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Tokyo, grande la trentina Nadia Battocletti: è in finale

La 21enne ha dimostrato maturità, coraggio, determinazione, talento, consapevolezza e lucidità ogni volta che è scesa in pista – La finale è per lunedì, alle 14:40 italiane

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Foto di Giancarlo Colombo - FIDAL.

Maturità, coraggio, determinazione, talento, consapevolezza, lucidità: gli ingredienti che hanno permesso a Nadia Battocletti di entrare nella finale olimpica dei 5.000 metri dalla porta principale; 14'55"83 e terzo tempo nella seconda batteria
Eccezionale, meravigliosa prova di Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre) nella seconda batteria dei 5000 metri olimpici di Tokyo: il terzo posto in 14'55"83 a braccetto con le grandi del mezzofondo internazionale ha spalancato alla ventunenne di Cavareno la via della finale olimpica.

Una prova tatticamente mostruosa, quella di Nadia. In cui ha spiccato la sua maturità a dispetto dei 21 anni, a dispetto di una situazione delicata, con una prima batteria corsa su ritmi sostenuti che ha di fatto chiuso ogni possibilità di ripescaggio.
C'era solo un modo per entrare in finale, a quel punto: chiudere la seconda batteria tra le prime 5. E Nadia l'ha fatto, tagliando il traguardo a braccetto con l’etiope Gudaf Tsegay (14:55.74) e la keniana Hellen Obiri (14:55.77).
 
«'Nei primi tre chilometri – ha racconta l'allieva di papà Giuliano a fine gara – il ritmo era tale da consentirmi di pensare. Le vedevo salire, rallentare, spintonarsi, poi nel finale ho pensato: mi butto, quel che viene, viene.
«Ai duecento ho pensato di partire, lì ho capito che avrei potuto giocare le mie carte in volata. Ed è andata bene.
«Cosa aspettarsi da me in finale? È la mia prima esperienza in campo internazionale, credo sia già tantissimo quello che ho fatto oggi, ma voglio migliorarmi ancora.
«Ovviamente ci deve essere il giorno giusto, la testa giusta, e soprattutto le gambe. Ce la metterò tutta, rimarrò attaccata fino alla fine, cercherò di sprintare, sapendo che correrò contro delle aliene, atlete che fanno 40 secondi meno di me.
«Ho ancora 21 anni, sto crescendo, non sento nessuna aspettativa, anche se sì, oggi sento queste atlete molto più vicine, perlomeno in questo tipo di gare.»

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