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Tokyo 2020: al via i XVI Giochi Paralimpici estivi

«We have wings»: abbiamo le ali, ali per cacciare le incertezze che hanno caratterizzato questo ultimo anno e mezzo

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We have wings: abbiamo le ali, ali per cacciare le incertezze che hanno caratterizzato questo ultimo anno e mezzo.
È stato questo lo slogan della cerimonia di apertura dei XVI Giochi Paralimpici estivi di Tokyo 2020.
L’evento, che si è svolto martedì 24 agosto alle 20 ore locali (le 13 in Italia) presso l’Olympic Stadium della capitale giapponese, ha visto la tennista Yui Kamiji, il bocciatore Shunsuke Uchida e la sollevatrice di pesi Karin Morisaki portare la torcia olimpica, simbolo, a livello mondiale, della sfida dell’uomo contro la pandemia.
Quasi tre ore di musiche, coreografie e canti, il tutto ambientato sulla pista dell’Aeroporto di Para, luogo simbolo di diversità e inclusione, con i protagonisti che, per l’occasione, hanno indossato una maglietta con su scritto #WeThe15, la campagna promossa dall’International Paralympic Committee (IPC) e dall’International Disability Alliance (IDA) per porre l’attenzione sui diritti delle persone con disabilità.
 
Attesa finita, dunque, per i 4.400 atleti delle 162 delegazioni che, da domani, inizieranno a gareggiare.
L’Italia, che si presenta a questo evento con il gruppo più numeroso di sempre, è stata rappresentata, durante la cerimonia di apertura, dalla schermitrice Beatrice Bebe Vio e dal nuotatore Federico Morlacchi.
Tanta l’emozione ma anche la soddisfazione per essere stati scelti come alfieri dell’Italia a questi Giochi: “Essere il portabandiera di questi atleti straordinari e aver sfilato insieme a Bebe è qualcosa che mi dà una carica straordinaria”, ha spiegato Morlacchi.
«Con Federico ci siamo divertiti moltissimo – ha osservato la Vio – è stato davvero emozionante: siamo onorati e speriamo di aver rappresentato l’Italia nel migliore dei modi.»
 
«Quello che era impensabile un anno fa si è finalmente realizzato – ha dichiarato il Presidente del CIP Luca Pancalli – si è riaccesa la fiaccola dei Giochi paralimpici e con essa non solo i sogni e le speranze dei circa 4.400 atleti venuti a Tokyo ma anche dell’umanità intera che in questi Giochi, Olimpici e Paralimpici, sta tentando di guardare a quella luce in fondo al tunnel dopo un periodo molto difficile che ancora oggi fatichiamo a metterci alle spalle.»
 
«È stata una emozione grandissima, una cerimonia appassionante ed entusiasmante – ha aggiunto - ora è il momento di lasciare parlare il campo di gara.
«Non vediamo l’ora di mostrare tutto il nostro valore.»

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