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Max Biaggi torna in pista in Val di Fassa

Il pluricampione mondiale di motociclismo si sta divertendo sulle nevi dolomitiche

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Gli skitour, la velocità e pure le pieghe. Dello sci a Max Biaggi, pluricampione mondiale di motociclismo nella classe 250 e anche superbike, piace tutto.
Ed è per questo che dopo aver trascorso le vacanze di Natale sulle piste dolomitiche anche della Val di Fassa - con tanto di foto social scattate da seggiovie e tracciati delle skiarea Col Rodella e Belvedere - è tornato sulla neve pure in questi giorni.
«Mi piace coprire lunghe distanze, per questo il Sellaronda e il Giro della Grande Guerra sono tra i miei skitour preferiti, dice Max Biaggi, durante una gustosa pausa pranzo al rifugio fassano Fredarola, proprio sulla rotta del Giro dei quattro passi. – «Qui le piste sono sempre tirate a lucido, credo sia uno dei posti migliori per sciare.»
 
La passione per lo sci di Biaggi è nota, anche perché dice di ritrovare sui tracciati sciistici sensazioni vissute in moto.
«Ci sono analogie tra lo sci e il motociclismo, ad esempio nell’approccio alla curva: ci si piega in un modo simile.
«Certo, sugli sci si sta più centrali, senza buttarsi all’interno curva, come si fa in moto per agevolare il movimento del mezzo.
«Ma è innegabile che quando mi inclino sulla neve, riconosco qualcosa del gesto della piega verso l’asfalto.»
 
Per Biaggi lo sci è divertimento, ma da campione, è consapevole del comportamento da tenere in pista.
«Cerco di sciare con criterio, nello stile migliore. Il mio obiettivo è raggiungere qualsiasi posto anche con persone che sciano più veloci di me.
«Mi diverte fare slalom in compagnia, di solito mi alzo presto al mattino per raggiungere ogni giorno mete diverse.»
 
L’amore per lo sci Biaggi l’ha trasmesso anche ai figli, Ines e Leon, che in questi giorni si divertono con lui sulla neve.
«Quando i miei figli sono in vacanza da scuola raggiungiamo le Dolomiti. Trascorriamo quasi un mese d’inverno da queste parti.»
Ma anche d’estate Biaggi arriva in vetta con i suoi bambini.
«Di solito, passiamo una decina di giorni all’aria fresca, tra arrampicate e parchi avventura.»

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