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Festival dello Spor, Roberto Baggio all’evento inaugurale

Il Divin Codino al Teatro Sociale (tutto esaurito): «Lo sport è una palestra di vita»

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Foto © di Marco Oss e di Alessandro Holneider.

Tutto esaurito al Teatro Sociale di Trento per Roberto Baggio, campione interprete della «Grande Bellezza».
Il «Divin Codino» stella dell’evento inaugurale del Festival: «Lo sport è palestra di vita».
Pochi campioni come Roberto Baggio (foto © Federica Galeazzo Archivio ufficio stampa PAT) hanno saputo incarnare non solo sul piano tecnico-agonistico, ma anche sul piano umano, «La Grande Bellezza» dello sport.
E proprio il «Divin Codino» è stato oggi pomeriggio la stella dell’evento di inaugurazione della sesta edizione de Il Festival dello Sport.
Vincitore del Pallone d’Oro 1993 mentre indossava la maglia della Juve, casacche di club a parte Baggio è un simbolo del calcio italiano, uno dei più grandi protagonisti in maglia azzurra e uno dei campioni più amati di sempre.
 
Nell’evento condotto dalla giornalista Federica Masolin e dal giornalista Pierluigi Pardo, aperto dall’esibizione dei ginnasti Marco Lodadio e Salvatore Maresca, Baggio ha parlato di sé stesso come sportivo, come calciatore in particolare e, non ultimo, come uomo.
«Ho sempre giocato con passione infinita – ha esordito – mettendo in pratica ciò che ho imparato negli allenamenti.
«Quando ho cominciato a camminare, ho iniziato a giocare a calcio. È proprio la dedizione a fare la differenza: i grandi risultati, in tutti gli ambiti, partono dal duro lavoro.
«L’allenamento e la passione ti portano oltre i limiti, ma al di là della grande performance ho sempre desiderato far divertire la gente.»
 
Non solo la vittoria quindi, non solo il risultato.
«Lo sport è una palestra di vita», ha detto il Divin Codino.
Di qui il suo impegno con il progetto «Tutti in Campo» a favore delle società dilettantistiche.
«Il futuro – ha detto – è dei giovani ed è quindi importante avvicinarli allo sport per creare aggregazione, condivisione e dare anche la possibilità ai talenti di emergere.»
 

 
Guardandosi indietro, Baggio ha ricordato anche i numerosi infortuni.
«Il Buddhismo mi ha aiutato molto a convivere con i miei problemi fisici e con il dolore.»
Accanto ai problemi, anche le gioie naturalmente, anche se, ha detto, «non riesco a individuare il mio gol più bello; erano tutti importanti, anche quelli a un metro dalla porta».
Menzione, però, per un gol altrui, una rete di van Basten agli Europei: «una vera grande bellezza il modo in cui si muoveva in campo».
 
E fra i tanti grandi personaggi incontrati in carriera, un commosso ricordo di Carletto Mazzone: «per me è stata una persona pulita, onesta, e questa purezza ha fatto la differenza. È stato adorato dai calciatori come un padre».
E il calcio di oggi? «Fra i giocatori – ha detto Baggio – mi ha colpito Lautaro Martínez, un calciatore straordinario».
Parlando più in generale, secondo Baggio in Italia siamo troppo legati al risultato e non guardiamo al lavoro che c’è dietro.
E la VAR? «Sono favorevole, perché chiarisce le situazioni dubbie e dà credibilità al calcio».
 
E il Divin Codino di oggi? Una vita molto normale.
«Dopo aver viaggiato tanto per giocare, ho capito che la vita va vissuta in modo semplice; solo così ti senti soddisfatto ogni giorno.»
Baggio si tiene solitamente lontano dai riflettori perché, ha chiarito, – «quando giocavo non amavo parlare, concedere interviste e alcuni scambiavano la mia timidezza per arroganza. Non sono cambiato; cerco di apparire solo in occasioni che meritano e mi faccio vedere poco, e se possibile bene».
 
Infine, la domanda che tutti, prima o poi, si pongono: «C’è qualcosa che non rifaresti?», incalzano i conduttori.
«Non tirerei alto il rigore», – la risposta in riferimento alla finale mondiale di USA 94.
Baggio è uno dei cinque campioni che hanno conquistato il Pallone d’Oro presenti a questa edizione de Il Festival dello Sport, accanto a Karl-Heinz Rummenigge, Andriy Shevchenko, Jean-Pierre Papin e Ronaldinho.

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