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La leggenda Ferrari: un racconto che è Formula 1

Al Festival dello Sport Maurizio Arrivabene l'uomo che si inventò «Wrooom»

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Maurizio Arrivabene, dal 2014 team principal della scuderia Ferrari, l'uomo che si inventò «Wrooom» e che ha portato grandi campioni a Madonna di Campiglio, ha scaldato oggi pomeriggio il cuore dei tifosi che hanno colorato di rosso il Teatro Sociale.
Lui il cavallino rampante non ce l'ha solo cucito sulla giacca e quando parla di quale è la differenza del lavorare a Maranello piuttosto che in altre parti del mondo, mostra il valore di una squadra che vuole porsi come obiettivo la vittoria, ma lo fa con la passione e la volontà di mantenere una componente familiare e umana, una dote rara che è universalmente riconosciuta alla scuderia italiana.
«La Ferrari è la Formula 1» ha detto consapevolmente Arrivabene, al pubblico e al giornalista della Gazzetta dello sport Gianluca Gasparini, che dialogando con lui ha cercato di cogliere i momenti più personali di grandi piloti come Schumacher, Prost, Alesi e voluto riconoscere il loro talento di autentici fuoriclasse.
 

 
Ayrton Senna è stato naturalmente il primo ad essere ricordato, il campione dal lato umano, che giocava a pallavolo sulle spiagge australiane assieme a Gherhard Berger, suo grande amico pur essendo il primo con il quale doveva confrontarsi quando saliva la competitività durante la gara.
Il dialogo ha portato inevitabilmente a Sebastian Vettel e ai risultati di questa stagione.
«Per Sebastian trovarsi a guidare la rossa è un'emozione vera – ha detto Arrivabene, definendo il pilota tedesco sincero, diretto mai distaccato, – che fa il suo lavoro con passione, una passione che aumenta inevitabilmente trovandosi in Ferrari.
«Vettel ha le caratteristiche tecniche che sono in armonia con la macchina, vuole che questa sia disegnata attorno a lui e diventerà prima o poi il campione della Ferrari, ha garantito Arrivabene ai tifosi.»
 

 
«A Maranello c'è gente che sa andare in quella direzione, aperti ad ogni idea», – ha continuato il direttore sportivo, assicurando che le aspettative degli appassionati per tutto il team del cavallino rampante non rappresentano una pressione negativa, ma una carica indescrivibile che spinge a dare il massimo.
La grande scuderia italiana oggi è un'azienda di 1.200 persone, composta per almeno tre quarti da ingegneri altamente specializzati e ha tutte le carte in regola per continuare ad essere la leggendaria squadra voluta da Enzo Ferrari.
«Ovunque nel mondo gli autodromi sono colorati di rosso, – ha concluso Arrivabene. – E la Formula 1 senza la Ferrari non può essere Formula 1.»
Poi è stato letteralmente circondato dal calore della gente che ha voluto portare con sé in una foto, un autografo segnato su carta o su un cappellino rosso un ricordo di questo singolare momento del Festival dello Sport.

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