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Forti e Veloci in sella. Da novant’anni

Il presidente Silvano Dusevich: «Abbiamo archiviato un 2014 particolarmente ricco di soddisfazioni»

Si è tinto di rossoblù il Teatro Comunale di Aldeno. Colpo d’occhio delle grandi occasioni, stamani, perché l’occasione ha festeggiato i novant’anni della Forti e Veloci.
Novanta candeline spente, idealmente, dal fruscio dei tubolari che ha unito il 1925 ai giorni nostri. Novant’anni corsi e percorsi in bici.
Novant’anni che legano il secolo scorso al nuovo millennio. Novant’anni di vittorie, di sconfitte, di trionfi e di rovesci. Novant’anni di ciclismo.
L’assemblea, diventata evento per le emozioni che l’hanno caratterizzata e che ha trasmesso, ha guardato al passato ma è servita anche per volgere lo sguardo al futuro.
Al domani più vicino quando, tra un paio di mesi, i giovani in casacca rossoblù risaliranno in sella per affrontare strade e avversari della nuova stagione.
Con lo spirito di sempre: essere possibilmente più forti e più veloci degli avversari di strada per onorare l’idea di chi, il 14 marzo del 1925, alla birreria Wagner di via Roggia Grande a Trento alzò i boccali augurando il «miglior prosit» al Club Ciclistico Forti e Veloci.
Creato il gruppo, poco tempo dopo (nel 1927) si diede vita alla prima «creatura organizzativa»: il Giro della Bolghera. Da oltre cento edizioni annuncia la primavera ad appassionati e agonisti dello sport del pedale. La prossima edizione sarà dedicata proprio alla Forti e Veloci.
 
«Abbiamo archiviato un 2014 particolarmente ricco di soddisfazioni – ha ricordato in un passaggio della sua relazione il presidente Silvano Dusevich affiancato dal suo vice Fulvio Valle – Diciassette vittorie con allievi (11) ed esordienti (6) ai quali vanno aggiunti ventisette secondi posti e quattordici terzi posti. Senza dimenticare i sei successi colti tra i giovanissimi.
«Abbiamo conquistato il successo nelle Targhe Egger con 538 punti rispetto ai 312 di chi ha chiuso al posto d’onore. Nella classifica nazionale allievi siamo giunti secondi, proseguendo il nostro cammino di crescita. Basti pensare che, sette stagioni fa, eravamo 259esimi.  Insomma, tenacia e caparbietà espresse in gara e in allenamento sono state premiate.»
«Date un bell’esempio di Trentino» – è stato ripetuto dagli ospiti presenti in sala che si sono alternati al microfono: dal senatore Franco Panizza, all’assessore allo sport del Comune di Trento, Paolo Castelli.
Da Giorgio Torgler, presidente del comitato Trentino del Coni, a Italo Stenico, vicepresidente della Cassa Rurale di Trento che, assieme alla Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, rappresentano le due realtà del credito cooperativo che, da molte stagioni, affiancano la società rossoblù nei suoi impegni organizzativi.
Un saluto lo ha portato anche Daniele Sommavilla, consigliere del comitato Trentino della Federazione Ciclistica Italiana.
 
In novant’anni la Forti e Veloci di giovani ne ha fatti salire in sella tantissimi. Alcuni di loro hanno trasformato una passione in professione. Come è stato per Marcello Osler.
Ricorda con nostalgia e affetto quella esperienza vissuta negli anni Sessanta, anteprima al suo passaggio nel gruppo dei professionisti, per otto stagioni all’interno di squadre blasonate (Brooklyn, Sanson, Sammontana) guidate da capitani del calibro di Roger De Vlaeminck, Francesco Moser, Franco Bitossi.
I giovani di oggi sono seguiti in ammiraglia da tecnici di valore ed esperienza: Luca Prada nella sua qualità di coordinatore, Stefano Giovannini (giovanissimi), Mirko Weber (esordienti) e Claudio Caldonazzi (allievi).
I loro interventi hanno riepilogato (anche grazie a brevi filmati) le tante istantanee di una stagione indimenticabile. Come, indimenticabili, sono stati gli anni trascorsi in maglia rossoblù da Umberto Rigotti.
È stato assegnato a lui il «Diavoletto d’Oro». Da sempre la sua vena creativa disegna i simboli delle tappe più belle della Forti e Veloci. Come, naturalmente, si è registrato per il novantesimo di fondazione.
«Forti e Veloci»: scuola a due ruote che non ha mai cercato il risultato «a ogni costo» ma ha sempre cercato di essere realtà impegnata a promuovere i valori sportivi e umani come dimostrato dallo spirito di famiglia che alberga all’interno della società.
«Beh, se mi è permessa una battuta conclusiva – conclude il presidente Dusevich – direi: Forti e Veloci sì, Forti e voraci mai.»

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