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«Autonomie e presidenzialismo, sintesi perfetta per il Paese»

Il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini al Festival dell’Economia: PNRR e opere, una rivoluzione per l’Italia pari al boom economico

Presidenzialismo e autonomia differenziata sono in perfetto connubio. L’autonomia in particolare sarà una grande operazione per i diritti civili e sociali nel Paese, attraverso la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni in tutta Italia.
Consentirà inoltre di attuare quanto già la Costituzione oggi prevede.
Cioè dare competenze alle Regioni, con l’obiettivo di offrire ai cittadini servizi migliori con minore spesa.
È il pensiero sulle riforme di Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento è intervenuto sul tema «Infrastrutture, come può cambiare l’Italia», toccando poi tutte le altre questioni di attualità.
 
Alle domande del giornalista Alberto Orioli, vicedirettore vicario del Sole 24 Ore, il ministro ha risposto collegato dalla Prefettura di Bologna, dove poco prima ha incontrato il presidente Bonaccini e le autorità della regione investita dall’emergenza maltempo.
Il dibattito è partito dal tema delle infrastrutture.
C’è il PNRR, con un impegno sulle opere da 60 miliardi, tanti sono quelli tra Piano e fondi complementari che passeranno per il ministero.
Salvini si dice convinto che grazie agli investimenti in campo l’Italia potrà vivere una rivoluzione economica e culturale, pari a quella che i nostri nonni vissero durante il boom.
Un nuovo Rinascimento italiano dunque che passa per i collegamenti: Tunnel del Brennero, circonvallazione di Trento (Domani partono i lavori preliminari per l’imbocco nord, precisa il ministro), Pedemontana veneta, alta velocità Napoli-Bari e perché no, il Ponte di Messina.
 
Proprio il ponte è per il ministro un’opera fondamentale come il Tunnel del Brennero, non solo per il collegamento tra Sicilia e Calabria ma per il «corridoio Palermo-Nord Europa».
Salvini ricorda come il Ponte di Messina sia il viadotto più studiato al mondo, per il quale gli italiani hanno già speso 300 milioni e sia stato fatto un lavoro che conta 8mila tavole progettuali realizzate.
Il percorso avviato per l’opera, continua il ministro, permetterà di creare 100.000 posti di lavoro, di garantire collegamenti veloci e maggiore sostenibilità, recuperando un cinquantennio di tempo perso su un dossier studiato dagli ingegneri di tutto il mondo.
 
Sempre in tema di opere, dal primo luglio entrerà in vigore in nuovo codice degli appalti.
Per il ministro è una normativa improntata al principio della fiducia e del raggiungimento del risultato, che consentirà di velocizzare e semplificare l’apertura dei cantieri, garantendo maggiore trasparenza anche attraverso la digitalizzazione.

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