Europei, 25 km: Oro per la trentina Arianna Bridi
Matteo Furlan si prende il bronzo, preceduto dall'ungherese Kristof Rasovszky e dal russo Kirill Belyaev
Matteo Furlan e Arianna Bridi.
Fantastica doppietta nella 25 chilometri avvolta dal grigiore e caratterizzata da freddo e pioggia. Arianna Bridi conquista l'oro in 5h19'34"6 e Matteo Furlan si prende il bronzo in 4h57'55"8, preceduto dall'ungherese Kristof Rasovszky (4h57'53"5) e dal russo Kirill Belyaev (4h57'54"6).
L'azzurra - quarta nella 5 km e ottava nella 10 km - brucia allo sprint con un'epica rimonta fino all'ultima bracciata la campionessa olandese Sharon van Rouwendaal (oro nella 5 e 10 km).
Bronzo alla francese Lisa Pou, staccata di 8"3 in 5h19'42"9.
«È stata una gara durissima con onde e la muta che è una roba che proprio non sopporto. Gara davvero difficile. Sono stata brava a mantenere la calma, – dichiara appena uscita dal lago la 22enne trentina, tesserata per Esercito e Rari Nantes Trento ed allenata dal tecnico federale Fabrizio Antonelli. – La parte più difficile è stata quando ci hanno raggiunto i maschi. Lì abbiamo dovuto cambiare ritmo radicalmente per cercare di restare in gruppo e sfruttare il più possibile la scia, ma soprattutto non rischiare di restare troppo staccate.
«Lasciato il gruppo mi sono messa dietro ad un atleta che pensavo fosse la prima delle donne ed invece era un uomo. Con la muta è sempre più difficile riconoscersi.
«Gli ultimi dieci metri sono stati estremamente concitati. Il capo [Antonelli - NdR] mi ha insegnato a crederci finché non si tocca il tabellone. Effettivamente non sapevo se avessi toccato prima di Sharon [van Rouwendaal - NdR], ma avevo una bella impressione.
«Peraltro sapevo che durante la gara aveva commesso un errore di rotta e non sapevo se sarebbe stato punito con la squalifica. In quegli ultimi metri però non ci ho pensato e ho fatto bene.
«Era importante conquistare una medaglia dopo le gare in settimana dove avevo sbagliato molto e non ci ho creduto abbastanza perché i podi erano alla mia portata o comunque avrei potuto nuotare le gare diversamente, più sensate.
«Dedico la medaglia a famiglia e allenatore.»
Bridi, già bronzo iridato in carica nelle 10 e 25 chilometri, è alla prima medaglia europea sulla distanza più lunga dopo il quarto posto nel 2016 ad Hoorn dove conquistò il bronzo nella 10 chilometri olimpica.
Entusiasta il tecnico federale Antonelli.
«Visto quello che era successo nei giorni precedenti avevo consigliato ad Arianna di mantenere la calma, restare nel gruppo, ed evitare sforzi inutili.
«Volevo che nuotasse bene, che restasse serena e si adattasse il più possibile alle condizioni di gara. Prima dell'arrivo del gruppo maschile sarebbe stato improduttivo compiere sforzi inutili.
«Avevo osservato, insieme a Marco Bonifazi [coordinatore tecnico delle squadre nazionali federali, nonché responsabile della commissione medico-scientifica - NdR] che Arianna anche con la muta nuotava molto bene a ritmi bassi.
«Pertanto l'ho invitata a rispettare quei ritmi e durante i rifornimenti le ho detto di non cambiare marce. Abbiamo provato più volte in allenamento con Rachele Bruni gli arrivi e le posizioni nell'imbuto.
«Tutto questo è servito per battere la numero uno al mondo. Questa medaglia vale tantissimo; è un'affermazione che trasmette ulteriore fiducia, determinazione e consapevolezza.»
Più contenuta la soddisfazione di Furlan.
«Sono contento per il bronzo, ma è davvero difficile gareggiare in queste condizioni perché la muta è troppo limitante, – aveva invece dichiarato poco prima il 29enne di San Vito al Tagliamento, tesserato per Marina Militare e Team Veneto ed allenato da Moreno Daga. – Già a metà gara ho dovuto prendere antidolorifici per le spalle; le braccia non riesci a muoverle con naturalezza.
«Normalmente in una 25 km ai 15.000 metri comincia la selezione; in questo caso ai 20.000 metri eravamo tutti in gruppo.
«Viene limitato chi è più dotato, – continua l'azzurro, vicecampione mondiale della distanza al Balaton, già bronzo iridato nel fiume Kazanka nel 2015, e argento uscente. – Effettivamente la muta ti protegge, ma dovrebbero essere maggiormente performanti nei punti di maggiore mobilità.
«Il freddo non l'ho patito, addirittura negli ultimi giri ho avuto anche caldo. Sono contento per il risultato, ma resto contrario all'utilizzo obbligatorio della muta. Avrei nuotato senza.»
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