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Un piano Marshall Europeo per la crescita dell’Africa

Se ne è parlato al Festival dell’Economia con il Ministro degli Esteri Antonio Tajani

Nuovi impulsi all’export, lotta ai cambiamenti climatici e crescita del continente Africano. Sono questi i temi toccati dal ministro degli esteri Antonio Tajani nel meeting di questa mattina al Teatro Sociale. In videocollegamento, sollecitato dal condirettore di Libero Pietro Senaldi, il ministro ha delineato le posizioni sue e del Governo a partire dalla questione delle esportazioni.
«Nel 2022 – ha affermato – l’Italia ha esportato prodotti per oltre 600 miliardi, ricordiamo che l’export vale quasi il 40% del nostro Pil. Stiamo aumentando le esportazioni su mercati importanti, come nei Balcani e in Africa, promuovendo anche macchinari e prodotti agricoli. Possiamo essere ambiziosi e migliorare ancora se riusciremo ad attaccare il mercato della contraffazione.»
 
Dopo un accenno all’inflazione, con il monito all’Ue di non alzare troppo i tassi di interesse per non spingere i paesi membri verso la recessione, Tajani si è concentrato sui mercati africani e sulla situazione del continente.
«Vogliamo che l’Africa cresca – ha ribadito il ministro – perché abbiamo legami molto forti e storici con molti stati dove siamo presenti con imprese e militari.
«C’è bisogno di favorire lo sviluppo, serve un grande Piano Marshall europeo per la crescita del continente africano e una politica a livello paritario, senza cioè un’azione predatoria da parte dell’Europa.
«Sappiamo che abbiamo bisogno di materie prime e magari si può creare una joint venture per la trasformazione delle materie prime in loco e la vendita a prezzi vantaggiosi alle aziende europee.
«Un programma a lungo termine anche per far sì che in quei luoghi si possa scegliere di non emigrare.»
 
Infine un accenno ai cambiamenti climatici in atto.
«La nostra posizione è chiara, – ha concluso Tajani. – Noi siamo impegnati fortemente nella lotta contro i cambiamenti climatici, vogliamo ridurre le emissioni di anidride carbonica e puntare su un’economia verde perché è foriera di grandi opportunità.
«È importante, però, avere una visione pragmatica e non ideologica in modo che gli obiettivi possano essere raggiunti, altrimenti rischiamo di creare problemi sociali.
«Bisogna avere una posizione ambientalista che tenga conto anche dell’economia e delle questioni sociali e permettere all’agricoltura e alle imprese di continuare a essere competitive.
«Per questo bisogna lavorare con prudenza, saggezza e senza una posizione estrema sulla questione.»

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