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Un familiare in politica vale 500 euro di stipendio in più all’anno

Al Festival: «È il valore medio, ma la rendita può salire fino a 2mila euro»

Qual è il beneficio economico derivante dell’avere un familiare in politica? Mediamente vale 500 euro in più l’anno, con un incremento sulla retribuzione media pari al 3% circa.
Per avere un paragone un anno ulteriore di istruzione genera un rendimento del 6%.
Le regioni del sud «maglia nera»?
Tutt’altro. Un familiare in consiglio comunale sembra portare più beneficio nelle regioni del nord Italia ed il vantaggio è più evidente nelle città dove esiste una sede di tribunale, probabilmente perché in questi casi il nepotismo funziona come sostituto della pura corruzione.
Questi i primi risultati della ricerca condotta su due campioni di 550 mila politici e 800 mila lavoratori dipendenti del settore privato dagli economisti Marco Manacorda, docente di Economia alla Queen Mary University di Londra e ricercatore associato presso il CEP della London School of Economics, e Stefano Gagliarducci, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata. La ricerca, tutt’ora in corso - il rapporto con i dati completi sarà disponibile tra un mese circa - è stata anticipata al Festival dell’Economia di Trento, presso Palazzo Geremia, nell’ambio dell’incontro «Affari di famiglia: nepotismo politico e carriere nelle imprese italiane».
 
«La novità della ricerca - ha evidenziato Roberto Mania, Giornalista de «la Repubblica», introducendo l’incontro - è che dal sospetto si comincia a passare alle prove, dall’indagine giornalistica alla ricerca condotta in modo oggettivo, scientifico e su basi di dati molto consistenti.»
La ricerca condotta da Manacorda e Gagliarducci parte dal 1985, prima di «Mani Pulite» ed arriva fino al 2011; 27 anni nei quali si sono messi in connessione due database distinti: uno sui politici (550 mila, fonte Ministero Interno) per il 97% appartenenti a consigli comunali ed uno sui lavoratori dipendenti del settore privato (800 mila, fonte INPS).
Questi due campioni sono quindi stati connessi attraverso le prime tre cifre del codice fiscale (parte del cognome) e la città di nascita.
 
I risultati sono in parte sorprendenti.
«Fino al tempo zero, cioè prima dell’ingresso in politica – ha sottolineato Manacorda – i salari non differiscono granché da quelli di altri individui con caratteristiche simili.
«A partire dal tempo zero l’aumento dei ritorni è graduale e questo effetto sembra appiattirsi verso il terzo anno, per poi tornare alla situazione precedente dopo l’uscita dalla politica del familiare.»
«I dati sono chiari ed evidenti – sottolinea Manacorda – anche se dal nostro punto di vista, di ricercatori, non vi è evidenza diretta che questi rendimenti siano il risultato di uno scambio implicito o esplicito tra politico ed impresa privata.»
 
La ricerca di Manacorda e Gagliarducci stima in 500 euro l’anno, mediamente, l’effetto positivo sui salari per i familiari legati da un rapporto di parentela con un politico.
Ma se il politico è al secondo mandato la media sale a 1.000 euro l’anno ed arriva fino a 1.700 euro l’anno se il politico è in carica da oltre due mandati. Il vantaggio massimo, poco oltre 1.000 euro l’anno, si registra nei familiari compresi nella fascia di età che va dai 36 ai 45 anni, mentre decresce al crescere dell’età.
«Contrariamente alle nostre ipotesi di partenza – hanno evidenziato Manacorda e Gagliarducci – l’effetto sembra essere più forte al Centro-Nord rispetto che al Sud.»
Altra curiosità: nelle città dove esiste una sede di tribunale il fenomeno del nepotismo politico sembra essere più frequente rispetto alle città dove non esiste un tribunale.
«Potrebbe significare – osserva Manacorda – che dove esiste più controllo meno frequenti sono i casi di corruzione e di appropriazione indebita ed entrano in gioco quindi meccanismo sostitutivi come quello del nepotismo legato alle cariche politiche.»

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