Operazione «Sciamano», arrestati gli ultimi 2 latitanti
Adesso sono tutti in carcere i 18 trafficanti della rete sgominata dai Carabinieri di Cavalese
Nella serata di giovedì 10 ottobre sono finiti nella rete degli inquirenti gli ultimi due latitanti, dei 18 trafficanti (tutti condannati) colpiti dalle misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento, nell’ambito dell’indagine «Sciamano» (vedi nostro servizio di allora) condotta dai Carabinieri di Cavalese, che ha decapitato un florido traffico di sostanza stupefacente di tipo cocaina attivo nelle Valli di Fiemme e Fassa con articolazioni nel Milanese.
Si ricorda che alle operazioni di cattura del 20 novembre 2018, Bejte Afrim e Arapi Arber organici al segmento Milanese deputato al rifornimento dei flussi di cocaina sulla tratta Rozzano - Castello di Fiemme, erano infatti sfuggiti in quanto si trovavano in terra Albanese.
A seguito delle condanne inflitte il 4.10.2019 dal Giudice del Tribunale di Trento nei confronti dei predetti alla pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione e 14.000 euro di multa e in ragione del mandato di cattura internazionale emesso a loro carico, i due latitanti hanno deciso di consegnarsi alle autorità Italiane attraverso una rapida intermediazione sviluppata tra i loro legali di fiducia e l’Autorità Giudiziaria coadiuvata dagli investigatori del N.O.R. di Cavalese in esito alla quale veniva concordata, la consegna dei due latitanti alle autorità Italiane, presso lo scalo aeroportuale Valerio Catullo di Verona.
Alle 19.00 di giovedì scorso, quindi, gli operatori della Pol Aria della Polizia di Stato di Verona, su attivazione dei Carabinieri di Cavalese, hanno notificavano le richiamate misure cautelari ai predetti appena sbarcati da un volo proveniente da Tirana.
I due poi venivano trasferiti al carcere di Verona Montorio e messi a disposizione dell’A.G.
Nel merito si ricorda Arapi Arber, collaboratore dell’apicale Arapi Petrit era parte del gruppo che nell’aprile 2018 aveva pianificato un’incursione all’interno del perimetro della caserma dei Carabinieri di Cavalese, con l’obbiettivo di recuperare 210 grammi di cocaina dall’autovettura utilizzata da un loro corriere, ritenendo erroneamente che non fossero stati ancora rinvenuti dagli operanti.
Analogamente anche Bejte Afrim era risultato essere uno dei uomini di fiducia del Boss Arapi Petrit che gestiva i rifornimenti in favore del Gruppo Fiemmese del Bar Anny.
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