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Il Giappone: viaggio nelle tradizioni e nella modernità/ 2

Parliamo del «Sol Levante», il paese che per primo riceve i raggi del sole sulla terra – Di Nadia Clementi

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L’altra settimana abbiamo pubblicato la prima parte (vedi) del servizio dedicato al Giappone.
Dopo un quadro d’insieme, avevamo parlato in particolare delle città di Tokio, di Kyoto, Kanazawa, Shirakawa e Takayama.
Oggi concludiamo il nostro viaggio nel Paese del Sol Levante, quello che per primo vede i raggi del sole sulla terra.
 
 Hiroshima 
 
Ci sono nomi di persone o cose o città che da soli richiamano pagine di storia.
La città di Hiroshima rappresenta il più brutto capitolo della Storia dell’Umanità, quello che apre l’era atomica.
Settant’anni fa, era il 6 agosto 1945, uno solo aereo si era presentato nei cieli di Hiroshima, fino a quel momento risparmiata dagli orrori della guerra. Era un B 29, numero di serie era 44.86292, ma che gli aviatori avevano battezzato amichevolmente Enola Gay. Sganciò un solo ordigno, al quale avevano anche dato un nome simpatico, Little Boy.
Morirono in un solo colpo 80.000 persone.
Insomma, la Storia è passata di qui, lasciando un segno indelebile per il Giappone e i giapponesi che da allora vivono l’incubo dell’olocausto nucleare.
Il luogo più toccante e di profonda riflessione si trova a nord est del Parco Heiwa Kinen-koen, dove il simbolo della tragedia atomica è ciò che resta della Industry Promotion Hall di Hiroshima. L’edificio fu una delle pochissime costruzioni (se non l'unica) a non essere completamente incenerita dalla deflagrazione.
Tutto il resto della città, costruita in legno come da tradizione, venne cancellata, così come le migliaia di persone che quella mattina vivevano la propria vita ordinaria, inconsapevoli di divenire protagoniste di una delle peggiori tragedie della storia umana.
Nel Parco della Pace si trovano diversi monumenti a testimonianza dell'orrore scatenato dagli americani.
Merita una visita il Museo e Memoriale della Pace (Heiwa Kinen Shiryokan), al cui interno si trova un commovente percorso che descrive il prima ed il dopo della tragedia atomica: numerosi sono i reperti e le testimonianze, con immagini e fotografie davvero drammatiche.
 
 L’isola di Miyajima
 
Di fronte al porto di Hiroshima, a 20 minuti di traghetto, si trova l’isola di Miyajima. Ci imbarchiamo dunque per visitare l’isola in cui «convivono uomini e dei» immersi in un'atmosfera magica e spirituale.
Si tratta di un luogo sacro, sede del santuario di Itsukushima (593 dopo Cristo), dedicato alla dea custode dei mari, che ha la caratteristica di essere stato costruito in parte proprio sulle acque marine, con edifici su palafitte e un torii a poche decine di metri al largo.
I magnifici scenari, le bellissime spiagge e i sentieri rendono l’isola una meta ideale proprio durante l’estate, quando l'isola è popolata dai daini che girano amichevolmente fra i turisti in cerca di carezze e cibo.
Anche l’isola di Miyajima è inserita nell’elenco Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.  
 
 Osaka 

 
La terza città più grande del Giappone merita di essere visitata in primavera durante la fioritura dei ciliegi, evento particolarmente suggestivo che prevede numerose manifestazioni culturali nei parchi e nei giardini.
Il soggiorno merita una visita all'acquario dove si trova la vasca più grande del mondo contenente anche un piccolo squalo-balena. Vale la pena visitare anche la ruota panoramica della città e l'antico castello di Osaka.
Ma il quartiere più rappresentativo della città, è quello di Dotonbori: una zona piena di vita, di luci e colori, popolata di gente che passeggia e si diverte.
Impossibile non rimanere incantati dai grattacieli arredati con insegne luminose strepitose e dai quali penzolano appesi ai muri gigantesche riproduzioni di mucche, pesci, granchi e personaggi di ogni genere. Si tratta di segnaletiche multimediali dotate di apparecchiature elettroniche installate per distinguere la ristorazione e locali tipici del posto. Uno scenario che ricorda il nostro Carnevale di Viareggio e le strade di Las Vegas.
Mentre a nord della città sulle rive del fiume, dove un tempo le Geishe intrattenevano i loro clienti, si trovano oggi piccoli bar e discoteche con simpatici deejay in vetrina.
 

 
Il saggio dice che nella vita non si finisce mai di imparare. Ed è un suggerimento molto valido, ma che spesso dimentichiamo con troppa facilità. La presunzione di sapere già abbastanza di averne già viste di tutte i colori ci porta nella terribile condizione di non stupirci più di nulla. Questo vale in modo particolare per noi occidentali, così convinti del nostro stile di vita frenetico e dedicato al consumo, concentrati unicamente sul nostro ego e la soddisfazione di ogni nostro bisogno.
Non stupisce dunque l’atteggiamento di arroganza e sufficienza con cui in molti si avvicinano all’Asia, un continente in cui vive quasi la metà della popolazione mondiale, dove convivono decine di religioni e lingue diverse tra loro, dove il paesaggio cambia di continuo, dalle sassose alture dell’Afganistan fino alle rigogliose foreste del Borneo.
Qui si trova il Giappone, una perla incastonata nell’Oceano Pacifico e qui convivono meravigliosamente le grandi contraddizioni di un continente intero.
Il Giappone è un Paese misterioso agli occhi del Mondo Occidentale, lo si è intravisto in modo confuso attraverso immagini di super robot spaziali e tristi eroine dei cartoni animati anni ’80.
 

 
Forse abbiamo inventato un Giappone inesistente leggendolo attraverso le lenti distorte della superficialità: lo abbiamo immaginato come un popolo sottomesso e intrappolato tra giganteschi grattaceli e costretto a dormire in camere d’albergo grandi come loculi; abbiamo creduto che qui si mangiasse solo sushi e che tutte le ninfette disinibite dei manga rappresentassero alla perfezione le donne giapponesi, un po’ geishe un po’ scolarette.
Ma come sempre la realtà è ben lontana dagli stereotipi e l’unico modo per imparare qualcosa è mettere da parte tutto ciò crediamo di sapere, aprendo occhi e orecchie per vedere e ascoltare un popolo da vicino.
Dal Giappone però non dobbiamo aspettarci lunghi monologhi o lapidarie dichiarazioni di bellezza. L’ultimo impero è silenzioso e va scoperto osservando i giapponesi, così a loro agio in una vita quotidiana fatta di rituali, regole e codici, da una gentilezza disarmante e dalla capacità di sbalordire con abiti eccentrici e invenzioni rivoluzionarie.
Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica, l’accecante dedizione alla gerarchia dei giapponesi, unito ad un senso del dovere instillato fin dall’infanzia fa si che l’individuo in Giappone appare privato della sua identità.
Tutti hanno una divisa che li possa confondere nella massa, al lavoro, a scuola, nel tempio, solo il gruppo conta, eppure il singolo deve sacrificare ogni energia per essere un buon ingranaggio del sistema, sistema che se si inceppa riconosce subito il responsabile e lo espelle come un pezzo difettoso.
Rimane comunque vero un fatto: il Giappone è l’unico Paese ad essere riuscito ad interpretare il capitalismo in modo diverso, forse in modo più umano. Al contrario della triste Cina, del rinato Vietnam, della ricca Thailandia, qui il passato non è stato sacrificato. L’antico ha lasciato spazio al nuovo ma di certo non vuole e non può essere dimenticato.
D’altra parte si tratta pur sempre di una cultura millenaria, basata sulla fusione con la natura, sulla celebrazione degli opposti che solo insieme possono creare l’armonia, un popolo che ha imparato - anche a causa della bomba atomica - a vivere il presente ringraziando ogni giorno di poter vedere ancora il sole che si alza a Oriente.
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it 
(Fine) 
 
 
  CURIOSITÀ GIAPPONESI  

Lingua.
Purtroppo la maggior parte dei giapponesi non parla inglese, ma per i turisti, l'inconveniente è tuttavia facilmente superabile grazie alla loro straordinaria gentilezza.
Il galateo.
Quello che a noi sembra normale per i giapponesi può essere scortese, e viceversa. Ad esempio è praticamente vietato soffiarsi il naso in pubblico, o lasciarsi andare ad effusioni amorose. I giapponesi evitano di mangiare per strada, mentre è normalissimo consumare un pasto in treno. I mezzi pubblici sono forniti di sacchetti per il residuo che rimane in dotazione del consumatore al fine dello smaltimento personale.
I giapponesi sono educatissimi a fare la coda.
La gente svolge il lavoro con meticolosità e precisione, non sono velocissimi, per ogni acquisto è previsto un tempo di attesa per la rigorosa confezionatura (packaging) di qualsiasi prodotto.
In linea di massima i luoghi comuni sui giapponesi, sono per lo più veri. Gli uomini non sono particolarmente attraenti, difficile riconoscerne l'identità visto che la maggior parte indossa pantaloni neri e camicia bianca, pure le donne giapponesi tendono alla discrezione, indossano abiti lunghi, cappelli e ombrelli di ogni tipo, a discapito della vanità femminile. A differenza i giovani appaiono particolarmente eccentrici ad emulazione dei leader dei cartoni animati. 
Mancia in Giappone.
La mancia in Giappone può essere considerato quasi un insulto.
Il fumo.
In Giappone non è possibile fumare all’aperto. Esistono tuttavia delle apposite aree riservate ai tabagisti sia interne che esterne. 
Ryokan.
Il ryokan è un albergo tradizionale giapponese il cui stile è rimasto pressoché immutato nel tempo. Si ritiene che questo tipo di struttura risalga all’epoca Edo ( 1603-1868).
Attualmente arredato con tatami (pavimento tipico in paglia), prive di mobili, con porte scorrevoli e rifiniture interne di legno. I letti tradizionali (futon), vengono stesi al momento di coricarsi, il tutto dopo un bagno caldissimo e immersi in una magica atmosfera rilassante.
L’onsen (bagno termale).
E' tradizione per i giapponesi fare il bagno dopo essersi lavati. La pratica detta ofuro, è un rituale di purificazione del corpo dallo stress quotidiano, che consiste nell'immergersi in una vasca da bagno di legno, dopo essersi lavati, contenente acqua bollente (circa 43°) . Il rituale si svolge seguendo un rigido ordine gerarchico: a uno a uno i membri che compongono la famiglia entrano nella vasca utilizzando la stessa acqua; gli ospiti fanno il bagno per primi, seguiti dagli anziani, dai figli e dalla madre. La vasca viene riempita in serata, in quanto i giapponesi amano fare il bagno prima di cena.
Negli onsen non è consentito entrare con tatuaggi, in Giappone non sono tollerati.
Il Wc-Washlet.
Il gabinetto giapponese meriterebbe un capitolo a parte. Questi wc sono conosciuti in tutto il mondo per le caratteristiche che li rendono unici. Le tavolette sono riscaldate, mentre sul lato della tazza si trovano numerosi tasti, come una navicella spaziale: pulsanti: rosso: tasto di stop utilizzabile per ciascuna delle funzioni successive; blu: funzione spray, viola funzione bidet (getto d’acqua) ; verde: funzione colonna sonora (per coprire eventuali e rumori) e nero: scelta dei Jingle musicali, alcuni dotati di asciugatura per evitare lo spreco della carta.
Il Kimono.
Abito tipico giapponese: I Kimono si presentano in vari colori, stili e taglie (stoffe cha arrivano fino 7 m.). Gli uomini indossano generalmente colori più scuri, mentre le donne tendono a indossare colori più vivaci o pastello, spesso decorati con complicati disegni astratti o floreali. Ancora oggi viene indossato da donne, uomini e bambini.
Le scarpe.
Per motivi igienici e per non rovinare la pavimentazione, è consuetudine togliersi le scarpe sia in ambienti privati che pubblici. I locali, compresi i Musei etc. sono provvisti di apposite scarpiere o sacchetti per la conservazione delle proprie calzature.
Il noren.
E' il tradizionale divisorio in stoffa giapponese. In passato si utilizzava per dividere le stanze appendendolo alle porte o le finestre ma oggi ha perso questa funzione e viene per lo più utilizzato all'entrata di alcuni negozi per proteggere l'ingresso dal sole, il vento e la polvere.
Geisha.
La geisha è una tradizionale artista e intrattenitrice giapponese , le cui abilità includono varie arti, quali la musica, il canto e la danza. Le geishe erano molto comuni tra il XVIII e il XIX secolo, ed esistono
tutt'oggi, benché il loro numero stia man mano diminuendo. Nel mondo moderno e soprattutto in Occidente vengono erroneamente assimilate a prostitute.
Difficile incontrare una geisha al lavoro perché si esibiscono in luoghi privati esclusivamente riservati a persone abbienti.
Ristoranti.
Ordinare da mangiare al ristorante può risultare particolarmente facile, all’esterno nelle vetrine, si trovano delle fedelissime riproduzioni in cera dei piatti con descrizione e prezzo. Pure i menu hanno le immagini corrispondenti alla pietanza. In altri è possibile ordinare anche tramite touch-screen. Molto diffusa nei ristoranti è la cucina a vista del consumatore, un vero show culinario. Molto singolari sono i tavoli dotati di fornello ad incasso che permettono di cucinare da soli il cibo a piacimento.
Il cibo.
In Giappone non si mangia solo sushi (pesce crudo). Tanti sono i piatti, tutti squisiti, tipici della tradizione culinaria nipponica.
La base per molte ricette è il riso, cotto al vapore e accompagnato da tanti tipi di verdure. Gli udon, spaghetti di riso, sono uno dei piatti più diffusi così come gli okonomiyaki, una specie di frittata, saporita e sostanziosa.
I giapponesi tengono molto all'igiene personale, nella maggior parte dei ristoranti tradizionali, è necessario togliersi le scarpe prima di sedersi a tavola. In quelli arredati da tatami con tavoli bassi per sedersi vanno incrociate le gambe se uomini o ripiegate da un lato se donne.
Prima di mangiare vanno usati gli oshibori (salviette umide e calde) necessarie per lavarsi le mani; si usano le bacchette per gli alimenti solidi e il cucchiaio o cannuccia per quelli liquidi.
Il the verde è sempre gratis e viene servito subito, prima di ordinare, si tratta di una bevanda molto consumata durante i pasti giapponesi, composta esclusivamente da foglie di Camellia sinensis, riconosciuto per le sue note proprietà benefiche, antiossidanti e antibatteriche.
Altre bevande tipiche, presenti sulle tavole giapponesi sono la birra e il sakè, una bevanda alcolica definita in italiano vino di riso, poichè ottenuta appunto dalla fermentazione del riso.
La maggior parte dei ristoranti chiude prestissimo (secondo i canoni italiani), alcuni chiudono alle 20:30 altri prendono il last order tra le 22:00 e le 22:30.
Solo nei ristoranti di pregio accettano i pagamenti con carta di credito.
Snak.
Incredibile la quantità di distributori automatici di snak e bevande, ogni 200 m. è possibile rifornirsi del kit di sopravvivenza.
Religione.
I giapponesi credono contemporaneamente in due religioni: lo shintoismo (presenza spirituale degli Dei) e il buddhismo. Mentre per i funerali ci si rivolge al buddhismo, il matrimonio si svolge con rito shintoista. 
Luoghi di culto.
All'ingresso del tempio o santuario, è collocata una fontanella d'acqua, sciacquarsi la bocca rievoca il rito della purificazione. Nei santuari shintoisti si trovano apposite bacheche con appese delle tavolette di legno, contenenti messaggi rivolti agli Dei, desideri o ringraziamenti.
Famiglia.
Se una famiglia ha solo figlie femmine, è usanza adottare il genero affinché il nome della famiglia non si estingua. In questo caso, il genero andrà a vivere con la moglie in casa dei suoceri e così sarà un membro della famiglia a tutti gli effetti. In Giappone infatti, i membri della famiglia non sono essenzialmente i parenti, ma sono gli abitanti della stessa casa. Ad esempio, un vicino di casa è più importante di un fratello sposato che abita in un’altra città.
La scuola.
La struttura generale del sistema educativo, inizia il 1 di aprile e termina il 31 marzo ed è diviso in tre periodi: aprile-luglio, settembre-dicembre, gennaio-marzo.
I ragazzi giapponesi studiano più di 8 ore al giorno, obbligati ad essere competitivi nel mercato del lavoro che risulta essere molto esigente. Negli Istituti vige l'obbligo della divisa.
Lavoro.
Gli uomini giapponesi lavorano con dedizione e precisione, superando le 40 ore settimanali, mentre le donne dedite alla gestione dei figli non superano le 37. Gli stipendi non sono particolarmente generosi, nonostante il costo elevato della vita, simili ai nostri.
Costi.
Il tenore di vita in Giappone è piuttosto elevato, più o meno il doppio del nostro sia a livello commerciale che alimentare, variabile a seconda delle esigenze personali.
Di seguito alcuni costi indicativi: trasporti pubblici: 1.000 yen, 1 corsa taxi di 5 chilometri: 1.500 yen, Pranzo: 2.000 yen, sale da tè o bar: 2.000 yen, Hotel 3 stelle: 11.000 yen, Un JR Pass settimanale costa 28.300 yen a persona.
Il cambio Euro/Yen.
Secondo il cambio attuale, uno yen vale 0,0074 euro.
Il cambio migliore avviene in aeroporto. Non sempre le carte di credito vengono accettate, sopratutto nei piccoli ristoranti ed esercizio commerciali. In emergenza negli alberghi sono disponibili apposite macchine per il cambio.
Mezzi di trasporto.
Il Giappone ha una rete di trasporti fra le più moderne ed efficienti del mondo: la rete ferroviaria è molto estesa e dotata di treni velocissimi,che arrivano a superare la velocità di 300km/h
Per i turisti è consigliabile fare una Japan Rail Pass ovvero un abbonamento che consente di prendere, per un numero di corse illimitate tutti i treni.
Tutte le città maggiori sono munite di metropolitana e i costi dei biglietti partono da 130 yen, circa 0.80 euro, e il prezzo aumenta con l'aumentare della distanza , si possono fare i biglietti tramite delle macchinette situate all'entrata e all'uscita delle linee.
I butta dentro.
Si chiamano oshiya, gli addetti delle ferrovie che aiutano le persone a entrare nei treni quando questi sono pieni, professionisti con guanti bianchi, che contribuiscono a fare in modo che le persone non arrivino in ritardo a lavoro.
Coin Locker.
I coin locker sono degli armadietti a gettoni nei quali poter depositare oggetti personali, disponibili ovunque in particolare nelle stazioni.
Sport giapponesi.
Accendendo la TV in Giappone si capisce al volo quali siano gli sport giapponesi più seguiti: golf, sumo e baseball. Anche il calcio e il motociclismo sono molto seguiti, ma più che altro per merito di celebrità italiane come Valentino Rossi, e vari calciatori che in Giappone sono famosi tanto quanto in Italia.
Sumo.
Anche se con il passare del tempo e del cambio delle abitudini alimentari i giapponesi sono mediamente cresciuti di statura e diventati fisicamente molto simili agli occidentali, vedere due lottatori giapponesi di Sumo sfidarsi è sempre molto curioso e stravagante.
Samurai.
I Samurai erano valorosi guerrieri a difesa dei nobili durante le numerose guerre tra piccoli stati rivali nell’antico Giappone feudale. Col tempo l’importanza e il prestigio di questa classe guerriera crebbe notevolmente, andando a diventare uno dei più alti ranghi della piramide sociale giapponese.
Terremoti.
Il Giappone, come la California, è ad elevato rischio sismico, per questo tutti gli edifici sono costruiti a norma di sicurezza. La popolazione convive quotidianamente con scosse di terremoto più o meno intense.
Tifoni in Giappone.
In Giappone ogni anno si verificano alcuni tifoni soprattutto da metà agosto a metà novembre. Non dovete pensare ad un tifone come qualcosa di distruttivo che può danneggiare irrimediabilmente il vostro viaggio. Un tifone può essere parte integrante del viaggio ed un esperienza sicuramente da raccontare.
Di solito la forza dei tifoni si abbatte soprattutto nelle zone a sud di Paesi come Fukuoka e tutte le isole dell’arcipelago di Okinawa ma ovviamente Tokyo non è immune ai tifoni.
Radiazioni.
I livelli di radioattività ambientale compresi quelli dell’acqua potabile sono controllati e dichiarati essere al di sotto della soglia di rilevabilità. Sotto controllo è invece l’area di Fukushima a seguito dello scoppio del reattore nucleare nel 2011.
Sicurezza.
Il Giappone è uno dei paesi più sicuri al mondo, la legge è molto severa in materia di sicurezza,( pena di morte) del tutto inaccessibile ai clandestini e alle persone extracomunitarie in cerca di occupazione.
Dogana.
I visitatori stranieri che desiderano recarsi in territorio giapponese devono disporre di un passaporto in corso di validità. Ai fini della prevenzione degli atti terroristici, il 20 novembre 2007 è stata introdotta una nuova legge che regola la procedura d’ingresso in Giappone.
Una volta esibito il passaporto all’agente d’immigrazione, alla persona che fa richiesta d’ingresso sarà  chiesto di poggiare gli indici di entrambe le mani su un lettore d’impronte digitali.
Le impronte saranno lette e registrate da un sistema elettromagnetico. In seguito una macchina fotografica scatterà una fotografia del volto. 
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