel gol fu quello segnato allo Stadio Rua Javari il 2 agosto 1959 in una partita del Campionato Paulista contro il Clube Atlético Juventus.
Siccome non esiste una registrazione visiva di quella partita la rete è stata ricostruita con un'animazione a computer su richiesta dello stesso Pelé.
A ricordo di quel gol nell'agosto 2006 sono stati realizzati un busto e una targa all'esterno del Rua Javari. Nel marzo 1961, Pelé invece ha realizzato il cosiddetto gol de placa (gol da targa): una rete contro il Fluminense, ritenuta così spettacolare che fu realizzata una targa con una dedica al più bel gol mai segnato al Maracanã.
 
Negli anni sessanta e settanta il Santos era considerata tra le squadre migliori del mondo, tanto che girava i continenti disputando amichevoli con innumerevoli squadre, una sorta di Harlem Globetrotters del calcio.
Singolare è l'episodio avvenuto in Colombia in cui un arbitro espulse O Rei: il pubblico si imbestialì a tal punto che Pelé rientrò in campo e fu il direttore di gara stesso a dover abbandonare il rettangolo verde.
Per non parlare del fatto che nel 1967 le due fazioni che stavano combattendo la guerra civile in Nigeria siglarono una tregua di 48 ore per poter vedere giocare Pelé in amichevole a Lagos.
Questo episodio fu la testimonianza che la figura di Pelé trascese i confini sportivi più di qualunque altro atleta al mondo, entrando nella storia come una delle maggiori icone contemporanee.
 

 
Nel 1974 dopo 19 stagioni con la maglia del Santos, Pelé decise di ritirarsi dal calcio dopo aver giocato insieme a grandissimi calciatori come Zito, Pepe e Coutinho, vincendo 10 titoli paulisti, 5 Taça Brasil consecutive dal 1961 al 1965, record del calcio brasiliano (allora il campionato brasiliano ancora non esisteva e la coppa nazionale di fatto eleggeva la squadra migliore del Paese), 3 Tornei Rio-San Paolo, una Taça de Prata, 2 Coppe Libertadores, 2 Coppe Intercontinentali e una Supercoppa dei Campioni Intercontinentali.
 
Nel 1975 dopo un anno lontano dai campi di gioco, Pelé fu ingaggiato dai New York Cosmos, squadra della North American Soccer League (NASL), che gli offrì, con il beneplacito del governo brasiliano, un contratto di circa 4,5 milioni di dollari per tre anni.
La Warner Communications, proprietaria del club, volle Pelé, oltre che per le sue doti tecniche, anche per promuovere il calcio nell'America del Nord e mise insieme una parata di giocatori d'eccezione quali, oltre a Pelé, Carlos Alberto, Beckenbauer e Chinaglia.
Pelé esordì con i Cosmos il 15 giugno 1975 in amichevole contro i Dallas Tornado (2-2), partita nella quale realizzò un gol e fu autore di un assist.
Con la squadra di New York riuscì a vincere l'edizione del 1977 del giovane campionato nordamericano di calcio.
In tutte e tre le stagioni di militanza fu inserito nell'All-Star Team della NASL, di cui fu nominato MVP nel 1976.
 

 
Il 1º ottobre 1977 Pelé concluse la sua carriera disputando un'amichevole tra Cosmos e Santos, le sue due squadre.
La partita fu disputata in un Giants Stadium tutto esaurito e fu trasmessa dalle televisioni di 38 Paesi di tutto il mondo.
Il brasiliano giocò il primo tempo con i Cosmos e il secondo con il Santos.
Il match fu vinto dalla squadra statunitense: a segnare furono Reynaldo per l'1-0 del Santos e Pelé su punizione nella prima metà della gara e Mifflin, che all'intervallo aveva preso il posto dello stesso Pelé nelle file dei Cosmos, per il 2-1 finale.
Durante l'intervallo i Cosmos ritirarono la maglia numero 10 di Pelé e alla fine della partita O Rei, impugnando una bandiera del Brasile nella mano destra e una degli Stati Uniti in quella sinistra, fu caricato sulle spalle dai compagni di squadra e portato in trionfo fuori dal campo.
 
Pelé si ritirò dal mondo del calcio dopo aver realizzato 1.281 gol, che gli valsero il titolo di più grande goleador della storia del calcio.
Arthur Friedenreich, secondo alcune fonti, forse anche per un errore di trascrizione, avrebbe segnato ancora di più: ben 1.329 reti dal 1909 al 1935, ma a differenza di O Rei non esistono statistiche ufficiali per confermarlo e quindi per la FIFA il primato spetta a Pelé.
Il 12 novembre 2014 viene ricoverato in ospedale a causa di calcoli renali localizzati a livello dell'uretra e della vescica e per un'infezione urinaria, venendo curato in emodialisi; viene dimesso il 9 dicembre.
Nel maggio seguente viene operato alla prostata all'ospedale Albert Einstein di San Paolo.
Il 4 settembre 2021 viene operato per un tumore al colon.

È morto il 29 dicembre 2022, in seguito a circa un mese di ricovero al medesimo ospedale a causa di disfunzioni renali e cardiache e per l'aggravarsi del suo tumore al colon.

Si ringrazia Wikipedia per le note e le foto.


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