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La risposta del presidente dell'AC Trento Mauro Giacca

Nei giorni scorsi un quotidiano locale ha pubblicato un articolo dal titolo «Trento a picco: le ragioni di una crisi senza fine»

Ritengo necessario porre all’attenzione alcune considerazioni in quanto, a mio modesto parere – peraltro in un momento delicatissimo della nostra stagione sportiva – sono state evidenziate solo alcune delle dinamiche sviluppate in questi anni dalla Società che ho creato cinque anni fa e che tutt’ora ho l’onore di guidare.
La Cooperativa ha acquisito dal fallimento un patrimonio sportivo ai minimi storici per non dire azzerato nella sua totalità.
Un attento osservatore non dovrebbe limitarsi alla valutazione dei risultati agonistici delle ultime due stagioni (su cinque) della sola prima squadra, ma dovrebbe porre la giusta attenzione a tutto il movimento coinvolto nel progetto societario.
 
Nessuno di noi nega la rilevanza e l’interesse mediatico che può suscitare la squadra maggiore e le nostre pesanti – in primis per me e tutto il Consiglio D’Amministrazione della Società – sconfitte delle ultime due stagioni, ma una visione equilibrata di questi primi cinque anni di attività non può prescindere dalla considerazione del recupero di valore morale ed economico che questa stessa Società è stata in grado di produrre.
Quando è iniziato il nostro percorso, gli atleti tesserati per il «fu» Calcio Trento 1921 non superavano le 40 unità, pochissimi allenatori erano coinvolti nelle attività sportive e solo un dirigente – uno – seguiva le sorti delle squadre giovanili.
 
Oggi, con grande orgoglio, io, il Consiglio di Amministrazione e i miei storici collaboratori possiamo dichiarare che quello stesso settore giovanile conta oltre 300 ragazzi provenienti da tutto il territorio provinciale, 28 allenatori qualificati e 15 dirigenti volontari.
La nostra Società è stata la prima in Trentino ad ottenere la qualifica di Scuola Calcio Elite per i progetti di formazione e di supporto alle famiglie dei nostri tesserati e, aspetto non trascurabile, è affiliata in maniera concreta e collaborativa con un sodalizio del calibro di Juventus Football Club.
 
Il sottoscritto e il Cda, sin da subito, hanno promosso una rete sinergica con altre Società operanti sui territori periferici per consentire anche ad un ragazzo che abita in Primiero o nel Bleggio di avere le stesse opportunità di crescita che ha un giovane calciatore che ha avuto la fortuna di nascere nel centro di Trento.
Da tre anni, per assicurare la pratica sportiva nel periodo invernale, ci siamo accollati l’onere di organizzare un mini campionato («Torneo Calcio all’Inverno») che coinvolgesse altre realtà provinciali e colmasse quello storico vuoto che caratterizza il nostro territorio rispetto al resto d’Italia.
 
Questo lavoro è stato affrontato in totale solitudine istituzionale e mediatica da me, dai miei più stretti collaboratori e da decine di partner privati, con grandissimi sacrifici anche in termini di logistica in quanto la mia Società è l’unica della città totalmente priva di campi di allenamento di riferimento per il proprio settore giovanile.
Organizzare il lavoro settimanale su cinque strutture diverse nei soli orari liberi da impegni di altre Società è davvero gravoso e mette in difficoltà in termini di programmazione la Società e le famiglie dei bambini e ragazzi.
 
Tutto questo però non ci ha scoraggiato ed oggi possiamo – almeno noi – evidenziare i risultati formativi ed agonistici che i nostri giovani atleti hanno raggiunto, nonché i traguardi a livello personale che alcuni di essi sono stati in grado di ottenere.
Decine di convocazioni nelle rappresentative nazionali e regionali sono una medaglia anche per la Società che nessun risultato della Prima Squadra potrà farci dimenticare.
Anche questi sono risultati frutto del lavoro di un Presidente, due Vice Presidenti, un Direttore Generale, sette Consiglieri di Amministrazione, numerosi Dirigenti e Responsabili.
 
«Intorno a questo arcipelago dirigenziale» ruotano e ruoteranno trecento ragazzi e seicento genitori, insieme a tremila ragazzi e seimila genitori di Società del progetto «Promesse Trentine».
Questi numeri, nonché l’affetto e la vicinanza di quasi 250 amici sponsor privati che mi supportano quotidianamente, mi faranno andare avanti dando forza ed entusiasmo a chi mi è stato accanto in questo percorso.
 
Infine permettetemi alcune considerazioni, che ritengo doverose, perché bisogna essere precisi.
I calciatori impiegati nell’ambito della prima squadra nelle ultime due stagioni non sono certamente 71, come riportato nell’articolo, ma un numero ben inferiore (tenuto conto anche di chi, ad oggi, ha realizzato una sola presenza) e respingiamo con forza e decisione l’illazione secondo la quale, nel corso della passata annata sportiva, «al posto di Vecchiato pare che si volesse portare a Trento Emanuele Filippini, nel frattempo però accasatosi al Rezzato, e per questo si ripiegò sul gemello Antonio».
Quest’ultima è, niente di più, che una «chiacchiera da bar» della quale facciamo volentieri a meno.
 
Sportivi saluti e FORZA TRENTO #DA SEMPRE PER SEMPRE!
Mauro Giacca
Presidente A.C. Trento S.c.s.d.

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