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La trentina Debora Lazzeri Campionessa italiana Veterani

Tennistavolo, l'intervista alla veterana che ha conquistato la medaglia d'oro

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Sono terminati nell’ultimo week-end a Riccione i Campionati italiani Veterani, che hanno visto le gare svolgersi nel Palasport della località adriatica, con gli atleti, sia per il settore maschile che femminile, divisi nelle varie categorie di età, dai 40 anni agli... over 80.
Per il Trentino è arrivata una bella soddisfazione grazie alla medaglia d’oro che ha vinto la veterana Debora Lazzeri (USD Villazzano) nella categoria 40-50 femminile.
Debora Lazzeri, classe 1974, vanta una lunga militanza nel Tennistavolo, che ha culminato con il 19° posto ottenuto nel ranking nazionale femminile nell’autunno del 1996, quando raggiunse il top della sua carriera.
È tornata recentemente all’attività con palla e racchetta, dopo una parentesi di 10 anni nel Calcio femminile, sia calcio a 11, che calcio a 5 dove ha militato in serie A2.
A Riccione, ha terminato imbattuta il girone finale, dove il match più difficile è stato contro la gran favorita, la lombarda Francesca Avesani, superata in 5 combattuti set, terminati con questi punteggi: 10-12, 11-8, 6-11, 11-7 e 13-11.
 
Congratulazioni Debora! Campionessa italiana delle veterane 40-50, una bella soddisfazione. Quali sono le tue prime impressioni?
Grande soddisfazione rientrare in campo dopo più di 10 anni con un tendine d'Achille ricucito e riuscire a vincere i campionati italiani veterani devo dire che mi ha emozionato molto. Pensavo di ritrovarmi ad un livello meno competitivo, ma quando ho battuto Francesca Avesani che era la numero uno ho capito che potevo ancora dire la mia.
 
Certo, l’entusiasmo è forte se teniamo conto che per un decennio avevi sospeso l’attività. Per quale motivo hai deciso di rimetterti in gioco?
Dopo più di dieci anni di serie A1 il tennistavolo non mi dava più stimoli, erano già quasi 30 anni che giocavo … Sono quindi passata prima al calcio a 11 e poi al calcio a 5 arrivando in A2 togliendomi delle belle soddisfazioni considerando che non avevo più vent'anni … poi il grave infortunio proprio giocando una partita di campionato, la rottura del tendine d'Achille che mi ha portato a uno stop forzato di due anni con una rieducazione lunga e dolorosa. Il calcio era arrivato al capolinea e ho deciso di riprendere la racchetta in mano anche spronata da compagni storici di squadra e altri amici. Era una scommessa capire se fisicamente sarei riuscita a giocare se non come una volta almeno rivedendomi lontanamente quella che ero, e ritrovare quelle motivazioni e quell'amore che avevo per questo sport. Diciamo che all'inizio non è stato facile, sia per le continue interruzioni a causa del covid sia perché la mia testa giocava come molti anni fa ma il fisico non riusciva a seguire il pensiero, poi la mia determinazione e l'aiuto delle persone che mi vogliono bene mi hanno portato a questo risultato. Vincere il titolo veterani e comunque entrare nei 32 di terza categoria, passando il girone e facendo sudacchiare un pochino queste giovanissime atlete mi ha confermato che posso ancora togliermi qualche soddisfazione.
 
Quale impressione hai del mondo del tennistavolo italiano hai ritrovato dopo gli anni di pausa? È lo stesso che hai lasciato, o è cambiato? Se si, in quali aspetti?
Beh, ho ritrovato la mia squadra dove sono nata e cresciuta e se sono quella che sono devo ringraziare anche Romano Piras che è stato il mio primo allenatore e per me un secondo padre, e amici che da più di 40 anni ormai condividono l'amore per questo sport. Ho ritrovato in "panca" Sabrina Moretti (campionessa di Senigallia) mia compagna storica di doppio di ma soprattutto amica di sempre, e altri con cui in questi anni sono rimasta in contatto. In palestra ho ritrovato ben poco di quello che ho lasciato,giocatrici giovani e allenatori mai visti, solo qualche arbitro conosciuto e purtroppo un clima tutt'altro che sereno, mascherine sempre addosso a parte il momento della partita, premiazione in cui ho dovuto mettermi la medaglia e premiarmi da sola.
 
Del Tennistavolo trentino che idea ti sei fatta? Hai qualche suggerimento praticabile per migliorare alcuni aspetti?
Ormai sono molti anni che sono fuori da questo contesto, quindi non saprei nemmeno il livello dei nostri giovani o di altri giocatori, credo comunque che la promozione per questo sport deve ancora fare qualche passo avanti, io insegno educazione fisica alle medie e vedo che altre federazioni entrano nelle scuole, promuovono la propria disciplina e portano comunque curiosità e soprattutto fanno conoscere ai ragazzi uno sport che purtroppo non fa parte di quelli più visibili. Penso che la federazione debba investire sulla preparazione degli allenatori sia sulla parte tecnica ma ritengo altrettanto importante la parte di preparazione fisica e psicologica fondamentale per portare un'atleta a grandi risultati. Infine svilupperei anche l'ambito del rapporto tra disabilità e tennistavolo creando società pilota in cui una persona disabile possa trovare nel tennistavolo uno sport inclusivo e socializzante e che possa raggiungere anche soddisfazioni in ambito agonistico.

P.P.


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